È tempo di svolte anche nel campo delle bionde: la Germania e il gruppo belga Anheuser - Bush InBev, detentore delle più conosciute marche di birra, perdono la leadership di mercato in favore dell’Oriente. Secondo la classifica 2016 di Euromonitor è cinese la birra più venduta al mondo.
Il mercato della birra è uno scenario frammentato, ma in crescita, con previsioni di vendita per 688,4 miliardi entro il 2020 grazie anche al crescere dei consumi di birra artigianale e dell’importanza dei giovani nell’espansione del mercato. Solo la tradizione di una birra con gli amici, insomma, non cambia mai.
La birra più venduta al mondo ha gli occhi a mandorla
Euromonitor ha stilato la classifica delle dieci birre più diffuse al mondo e quattro di queste hanno gli occhi a mandorla: Harbin (8), con una quota di mercato pari al 1,5%, è la birra ghiacciata per eccellenza con una lunga tradizione alle spalle; Yanjing (6), con un indice dell' 1,9%, la birra cinese fino al luppolo e la birra ufficiale del Paese, Tsingtao (2), con una quota del 2,8%, oggi conosciuta anche negli USA, dove si è classificata come la birra più venduta di provenienza cinese; Snow (1), la prima birra al mondo, con un mercato pari al 5,4% del totale, il suo successo è il prezzo bassissimo, 1 dollaro al litro, e la circoscrizione in un solo Paese: la Cina.
Tra le altre sei in classifica troviamo il gruppo Anheuser - Bush InBev con la Brahma (9) e la sua quota di mercato del 1,5%, la bionda più famosa in Brasile disponibile in due varianti; Skol (5), con una percentuale del 2,1 sul totale, caratterizzata dal sapore internazionale vista la combinazione di birrifici inglesi, canadesi, svedesi e belga nella sua composizione; le sorelle Budweiser (4) e Bud Light (3) con quote rispettivamente del 2,3% e del 2,5%, le bionde americane diffuse nel mondo anglosassone dove la giovane Bud Light si distingue per meno zucchero e calorie.
Ultimo posto per la Coors Light (10), con una quota di mercato del 1,3%, la birra che ha puntato tutto sull’essere ipocalorica, sulla scia dell’attenzione alla linea e della salute dagli anni ‘80 in poi.
Infine come dimenticare Heineken (7), con un indice del 1,5%, l’olandese che ha puntato sulla comunicazione e sul marketing per raggiungere le vette della popolarità, vincendo anche per la seconda volta il premio Creative Marketer of the Year.
Birra artigianale, il Made in Italy accanto alle sorelle straniere
Se si parla di artigianalità il Made in Italy si distingue anche nel campo della birra, dove negli ultimi anni si è registrato un incremento del numero di piccoli birrifici artigianali nei quali la bionda è miscelata e curata secondo la tradizione birraia, per un mercato che sta raggiungendo l'importanza e la notorietà di quello dei marchi più conosciuti.
Seppur la tradizione italiana sia tra le più giovani - nata negli anni ‘90 -, lo stile è inconfondibile e la qualità tra le più apprezzate: piccole dimensioni del birrificio, assenza di pastorizzazione, grande attenzione alle materie prime, un gusto ed aroma intenso fanno della birra artigianale un trend in continua crescita e della bionda italiana un nome tra i più prestigiosi soprattutto all’estero.
Insomma se l’Italia fino a poco tempo fa era patria solo di buon vino, ora viene riconosciuta anche come la casa di diverse qualità di birra anche tipiche, come quella alle castagne o quelle fatte di una miscela in cui il vino si fa sentire, segno che le radici storiche e la tradizione non si dimenticano.
LEGGI ANCHE: Beer?! È nato il nuovo Yo! alcolico
Un mondo a tutta birra in cui i giovani fanno la differenza
Altro che Bacco e vino, la coppia perfetta nel mondo 2.0 è giovani e birra. Non dirmi che non hai mai pronunciato la tipica frase: ci andiamo a fare una birra?
La tendenza di bere una birra fuori con gli amici è costante, sorseggiare una birra in compagnia è un bel modo anche per socializzare e trascorrere un po' di tempo sorseggiando un alcolico di una gradazione inferiore al vino, bevanda fino ad oggi più diffusa nei Paesi del Sud Europa.
Importante, poi, è che la birra è trasversale nei consumi, dai giovani agli anziani, dalle donne agli uomini.
I giovani, in ogni caso, rimangono i protagonisti indiscussi, ambassador in grado di dettare legge in fatto di consumi e quindi target importantissimo per la comunicazione di brand o di prodotto da parte delle diverse case birraie. Comunicazione sempre più spesso rivolta anche ad una sensibilizzazione per un consumo più responsabile.
Se i giovani sono il target di consumo principale, gli usi e i costumi di bevuta cambiano da Paese a Paese: dall’America dove la birra si beve solo “cold”, alla Spagna dove rappresenta un buon aperitivo, all’Inghilterra, Irlanda e Belgio dove è la bevanda per il pasto, fino all’Italia dove birra-e-pizza non le batte nessuno.
Infine, una nota è certamente legata al gusto. Paese che vai birra che trovi, dall’aromatica, alla fortemenente alcolica, dalla chiara, alla scura, alla rossa, dall’industriale, all’artigianale, versatilità e adattabilità ad ogni occasione potrebbero essere i termini per definire una buona birra.
In una guerra tra Cina e Germania per i primi posti dell'ambita classifica di vendita, essere una birra non è facile, ma di una cosa siamo sicuri, piacerai sicuramente a qualcuno prima o poi.