Pokémon Go è stato rilasciato poco più di un mese fa, e da allora nemmeno un giorno è trascorso senza che i media (social e non) ne parlassero, bene o male che fosse. L'app dei record ha dato il via ad un fenomeno culturale di massa che non accenna a scemare, almeno per il momento, ma che talvolta genera risvolti inaspettati. Come, ad esempio, il suo valore terapeutico per pazienti in via di recupero.
Per chi di voi se li fosse persi, abbiamo quindi raccolto in questo post alcuni dei fatti più rilevanti, curiosi, interessanti ma anche preoccupanti e ahinoi, tragici, che ruotano attorno all'universo di Pokémon Go.
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Pokémon Go e i bambini del C. S. Mott Hospital
Quando scriviamo "tutti pazzi per l'app del momento" non ci limitiamo alla cerchia di gamer e appassionati della tecnologia. Sembra infatti che in giro per il mondo alcuni ospedali si siano attrezzati per utilizzare l'app di Niantic a scopo clinico. Uno di essi è il C. S. Mott Hospital, in Michigan, che incoraggia i suoi piccoli pazienti a giocare con l'app: a caccia di Pokémon tra i corridoi, infatti, i bambini interagiscono con gli ambienti e il personale, che d'un tratto sembrano diventare meno tristi e paurosi.
Pokémon Go come terapia per l'autismo
Alcuni studiosi avrebbero dichiarato che l'app è di particolare aiuto ai bambini affetti da autismo e sindrome di Asperger. Come riporta l'articolo della CNN, il gioco sarebbe in grado di aiutare le persone affette da questa patologia grazie alla sua coerenza strutturale: poiché Pokémon Go è costituito da una serie finita di personaggi e si sviluppa attorno ad una struttura che non cambia, è in grado di incontrare l'interesse dei bambini autistici, spingendoli ad interagire con l'ambiente circostante.
L'app sale in cattedra
Gli studenti dell'Università dell'Idaho ora potranno cacciare Pokemon durante le ore di lezione senza temere ripercussioni. L'ateneo ha infatti introdotto un corso in "Pop Culture Games", che ha l'obiettivo di insegnare agli studenti a condurre una vita attiva, a fare gioco di squadra ed esplorare le loro comunità.
La realtà aumentata diventa mainstream
Pokémon Go ha contribuito in maniera massiccia a far sì che le persone prendessero confidenza con la realtà aumentata, finora conosciuta (o perlomeno utilizzata) solo da pochi, perlopiù attivi nel mondo della tecnologia per passione o motivi professionali. Secondo l'analisi di Adweek, il settore della comunicazione pubblicitaria di sta attrezzando per trarre vantaggio dall'interesse per questa tecnologia che, però, potrebbe raggiungere una massa davvero critica di fan solo quando la diffusione di handset sarà davvero capillare.
Pokémon Go, l'app combina guai
Inutile negarlo, non tutti gli appassionati del nuovo videogame di Niantic hanno un approccio equilibrato al gioco. Decine e decine di persone si sono già messe nei guai, in tutto il mondo, per aver infranto diverse leggi mentre erano intente a cacciare Pokémon: c’è chi lo fa mentre è alla guida, chi è caduto da un dirupo costringendo i vigili del fuoco ad intervenire. C’è chi si è addirittura licenziato per realizzare il sogno di catturare tutti i Pokémon, o chi ha chiamato il 999 per denunciare il furto dei suoi Pokémon. E sì, a quanto pare c’è chi sta dando ai propri figli il nome di un Pokémon.
La dipendenza da smartphone si fa ancora più forte?
Sin dall'alba dei social network e degli smartphone, molti artisti hanno posto la loro attenzione sul predominio, soprattutto psicologico, che le nuove tecnologie hanno spesso raggiunto nella nostra società. Moltissimi lavori non possono che essere stati dedicati, nelle ultime settimane, a Pikachu & co, colpevoli di tenerci tutti in scacco. O meglio, di essere tanto di successo da impedirci di liberarcene.
Uno dei lavori più conosciuti in rete è quello di Pawel Kuczynsky.
La parodia celebre
Probabilmente era in questo caso superflua, ma a sancire la conquista di Pokémon Go di un posto d'onore nella cultura pop è arrivata una celebre parodia/citazione, probabilmente la più ambita del piccolo schermo: quella di Matt Groening e dei suoi Simpson.