Nello scenario collettivo la nascita di una startup la immaginiamo più o meno così: partorita in un pomeriggio qualunque, durante una chiacchierata tra amici che conversano sul futuro e sulla possibilità di dare vita alla loro pazza idea. Con la speranza sempre accesa di riuscire, almeno una volta nella vita, a dar vita ai propri sogni.
Che nella vita sia necessaria una buona dose di fortuna ed un pizzico di follia ce lo siamo sentiti ripetere milioni volte, ma è altrettanto vero che la dea bendata vada anche un po' aiutata e spinta nelle giusta direzione. Ed è proprio questo che hanno pensato gli ideatori del nuovo fondo di investimenti di Invitalia, vale a dire Invitalia Venture.
Di proprietà del Ministero dell'Economia, Invitalia è l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e per lo sviluppo dell'impresa. Gestisce tutti gli incentivi nazionali che favoriscono la nascita di nuove imprese e startup innovative, dando così impulso alla crescita economica del paese.
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Invitalia Venture
È dal 2014 che Domenico Arcuri, Ceo di Invitalia, calabrese di origine con una tesi di laurea riguardante la redditività degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno, cerca di convincere il governo a sostenere la crescita e lo sviluppo delle startup e sembra proprio esserci riuscito.
“Se un privato deve scegliere di investire tra l’Ilva o una startup innovativa, con un alto rischio di fallimento, non avrebbe dubbi: mette i suoi soldi nella prima. Ma lo Stato può permettersi di rischiare, di aspettare e di puntare sulla crescita di una startup. E invogliare anche il privato ad investirci”, queste le sue parole solo qualche anno fa.
Il mondo delle startup è in fibrillazione. È di qualche giorno fa infatti la notizia che il fondo statale sarà di 50 milioni di euro provenienti dal Fondo per la Crescita Sostenibile del Ministero delle Sviluppo Economico (Mise), ed avrà l'acronimo di IV-1. Ciò si traduce in una maggiore liquidità per quelle startup alla ricerca di investitori, che darà una scossa non indifferente al venture market italiano.
L'uomo che avrà la responsabilità del nuovo Fondo di venture capital sarà Salvo Mizzi, già conosciuto ai più sia come responsabile del Working Capital Accelerator, oggi TIM #Wcap, sia come capo di Tim Ventures. Il Working Capital accelerator è stato un antesignano in questo campo, tanto che fu uno dei primi a mettere in palio dei “grant” da 20/25 mila euro per alcune decine di aspiranti stratupper.
Lo stesso Domenico Arcuri infatti sostiene la necessità di affidare il fondo a Salvo Mizzi, dimostrando la sua reale intenzione di non dare le startup in mano a dei funzionari. “Nessun uomo del ministero entrerà nel board delle startup, solo manager esperti. Finanzieremo, aiuteremo con quel fondo, ed entro 5-7 anni disinvestiremo lasciando le società al mercato”.
Da Smart&Start al venture di Invitalia
Dalla prima edizione dello Smart&Start ad oggi è innegabile che le cose siano cambiate, ha ammesso Arcuri, “Le prime 400 startup che abbiamo finanziato non erano tutte fenomenali”, d'altronde bisogna prima sperimentare per trovare il modo giusto per riuscire nelle cose.
La strada è ancora molto lunga e tortuosa ma siamo sicuri che porterà il mercato italiano ad essere sempre più competitivo e più avanzato. Le idee ci sono e gli investimenti, lentamente ma inesorabilmente, continuano ad aumentare.