Dai braccialetti che registrano la frequenza cardiaca ai tessuti sensibili che si adattano alla temperatura del corpo, sempre più spesso i mondi della moda e della tecnologia oggi si intrecciano. Il futuro del fashion sembra orientarsi verso la programmazione e il codice da unire a stoffe e tessuti, per creare qualcosa che non è mai esistito prima.
Made with Code, il progetto di Google per il futuro del fashion
In piena Settimana della Moda di New York, ecco come moda e tecnologia si uniscono in modo nuovo. Made with Code di Google e lo stilista Zac Posen stanno collaborando per mostrare come l'informatica può superare i confini del possibile nel mondo del fashion. Un abito disegnato da Zac Posen e con disegni codificati online da ragazze adolescenti debutterà come look finale della sua sfilata.
Lo scopo principale dell’operazione di Google è quello di ispirare le giovani ragazze che hanno un interesse per la moda a scoprire in che modo la programmazione può aiutarle a creare. Concretamente però si tratta anche di trovare una soluzione ad uno dei più grandi problemi dei wearable device: diventare belli.
Wearable device, utili ma brutti?
Una delle critiche più forti nei confronti dei Google Glass al momento del loro primo lancio arrivò, per esempio, da Mark Newson, uno dei designer industriali più rinomati al mondo, che aveva sottolineato che quasi tutti i produttori di tecnologie, ad eccezione di Apple, hanno scarsissima attenzione per la moda e per il design, aspetti a cui invece dovrebbero dedicare maggiore cura perché “Se prendessero atto di come funziona il mondo della moda, di come il mondo della moda porta le cose sul mercato, con straordinaria efficienza, potrebbero imparare tantissimo”.
All’epoca un accordo con l’italiana Luxottica sembrava aver già reso esplicito il nuovo indirizzo di Google: tecnologia sì, ma anche attenzione alla moda.
Oggi Made with Code sembra essere un nuovo passo per sperimentare modelli di produzione del fashion sempre più legati non solo alla funzionalità che la tecnologia può assicurare, ma anche ad un aspetto estetico, che non va trascurato, dato che il fashion resta il segmento a maggior valore aggiunto del mercato internazionale.
Un vestito a LED per avvicinare le ragazze alla programmazione
L’esperimento di Google è partito con la mission di ispirare le ragazze e avvicinarle al mondo della programmazione, magari anche come prospettiva di carriera futura, indipendentemente dalle applicazioni concrete del codice. Per questo progetto, ragazze provenienti da organizzazioni come Black Girls Code, Flatiron School, Girls Who Code e Lower East Side Girls Club, hanno codificato i disegni per un vestito a LED attraverso un progetto introduttivo online.
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Quando il vestito sfilerà in passerella, mostrerà i pattern di luci realizzati dalle ragazze, usando un micro controller sintonizzato con le 500 lampadine a LED che compongono l’abito. E le ragazze saranno in mezzo al pubblico per assistere alla presentazione della propria creazione.
Secondo Google già dallo scorso anno sempre più ragazze si sono avvicinate al mondo del coding, esplorando l’informatica. Più di 5 milioni di progetti di codifica sono stati provati da quando Made with Code è stato lanciato nel 2014.
Solo meno dell'1% delle ragazze delle scuole superiori, però, esprimono interesse oggi per l’informatica, per questo c’è ancora tanto lavoro da fare e Google vuole iniziare di qui.
L'Italia è ancora la patria del fashion?
In Italia, unire la tradizione artigianale del made in Italy alla tecnologia potrebbe ispirare nuove interessanti vie di sviluppo per l’economia di settore. E se esperimenti, startup e FabLab a lavoro su queste innovazioni non mancano, Google suggerisce di puntare sul girl power.