Una pianta per ricaricare lo smartphone: una follia? Beh, se sulla nota piattaforma di crowdfunding Indiegogo ha già raggiunto e ampiamente superato (del 612%) la cifra necessaria per la produzione e la commercializzazione, è assai probabile che Bioo Lite - un geniale sistema per ricaricare smartphone e tablet - sia tutt'altro che una pazza idea.
Di cosa sto parlando? Semplice: Bioo Lite sfrutta il processo della fotosintesi clorofilliana delle piante per ricaricare smartphone, tablet e altri dispositivi. Bioo Lite è infatti un vaso al cui interno è presente una soluzione liquida; il processo della fotosintesi attiva alcuni batteri presenti nella soluzione: la reazione chimica che ne consegue genera elettroni. In altre parole, il processo della fotosintesi clorofilliana trasforma il vaso in una pila che consente di ricaricare smartphone e tablet circa due volte al giorno tramite un ingresso usb standard.
Farlo funzionare è semplice: basta rimuovere la presa usb dal vaso, riempirlo di acqua, scuoterlo (ma non troppo forte) per attivare i processi necessari al funzionamento, immettere la pianta con la terra, collegare lo smartphone alla presa ubs e attendere che la batteria raggiunga l'agognato 100%.
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"Our dream, your dream"
Il progetto è stato sviluppato da Arkyne Technologies: l'azienda ha creato una divisione apposita per sviluppare Bioo, che prevede sia Bioo Lite che la versione standard per contesti più ampi.
Alla base del progetto c'è la volontà di rendere "pulita" dal punto di vista energetico un'attività che noi tutti compiamo più volte al giorno: quello di ricaricare lo smartphone.
Abbiamo piante decorative dappertutto, a casa o sul posto di lavoro. Perché non usarle meglio? Ricarica i tuoi dispositivi con i nostri vasi, unici e dal look moderno, e dimenticati del livello della batteria del tuo telefono o tablet. Con Bioo Lite non solo aiutiamo l'ambiente sfruttando le piante come fonte di energia, ma aiutiamo a ridurre il consumo di energia elettrica quotidiana.
Il team, inizialmente ispirato da alcuni studi della NASA, ha sviluppato l'idea in dieci mesi di duro lavoro e di studi approfonditi su tutti i componenti di Bioo Lite, in modo da riuscire a trasformare gli elementi espulsi dalla pianta dopo il processo della fotosintesi in elettricità. La pianta non ne è in alcun modo danneggiata e il sistema è auto-rigenerante.
Il progetto, oltre ad aver raccolto molto più dei fondi necessari, ha attirato l'attenzione dei media (ne hanno parlato, fra gli altri, il Daily Mirror e Yahoo Tech) e di partner importanti come Fundación Repsol, LS Technova e Vanacco.
In attesa che Bioo Lite arrivi nelle nostre case, sono curioso: ti affascina questo progetto?