È sempre più frequente il riferimento al concetto di Internet of Things, eppure spesso non sappiamo realmente di cosa si stia parlando: un po’ perché ci viene presentato sottoforma di scenari futuristici e un po’ fumosi, un po’ perché se ne parla in realtà ancora poco – stando almeno allo scenario italiano. Sta di fatto che ci sono alcuni aspetti dell’IoT a cui dovremmo rivolgere particolare attenzione.
Per approfondire gli eventuali sviluppi dell’Internet of Things possiamo leggere l'articolo di McKinsey "Internet of Things: 5 Critical Questions", oppure concentrarci sui sei principali punti da non sottovalutare nel prossimo decennio. Sì, decennio, abbiamo l’occhio lungo!
Dalla definizione che ne dà Wikipedia, leggiamo:
"L'Internet delle cose è vista come una possibile evoluzione dell'uso della Rete. Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall'altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete."
Ma sappiamo davvero di cosa stiamo parlando? Vediamo quali sono i sei diversi scenari attuali che saranno totalmente rivoluzionati dall'avvento dell'IoT.
1. Creare valore B2B a livello globale
Per capire di cosa stiamo parlando quando ci riferiamo all’Internet of Things, spesso i media ci hanno fatto l’esempio di dispositivi e applicazioni interessati alla vendita ai consumatori finali: dispositivi indossabili per il fitness e per il monitoraggio degli indicatori di salute, così come i prodotti di automazione che rendono le nostre case più smart; eppure non dobbiamo sottovalutare l’impatto dell’IoT sul B2B. Le applicazioni business-to-business rappresenteranno quasi il 70% del valore che, secondo le stime, sarà generato dall’IoT nel prossimo decennio.
Le stime arrivano ad immaginare un valore di circa 11 trilioni di dollari all’anno a livello globale, divisi tra nove diversi settori. Quasi 5 trilioni saranno generati dal B2B, tra fabbriche, settore manifatturiero, agricoltura ed ambienti sanitari, industria mineraria, costruzioni.
Nella stima vanno aggiunte le economie emergenti che, con buona probabilità, saranno estremamente avvantaggiate nell’adozione delle nuove opportunità presentate dall’IoT: sarebbe il 38% del valore globale ad essere generato dalle economie emergenti.
Prendiamo ad esempio la Cina che, con la sua grande e crescente base industriale e manifatturiera, si troverebbe a raccogliere enormi benefici senza però soffrire, come accadrebbe invece per le economie sviluppate, del problema dell’eredità tecnologica da stravolgere e rivoluzionare.
2. Ottimizzare le operazioni
Investire in hardware, nella produzione di sensori incorporati nella produzione di attrezzature, è solo il punto di partenza dell’IoT.
I maggiori guadagni competitivi arriveranno quando i dati dell'Internet of Things riusciranno ad informarci su tutti i momenti delle operazioni che compongono le fasi di produzione industriale.
Qualche esempio: nelle fabbriche, i sensori dei macchinari che rendono i processi più efficienti, fornendo un flusso costante di dati per ottimizzare il lavoro; i sensori che informano quando le apparecchiature necessitano di riparazione, riducendo i costi di manutenzione di ben il 40%, così come i tempi di inattività; la gestione delle scorte affidate alle telecamere che ci fanno una fotografia dei numeri di componenti necessari lungo le linee di produzione; infine, nel settore minerario, i veicoli a guida automatica che permettono di aumentare la produttività del 25%, ridurre gli infortuni sul lavoro e quindi i costi sanitari.
L’IoT è anche in grado di portarci a una maggiore consapevolezza dell’effettivo utilizzo dei prodotti: Utilizzando i dati di apparecchiature, piuttosto che le informazioni provenienti da focus group, o sondaggi, i produttori saranno in grado di modificare i progetti in modo che i nuovi modelli abbiano prestazioni migliori e per imparare quali caratteristiche e funzionalità non sono utilizzate a dovere, e pertanto dovrebbero essere eliminate o riprogettate.
Analizzando i dati di utilizzo, ad esempio, una casa automobilistica ha scoperto che i clienti non utilizzavano il comando del riscaldamento del sedile sulla base dei dati meteo incamerati dal software. La casa automobilistica ha aggiornato il software del touchscreen dashboard per includere il comando apposito per riscaldare, su richiesta, il sedile del guidatore.
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3. Creazione di innovativi modelli di business
L’Internet delle Cose può anche stimolare nuovi modelli di business che potrebbero rivoluzionare le dinamiche competitive nel settore industriali.
I pionieri di questa tendenza sono stati i produttori di motori jet che hanno spostato il loro modello di business verso la vendita di servizi accessori: se ci sforziamo di immaginare il settore trasporti come un business di macro-servizi, popolato da applicazioni e dispositivi di geolocalizzazione, ci rendiamo conto di come questo nuovo modello di business stia avendo il sopravvento sulle vendite di veicoli tradizionale.
In primo luogo, la possibilità di tenere traccia di quando e come prodotti e servizi sono effettivamente utilizzati consente ai produttori di stabilire i prezzi in modo molto più dinamico e allineato ai consumi.
In secondo luogo, i dati combinati di tutti questi beni connessi tra loro, aiuta i fornitori delle attrezzature ad operare in modo più efficiente, rendendo possibile un servizio più efficiente soprattutto agli occhi dei clienti finali.
Questo modello di business richiede una vera e propria evoluzione del settore industriale, in cui le aziende dovranno investire energie e risorse sui servizi: lo sviluppo del prodotto, per esempio, diventa lo sviluppo dei servizi, dove il valore è co-creato con i clienti.
4. Rivoluzionare l’organizzazione aziendale
Insomma, l'IoT sarà una vera e propria sfida per i ruoli organizzativi tradizionali: ad esempio, le posizioni impegnate nel settore IT non potranno più limitarsi allo sviluppo di prodotti; dovranno lavorare a stretto contatto con i manager.
Nel commercio al dettaglio, ad esempio, una delle maggiori fonti di valore potrebbe venire dalle vendite personalizzate e in tempo reale previste nei singoli punti vendita.
Tutto questo richiederà la sofisticata integrazione dei dati attraverso molte fonti: dati di localizzazione in tempo reale; dati storici del cliente; dati relativi alla merce disponibile in negozio, dando la possibilità al cliente di sapere già dove andare e cosa chiedere, di usare un coupon immediato per acquistare un articolo magari già visto on-line.
È piuttosto chiaro che le aziende dovranno allineare la loro IT e i manager, anche se tradizionalmente queste funzioni tendevano a lavorare separatamente. E, senza soffermarci esclusivamente sulle risorse relative all’IT, l'Internet of Things richiederà una continua formazione di tutte le risorse umane aziendali, dal settore marketing agli amministratori delegati.
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5. Superare l'interoperabilità
Le strategie che utilizzano i dati dell'Internet degli oggetti in modo efficace spesso richiedono interoperabilità.
In futuro circa il 40% del valore potenziale richiederà diversi sistemi dell’IoT per comunicare tra loro e di integrare i dati, relativamente poco rispetto allo scenario odierno.
Tuttavia, l’interoperabilità da sola non basterà più: nel passaggio a un mondo in cui degli oggetti viene utilizzato per la previsione e l'ottimizzazione, le aziende dovranno essere capaci di mettere alla prova le proprie capacità interne di analisi, o affidarsi a consulenti esterni. Avranno bisogno di sviluppare e quindi di distribuire i software di analisi che consentiranno di gestire con dimestichezza le informazioni ricavate dai dati che gli oggetti genereranno. Insomma, un’altra potenziale opportunità di mercato per gli sviluppatori di software.
6. Parola d’ordine: sicurezza
Più dati sono in circolo, maggiore è il pericolo di violazione: prevedibilmente i futuri manager nutriranno maggiori preoccupazioni per la sicurezza informatica aziendale.
Tuttavia, preparazione per una rivoluzione di questo tipo richiederà anche un nuovo approccio strategico, definito anche resilienza digitale.
Le aziende avranno il bisogno di adattare le protezioni di sicurezza informatica ai processi e a tutto il patrimonio informativo di ciascuno di essi, che in un mondo alimentato dall’Internet of Things saranno sempre più fitti e ricchi.
Allora, quale scenario stimolato dall'Internet of Things ti incuriosisce di più?