In quest'ultimo periodo Facebook si sta dimostrando particolarmente attento ai temi sociali. Sarà che i fatti di cronaca lo richiedono, sarà che lo Zuckerberg-futuro-padre sta svelando sempre di più il suo lato umano, o sarà piuttosto che la sua conquista del web sotto ogni aspetto e campo sembra non volersi arrestare di fronte a nessuna nuova sfida. Ad ogni modo, questa è la volta del fundraising: il social ha dichiarato ufficialmente di aver creato uno strumento per le realtà non-profit, che consente di creare apposite pagine Facebook per gestire singole campagne di raccolta fondi.
Da adesso è possibile, appunto, creare una pagina verificata con contenuti multimediali dedicati ad una specifica campagna, ma soprattutto raccogliere direttamente le donazioni degli utenti attraverso il tasto "Fai una donazione" e ampliare la viralità dell'iniziativa grazie alle dinamiche del social.
A ben guardare non si tratta certo di uno strumento completamente nuovo per le sue caratteristiche. La prima cosa che viene in mente è di sicuro la piattaforma di Crowdrise, che funziona in modo analogo per la raccolta fondi. E il principio alla base, se si esclude l'aspetto sociale legato alla beneficienza, ricorda molto anche Kickstarter e Indiegogo, le piattaforme di crowdfunding che danno visibilità a progetti indipendenti di vario tipo, con l'obiettivo di renderli realizzabili attraverso il sostegno economico delle persone interessate ad una specifica causa.
Ma le enormi potenzialità di quest'idea risiedono in un fattore molto semplice: si trova su Facebook. Anzi, è Facebook. Il fatto di poter concentrare le informazioni sulla campagna, la raccolta fondi e la promozione virale dell'iniziativa in un unico posto - e Facebook non è esattamente un posto qualunque - è sicuramente un vantaggio innegabile.
Non è poi così inverosimile che in una prospettiva futura le applicazioni di questo strumento possano essere estese anche al di fuori dell'ambito sociale. Già oggi i social giocano un ruolo fondamentale per tutte le piattaforme di crowdfunding, convogliando sui loro siti una buona percentuale di traffico e moltiplicando l'eco di tanti progetti e cause di ogni tipo.
Techcrunch già vede in questo nuovo progetto un possibile competitor per realtà come Kickstarter: direttamente interrogato sulla questione, Facebook ha per ora confermato però che si tratta di uno strumento pensato solo per il non-profit. Staremo a vedere.
Intanto iniziamo a conoscerlo meglio, perché c'è da scommettere che presto diventerà molto familiare nel nostro feed. O almeno c'è da augurarselo. Ecco le funzioni principali e i vantaggi per le organizzazioni non-profit:
- Avere una pagina verificata a disposizione per la singola causa, con foto e video che ne raccontino storia e motivazioni
- Invitare a partecipare alla campagna e accrescerne l'awareness, attraverso il semplice tasto "Partecipa"
- Ricevere le donazioni direttamente attraverso Facebook, con il tasto "Fai una donazione", a mezzo Paypal o carta di credito/debito
- Personalizzare le donazioni: sono presenti delle cifre prestabilite, ma chi dona può decidere anche di inserire un importo diverso, compreso tra 4 € e 896 €
- Tenere aggiornati i sostenitori della causa sul raggiungimento dell'obiettivo, attraverso una barra che mostra l'avanzamento della raccolta
- Aumentare la viralità della campagna: chiunque può condividere l'iniziativa e invitare i propri amici a donare, con i tasti "Condividi" e "Invita"
Al momento lo strumento è in fase di test e già attivo, grazie all'adesione di 37 partner, tra cui organizzazioni internazionali del calibro di Save The Children, UNICEF USA e WWF. In questa fase iniziale è però esteso solo alle cosiddette organizzazioni 501(c)(3), ossia le organizzazioni non-profit con sede negli Stati Uniti, che godono di particolari agevolazioni fiscali.
Per scoprire di più e ricevere aggiornamenti sull'avanzamento del progetto e le nuove adesioni, basta compilare un form direttamente nell'apposita sezione di Facebook. Intanto, chi vuole, può già iniziare a donare.
Di solito si dice che chi fa beneficienza non dovrebbe sbandierarlo ai quattro venti. Da adesso, forse, le cose potrebbero cambiare: condividere la propria buona azione non è necessariamente un male, anzi. Che l'abbiate odiata o meno, pensate semplicemente all'Ice Bucket Challenge dello scorso anno.