12.399 candidati, di cui 11.121 europei, con una punta del 70% per gli italiani. Questi i dati più significativi sulle candidature per diventare volontari Expo a Milano. Ma gli aspiranti volontari non sono stati solo numeri per Ciessevi (CSV di Milano e provincia) e CSVnet, ovvero le reti dei Centri di Servizio per il Volontariato nate, tra l’altro, per la promozione di attività di servizio per il volontariato.
Tra i dati che Luca Di Francesco, Community Manager del Programma Volontari Expo e Web & Social Media Manager di Ciessevi, mi invia per completare l'intervista anche alcune note di colore, come l'età del candidato più anziano: 87 anni, da Ragusa.
Dopo le tante polemiche e i fiumi di inchiostro digitale utilizzati per parlare dei volontari di Expo, ho voluto conoscere più da vicino in che modo sia avvenuta la selezione, quali caratteristiche siano state ricercate, come sia stato programmato il lavoro nelle diverse fasi di quello che a tutti gli effetti è l'evento del 2015 per l'Italia.
Il Programma Volontari Expo permette a tutti i cittadini italiani e non di diventare una parte attiva dell’evento. È più facile reclutare volontari italiani o stranieri? Quali sono le difficoltà?
Ogni volontario porta con sé un’esperienza diversa e un background culturale differente. Non abbiamo assolutamente riscontrato una voglia di volontariato differente tra italiani e stranieri, ad eccezion fatta per i candidati e le candidate provenienti dalla Cina, nazione che ha ospitato l’ultima edizione universale Expo.
I cinesi sono molto motivati, perché a Shangai erano 80.000 i volontari e hanno lasciato il segno, sia nell’esperienza dei visitatori, sia nella propria. Per questi motivi, molti di loro hanno voluto esserci a tutti i costi, anche per una sorta di “passaggio del testimone”.
In ogni caso, non ci sono state difficoltà specifiche riguardo la provenienza dei candidati: sono stati tanti, decisi e convinti, provenienti da tutta Italia e resto del mondo.
Quali requisiti sono richiesti ai volontari? Quali compiti vengono affidati?
I volontari sono stati incontrati e orientati da Ciessevi – Centro Servizi per il Volontariato Città Metropolitana di Milano in collaborazione con CSVnet, il network dei Centri di Servizio per il Volontariato sul territorio nazionale. Per formare la squadra dei circa 7000 che stanno prestando e presteranno servizio nei sei mesi dell’Esposizione abbiamo preso in considerazione solo aspetti attitudinali.
Quindi non il cosa sapessero fare, ma le motivazioni che li hanno spinti a diventare Volontari Expo. Il loro compito è quello di essere, semplicemente, il primo sorriso che il visitatore incontra una volta all’interno del sito espositivo. Non si occupano di mansioni organizzative, logistiche o simili, dato che per quello esiste personale Expo. Diciamo piuttosto che sono cittadini attivi che incontrano ed aiutano altri cittadini a vivere al meglio l’esperienza Expo.
I volontari oltre ad essere impegnati per i 14/15 giorni del periodo di servizio, sono stati coinvolti in altre iniziative ed eventi grazie alla social community, a loro riservata, che abbiamo creato sulla piattaforma uidu.org. La Rete online è nata con lo scopo di mantenere aggiornati e motivati i migliaia di candidati che hanno superato la formazione online, ma soprattutto volevamo dare loro l’opportunità di sfruttare al meglio Expo, di rimanere costantemente in contatto con gli altri volontari e con lo Staff.
Un’altra motivazione per noi molto importante è l’eredità che Expo 2015 lascerà a Milano e al Paese e siamo convinti che questo patrimonio di “cittadini attivi”, se adeguatamente accompagnati e motivati, potrà impegnarsi in nuove attività di volontariato sia in occasione di grandi eventi che a supporto delle numerose associazioni non profit presenti sul territorio.
Più di 12mila candidature per soli 7500 posti disponibili. Secondo te, come mai questo successo non ha ricevuto copertura mediatica rispetto al più virale #Iononlavorogratisperexpo?
Come sappiamo fa molta più notizia una manifestazione “contro”, una protesta rispetto ad una proposta. Prima del 1° maggio nessuno ancora sapeva di preciso cosa sarebbe stato Expo, ma quando i gate si sono aperti ed i primi visitatori sono entrati, ecco che ogni dubbio è crollato e i volontari sono diventati centro di tutte le comunicazioni.
Sono tanti, sono motivati, sono consapevoli ed informati. Come si può bloccare un esercito (pacifico) di centinaia di volonterosi volontari? Nessun hashtag può. Ed è stato provato sul campo.
I volontari sono la prima interfaccia con il visitatore, come vengono preparati?
Tutti i volontari hanno un primo colloquio con gli orientatori dei Centri di Servizio al Volontariato, durante il quale vengono date loro le prime informazioni generali sul Programma.
Successivamente hanno accesso alla formazione online che avviene attraverso una piattaforma di e-learning a struttura modulare dotata di test finali. Tramite questa i volontari hanno imparato cos’è Expo, la sua storia, oltre ovviamente alle importanti nozioni di Safe&Security. Solo dopo aver passato la formazione obbligatoria i volontari Expo possono definirsi ufficialmente tali.
A nostro avviso è importante sottolineare quanto il volontariato, non solo in Expo, abbia bisogno di questo tipo di approccio: un’esperienza “orientata” ed “accompagnata” è la migliore modalità per fornire al volontario gli strumenti che gli permetteranno di capitalizzare al meglio l’esperienza.
Questa edizione di Expo è un esempio pratico di quanto il volontariato sia una cosa seria. E i frutti non si sono fatti attendere, mi verrebbe da dire, visti i moltissimi feedback positivi che stiamo ricevendo da chi ha già vissuto questa esperienza.
Che ne pensi delle polemiche sulle retribuzioni che hanno preceduto l'apertura di EXPO?
Se parliamo del programma volontari, non ha senso parlare di retribuzioni. Il volontariato è per sua natura un’attività che non prevede un corrispettivo monetario. Scegliere di prestare servizio come volontario è una libera scelta che ogni individuo compie per le più disparate ragioni. Abbiamo incontrato migliaia di persone entusiaste di poter far parte di questo evento così importante per la città di Milano e per il Paese.
Expo funzionerebbe alla perfezione senza volontari, ma a che pro fare a meno dei loro sorrisi e dell’energia positiva che stanno mettendo nella loro esperienza?
Il programma prevede inoltre il rimborso dei trasporti, dei pasti sul sito espositivo, un tablet in omaggio e se provenienti da fuori Lombardia anche l’accommodation per le due settimane di servizio.
Fare polemica è molto facile ma mettersi in gioco ed impegnarsi per qualche cosa che si ritiene di valore, a mio avviso, non ha prezzo.