La notizia è arrivata quando in Italia era notte: Dick Costolo si è dimesso dalla carica di CEO di Twitter.
Saranno molte le sfide che attendono il suo successore, che si appresta a dover metter mano a una società che nel 2014 ha contato 578 milioni di dollari di perdita.
Vox propone quattro spunti strategici che il nuovo CEO potrà perseguire per ripartire e tamponare l'emorragia di utenti.
1) Diventare più accessibile
Sono molti gli utenti che ancora considerano Twitter difficile nel suo utilizzo. Un'idea potrebbe essere approcciarsi in maniera diversa ai topic di discussioni e alle modalità di fruizione dei contenuti, in particolare lavorando sui topic di discussione più che sul semplice ordine cronologico di pubblicazione.
La scelta di aumentare il numero di caratteri dei direct message, abbattendo il numero dei 140 caratteri, potrebbe essere il primo passo verso questa nuova "apertura": ma basterà?
2) Rilanciare le app
Rispetto a Facebook, Twitter non ha mai puntato negli ultimi anni sulle app (intese come spazi terzi sincronizzati con il social network, alla Farmville per intenderci). Uno spazio di manovra utile per social e anche per i brand, che potrebbero garantirsi touchpoint nuovi per ingaggiare nuovi clienti e generare lead altamente qualificati. Costolo aveva scelto di non puntare più su questo strumento: che il suo successo decida di invertire la tendenza?
3) Entrare nella famiglia Google?
Twitter ha recentemente stipulato un accordo con Google per valorizzare anche al di fuori del social network i tweet. Una scelta che certamente rafforza entrambi gli attori e che sembrava voler portare al traguardo dell'assorbimento, da parte di BigG, di Twitter e di tutti i suoi utenti. Un'operazione difficile dal punto di vista finanziario anche per Google, considerando che il valore di Twitter si aggira attorno ai 23 miliardi. Una vendita dell'uccellino blu al motore di ricerca più grande del mondo significherebbe anche un probabile frazionamento del primo... E questo potrebbe non essere un guadagno.
4) Più attenzione agli addicted
La valutazione monstre di 23 miliardi di dollari obbliga Twitter a doversi concentrare su un'evoluzione di larga scala, più assimilabile a quella di Facebook. Il problema è che Twitter non è Facebook, e difficilmente si potranno replicare le stesse dinamiche viste nel social network più popolare al mondo. Una strategia che potrebbe portare Twitter a rafforzarsi sarebbe puntare sui 300 milioni di utenti altamente qualificati che lo vivono ogni giorno, e per cui costruire nuovi progetti per capitalizzare al meglio la presenza di questi.
Sfide complesse per un social network che si appresta a vivere un'ennesima fase di trasformazione.