Avrà oltre il 35% del mercato il neonato colosso dell'editoria italiana, con ricavi per oltre mezzo miliardo di euro: Mondadori compra Rizzoli Libri per 127,5 milioni di euro.
Ma l'importanza strategica del gruppo non si limita alle quote di mercato: la fusione tra Mondadori e Rizzoli crea il più grande gruppo editoriale europeo e il valore dei marchi storici coinvolti nell'operazione permettono agevolmente di considerarla una vera e propria rivoluzione!
I milioni offerti da Mondadori consentiranno a Pietro Scott Jovane, amministratore delegato del gruppo, di ridurre il debito e operare un rilancio attraverso investimenti, in modo da evitare l'aumento di capitale sul quale i soci del gruppo non avevano mai mostrato entusiasmo.
LEGGI ANCHE: Editoria in crisi, questione di contenuti
Rizzoli Libri, il sacrificio per evitare l'aumento di capitale
La decisione di sacrificare la preziosa Rizzoli Libri, dopo una trattativa che era in piedi da Febbraio, è apparsa inevitabile a seguito delle pressioni della banche creditrici che avevano fissato un limite massimo di debito a 400 milioni, superato ampiamente già in giugno 2015 quando la cifra si aggirava intorno ai 500 milioni di euro.
La notizia era quindi ampiamente attesa e annunciata ma la sorpresa è forse nella cifra: l'offerta iniziale era superiore di circa 7 milioni.
Lo strapotere di Mondadori sul mercato
La struttura del mercato editoriale risulta certamente modificata da questa acquisizione: Mondadori possiede già molti marchi di prestigio del panorama dell'editoria, tra i quali Sperling & Kupfer, Einaudi, Frassinelli ed Electa; con Rizzoli e Rizzoli International Pubblications, la casa editoriale guidata da Marina Berlusconi, si aggiudica un ventaglio di realtà importanti: Bompiani, Marsilio, Fabbri, Bur, Sonzogno, Etas, corredate da firme di indiscusso valore come Andrea De Carlo e Umberto Eco.
Restano esclusi dall'accordo il 58% di Adelphi Edizioni che Rcs cederà al socio Roberto Calasso, Corriere e Gazzetta dello Sport.
Mondadori compra Rizzoli: sembra fatta ma l'ultima parola spetta all'Antitrust
Sembra fatta, ma lo scoglio che il parere dell'antitrust possa essere negativo ha consentito al gruppo Mondadori di rilanciare al ribasso: in un primo tempo l'offerta era stata di 135 milioni di euro, poi riconsiderata proprio in relazione al rischio del veto da parte dell'Autorità garante per la concorrenza.
Questo mega gruppo editoriale, ribattezzato Mondazzoli, sarà in grado di accaparrarsi una quota di mercato vicina al 40%, assumendo una posizione spiccatamente dominante.
Non è escluso, a questo punto, che l'Autorità imponga la cessione di alcuni marchi per ridurre la forte inclinazione monopolistica come propedeutica al nulla osta per la fusione: il pagamento, infatti, sarà effettuato a fine dell'operazione, che si concluderà soltanto dopo il lasciapassare dell'Antitrust, con tutti i rischi connessi a carico di Mondadori.
Ma non solo: come detto, il più grande gruppo editoriale europeo può contare su altro oltre alle dimensioni.
Marchi storici e di peso nel gruppo, firme di prestigio universalmente riconosciuto ma anche un fatturato enorme e un numero considerevole di capitale umano impiegato. Senza dubbio Mondazzoli è destinato a sconvolgere il panorama dell'editoria italiana.
Secondo alcuni cancellerà completamente le velleità degli editori indipendenti e metterà in difficoltà anche gruppi editoriali concorrenti, come Feltrinelli, controllando, di fatto una parte importante della distribuzione che oggi si affida sempre più spesso a circuiti ben strutturati, inficiando, forse la pluralità della stampa e dell'informazione.