È il sogno di ogni pubblicitario, quello di vedere il testimonial incidersi il messaggio sotto pelle.
Ed è quello che ha fatto, almeno virtualmente, David Beckham per la campagna solidale di UNICEF UK contro la violenza sui minorenni: a torso nudo lancia un messaggio breve e incisivo: “Violence against children marks them forever, it's wrong. End it.”
David Beckham, volto noto di molte campagne pubblicitarie (H&M, per citarne una), questa volta ha prestato il suo corpo, protagonista principale di questo spot: 60 secondi nei quali i suoi tatuaggi prendono vita grazie all'animazione digitale e raccontano scene di violenze sui minori.
Il messaggio della campagna: mentre i veri tatuaggi di Beckham rappresentano il ricordo di momenti felici in famiglia e sono stati fatti di proposito, le cicatrici indelebili che rimangono ai bambini vittime di violenze non sono frutto di una loro scelta.
L’ex calciatore è Goodwill Ambassador di UNICEF da più di dieci anni.
Il 5 dicembre hanno lanciato insieme il filmato che ricorda i segni indelebili lasciati sulla pelle dei più indifesi. “La violenza segna per sempre" dice la voce di una bambina, mentre si vede il messaggio aprirsi tra un cuore frantumato.
© UNICEF/UN042328/UK
L’impegno online dell’ex calciatore
L’hashtag #ENDviolence riassume il messaggio lanciato nel filmato, seguito dall'invito a diffondere questo video sui social media.
Non è l’unica iniziativa digitale dell’Ambasciatore di Buona Volontà: usando U-Report, un tool di messaggistica per bambini e adolescenti, Beckham li ha invitati a rispondere alle domande sulla problematica delle violenze sui minori.
Più di 190.000 “U-Reporters” hanno risposto da 22 paesi. Il 67% ha dichiarato di aver subito violenze fisiche o psicologiche o di conoscere qualcuno che ne è vittima.
© UNICEFUN042329UK
Lo storytelling secondo McQuiggin
Jonas McQuiggin è il regista di questo filmato, creato da BlindPig.
La post-produzione è a cura di Absolute Post. McQuiggin ha commentato l’originalità di questo filmato: “È differente dalla maggior parte delle campagne perché è la storia ad essere in evidenza, non il personaggio famoso.” E ancora il regista: “A mio parere il prodotto finale parla da sé. È un notevole esempio di come storie profonde e coinvolgenti possano essere comunicate in maniera non convenzionale.”
Pollice in su per questa campagna solidale, che si schiera contro coloro che alzano le mani (o la voce) verso i più indifesi.