Googlare, twittare, taggare, spammare: il mondo digital muta costantemente il nostro modo di conversare.
E proprio con un neologismo il Wall Street Journal ha provato a descrivere il futuro di una finanza sempre più “uberizzata”.
Il potere della sharing economy e delle disruptive technologies
In un momento storico che mette a dura prova la credibilità e la crescita delle istituzioni bancarie, i modelli di sharing economy hanno tanto da insegnare e rivoluzionare anche nel mondo finanziario.
Il Wall Street Journal ha provato ad immaginare come evolveranno nei prossimi anni i sistemi bancari e le interazioni dei singoli e delle aziende, paragonando questa rivoluzione al modello Uber.
La keyword di questa trasformazione, infatti, diventa disintermediazione: così come la popolare applicazione è riuscita a determinare una vera e propria disruption nelle modalità di trasporto colpendo duramente il corporativismo dei tassisti, così le attività bancarie potrebbero bypassare i tradizionali sistemi di mediazione previsti, ad esempio, in caso di prestiti.
In cosa saranno diverse le banche “uberizzate”?
I servizi finanziari saranno in grado di raccogliere la sfida lanciata dalle tecnologie disruptive per offrire una digital customer experience efficace?
Keyword: disintermediazione
Per capire a quale sfida potrebbe andare incontro la finanza nei prossimi decenni, dovremmo prima chiederci come davvero mutano la nostra esperienza le tecnologie disruptive. Qual è la formula segreta di servizi di sharing economy come Uber e Airbnb Non potevamo, forse, muoverci in taxi o affittare una stanza anche prima dell’avvento di queste applicazioni e piattaforme? Il vero catalizzatore del successo diventa l’esperienza offerta al consumatore: una customer experience che rende più diretto, semplice e immediato il servizio offerto e richiesto sul mercato. Il numero di attori coinvolti, grazie ai servizi di sharing, si moltiplica grazie alla disintermediazione e all’apertura di un mercato che si ridefinisce fino ad avvertire la necessità di nuove regolamentazioni.
Connettività via smartphone, dati geolocalizzati, surge pricing: saranno queste alcune delle parole d'ordine del modello Uber con le quali si ritroverà a fare i conti il sistema finanziario.
Oltre alla capacità di rispondere ad un bisogno ben definito del consumatore, i servizi online come Airbnb e Uber ridisegnano un nuovo sistema nel modello di business tradizionale che vanno ad insediare, rendendolo più semplice, intuitivo e, soprattutto, diretto.
Il vero protagonista di un modello basato sulla disintermediazione? L’algoritmo. Da una delle più famose piattaforme di crowdfunding come Kickstarter ai servizi di consulenza personalizzati per la gestione di risparmi su basi algoritrmiche come Wealthfront, MoneyFarm e tante altre realtà, tra le quali Betterment e Personal Capital, la digital wave diventa l’asso nella manica in grado di ricostruire una reputation del sistema bancario duramente compromessa dalla crisi finanziaria del 2008.
Banking without banks
Quale sarà, quindi, il futuro dei servizi finanziari prefigurato dal modello Uber?
La banca uberizzata del futuro dovrà adattarsi alla velocità della disruptive tech e rispondere alle esigenze di un consumatore abituato ad ottenere i servizi desiderati alla velocità di pochi click, fruibili dai propri device mobile.