Di digital detox si parla molto negli ultimi. Tutti avrete letto dei rischi collegati ad un utilizzo smodato dei device elettronici, alla dipendenza da notifiche. Probabilmente duranti i minuti che vi occorreranno per leggere questo articolo, riceverete almeno un paio di notifiche. Vi consigliamo di ignorarle e terminare la lettura, perché alla fine dell'intervista ad Alessio Carciofi, forse vi chiederete se anche voi non avete bisogno di un bel detox.
Alessio Carciofi è fondatore e CEO di Your Digital Detox, la prima realtà ad occuparsi di Digital Detox, già consulente e formatore di digital marketing e docente della Ninja Academy. Con lui abbiamo affrontato il tema della dipendenza digitale e del modo in cui influenza la nostra vita, sul lavoro e nella quotidianeità.
In che modo la sindrome Fomo condiziona vita lavorativa e personale?
Siamo passati dal digital addiction alla distraction addiction, dove le distrazioni digitali sono sempre più frequenti in questa “vita liquida”. Controlliamo lo smartphone a tutte le ore del giorno, ogni volta che siamo in grado, prima delle riunioni, durante gli staff meeting, tra il rosso e il verde ad un semaforo, in fila al supermercato e sul water, al punto che stiamo diventando ossessionati.
Tale comportamento è annoverato come "sindrome Fomo" (fear of missing out) ovvero la paura di perderci qualcosa di importante al punto che in media guardiamo il cellulare 150 volte al giorno come testimoniano i dati.
Quasi tutti quelli che conosco sono dipendenti in qualche misura da Internet.Tony Schwartz sul New York Times.
C’è una lunga lista di effetti collaterali collegati agli smartphone, come:
- il Text claw o artiglio del’SMS, che causa l’infiammazione dei tendini ed il tunnel carpale;
- la sindrome della vibrazione fantasma, che si verifica ogni qual volta in cui erroneamente controlli il tuo smartphone pensando che stia squillando;
- insonnia, in quanto le luci LCD degli strumenti digitali sopprimono la produzione naturale di melatonina fino al 22%;
- il collo da sms, ovvero lo smartphone sta modificando la nostra postura, curvandoci in avanti al punto che gli studi evidenziano una “pesantezza” di 6o libbre;
- ansia, secondo le ricerche lo smartphone in modalità always on è sintomo di ansia.
Questi sono alcuni studi sulle cause di come il digital sta diventando sempre più invasivo nelle nostre vite, e di come il confine tra vita lavorativa e personale è sempre più labile.
Come fare a capire quando si ha bisogno di un digital detox?
Ci teniamo a sottolineare che il Digital Detox come lo intendiamo noi non è come il modello americano, ovvero esclusione ed evasione dal mondo digitale per un week end o una settimana; bensì è un modello che si basa sulla matrice mediterranea, ovvero inclusione e ricerca del giusto e sano equilibro tra online e offline.
Secondo noi, il Digital Detox è il metodo di gestione per migliorare la qualità del tempo lavorativo, personale e interpersonale, aumentando la produttività, riducendo lo stress. In questo modo siamo convinti che andremo a migliorare la qualità di vita della persona, aumentando gli standard qualitativi del benessere aziendale.
In una parola Digital Detox per noi è equilibrio, in uno scenario dove il climax aziendale è sempre più “caldo” come dimostrano le ricerche dell'American Psychological Association: il 69% delle persone percepisce il lavoro come fonte di stress, il 41% è ansioso e stressato durante la giornata. La percentuale dei leader che afferma di sentirsi vittima del burnout si attesta a una cifra spaventos: il 96% (dati dell'Harvard Medical School Research).
Quest’ultimi dati sono davvero importanti per il momento storico che stiamo vivendo, dove c’è il tramonto di un modello di lavoro “fordista” incentrato sulla produzione lineare e controllo alfanumerico e l’alba di un nuovo modello di lavoro chiamato smart working. Crediamo molto nel Digital Detox, come nuovo paradigma di benessere digitale e lo stiamo diffondendo in Italia attraverso vari progetti e iniziative che ci vedono coinvolti a livello aziendale e di pubbliche amministrazioni.
Come possono le aziende integrare e proporre tale attività e tale approccio ai propri dipendenti?
Le persone sono così connesse al punto che la produttività media del dipendente sta diminuendo. Veniamo interrotti ogni 180 secondi sul posto di lavoro, tra notifiche, WhatsApp e mail, al punto da trascorrere due ore in più al giorno sul lavoro per recuperare le distrazioni digitali. (dati della University of California di Irvine). Uno studio effettuato nel 2013 ha rivelato che il lavoratore digitale medio dedica il 28% del suo tempo a gestire la sua posta elettronica: sono più di 11 ore a settimana.
Accenture ha affrontato il tema delle distrazioni digitali e di come essere diminuiscono la produttività giornaliera del dipendente, in uno scenario dove gli ambienti di lavoro sono invasi di distrazioni digitali.
Ci piace far passare il messaggio che il digital è positività nella misura in cui si trova la giusta alchimia tra la vita e il lavoro che evolve, e per questo abbiamo creato il Metodo “Digital Felix”, proponendo corsi di formazione sperimentale e strategie innovative rivolti ai dipendenti e al management.
Noi crediamo e vogliamo trasferire una nuova cultura di benessere digitale che rientra all’interno di un paradigma evolutivo di benessere aziendale. Siamo certi che la consapevolezza delle persone sia il Caronte verso una nuova sostenibilità del rapporto spazio tempo, dove quest’ultimo è la risorsa più preziosa che abbiamo e per tale dobbiamo investirla al meglio, e non sprecarla.
"In attesa che lo Smart working diventi una realtà diffusa è consolidata anche nelle aziende italiane il "digital felix" anticipa la gestione del lavoro da remoto e dei device (smartphone, tablet, pc) con un vademecum chiaro e fruibile per dipendenti, quadri e manager aziendali." Alessio Carciofi.
E il marketing? Che approccio dovrebbero avere le aziende nel pianificare e comunicare le loro iniziative?
Il marketing dovrà prendere in seria considerazione il Digital Detox, nell’era della distrazione, affinché il giusto messaggio possa arrivare al cuore della persona. Soprattutto dovrà riscrivere i capisaldi del concetto stesso di marketing, ovvero, passare dal creare “falsi bisogni” a risolvere i veri bi-sogni delle persone, partendo da quelle che lavorano in azienda.
Siamo fortemente convinti che il dipendente felice apporterà un’energia vibrazionale superiore che si ripercuoterà in produttività e benessere.
Siamo nel camminamento di paradigma dal we-llness allo YOU-llness dove la differenza starà sempre più nelle persona, e noi le persone le formiamo per [ri]trovare l’equilibrio ma soprattutto la loro "missione" in questo mondo dove tutti sono alla ricerca della propria "storia" personale da scrivere.