Il 15 e 16 Febbraio si è svolta la prima edizione del Dublin Tech Summit che, non senza qualche intoppo tecnico, è riuscita a dare una buona visione del panorama attuale per quanto riguarda vari settori Tech; da quello medico al fashion, passando per IoT e finanza, ma senza dimenticare creatività e marketing.
Pur dividendosi in sei declinazioni, la conferenza ha mantenuto un tema centrale ben preciso, ovvero il bisogno di riportare l’uomo e i suoi bisogni al centro di ogni innovazione. Non sono infatti mancati grandi esempi di intere categorie che hanno perso da tempo questa concezione. Iniziando da noi marketers (vedi l’avvento di AdBlock), fino ad arrivare ai grandi della finanza (vedi Bitcoin).
Le due giornate si sono rivelate come un’importante occasione di crescita sia per startup che per piccole imprese, soprattutto per quanto riguarda gli interventi di personaggi di alto profilo come Gary Vaynerchuk, Matthew Luhn (Pixar) e il robot Robothespian. Di seguito, vi riportiamo gli interventi più interessanti e utili, soprattutto se siete marketers o proprietari di aziende o startup.
L’arte dello Storytelling - Matthew Luhn, Pixar.
Una delle fondamenta di questa disciplina è instillare emozioni nel cuore di chi ascolta. Tutto ciò vale non solo nel cinema, ma anche per i brand e nel business in generale, persino quando ci si accinge a tenere un elevator pitch. Per Matthew, qualsiasi storia che si rispetti deve essere memorabile, di impatto e personale.
Lasciate a casa percentuali e numeri, solo il 5% delle persone li ricorda, focalizzatevi invece sulle emozioni e su situazioni in cui il vostro pubblico può relazionarsi. Pensate a Steve Jobs, il suo metodo di comunicazione si basava sempre su quello che in America chiamano “Rollercoaster of emotions”, ovvero accostare emozioni positive e negative a ritmo serrato. “Portarsi dietro vari cd insieme al lettore è pesante e fastidioso” - “Con iPod, vi porterete dietro mille canzoni nel palmo di una mano”, cercate qualche video di Steve, e ve ne renderete conto.
Ma come si crea una storia? Secondo Matthew servono quattro elementi fondamentali:
- Un inizio accattivante: in media, avete solo 8 secondi per catturare l’attenzione di una persona, quindi bisogna cercare di parlare di qualcosa di inusuale, inaspettato o di un conflitto. Prendete ad esempio il film “Ratatouille”, i primi secondi della pellicola vi dicono che quella è la storia di un topo che vuole diventare uno chef di cucina francese!
- Cambiamento: le grandi storie parlano sempre di trasformazione, quelle migliori ti fanno cambiare.
- Connessione: connettersi con audience diverse può essere un problema, per questo ci sono gli archetipi. Per Matthew, essere felici tutto il tempo non è importante, una buona storia deve abbracciare più sentimenti possibili.
- Struttura: deve essere ben pensata e non lasciata al caso. Alla Pixar, quando devono dare struttura ad una storia, prendono come spunto il ciclo della vita e delle cose, ci deve essere sempre un inizio, ma anche una conclusione definita.
In conclusione al suo intervento, Matthew ricorda il suo mantra: “Non cercate di fare i furbi, siate onesti e vulnerabili”.
L’utilizzo dei video per rinforzare la brand authority - Panel con Susan Danziger, CEO di Ziggeo, Matthew Charles, VPO di Grabyo, Jeremy Goldman, CEO di Firebrand Group e Conor McGann, Account Manager a Google.
Tutti i partecipanti del panel concordano che un buon video dovrebbe ispirare le persone ad un’azione ben precisa. In un presente in cui il 91% dei marketers usa i video principalmente per brand awareness che, ovviamente, porta soltanto ad un magro 35% di conversioni, Susan Danziger vede una grande opportunità nell’utilizzare i video per altri scopi, come ad esempio per fare ricerche di marketing grazie alle interviste e collaborare con gli influencer per raggiungere nuovi audience.
Ci sono però degli elementi da tenere in considerazione se si vuole creare degli ottimi video:
- Durata: video brevi e dal contenuto semplice ed emozionale;
- Interoperabilità: i video devono essere riproducibili su ogni piattaforma, social e non. SDK e API devono essere usati al meglio per assicurare massima visibilità;
- Mobile first: catturare l’attenzione delle persone da desktop è già difficile, sul telefono ancora di più. Conor McGann consiglia di creare video che non durino più di 8 secondi!
Ma quali sono i trend che ci aspettano in ambito video? Il panel concorda che gli influencer e i creator svolgeranno un ruolo sempre più importante per i brand, proprio grazie alle loro capacità e alla base di fan che possiedono. Inoltre, Conor McGann fa notare che sicuramente ci sarà una rivoluzione in ambito mobile e social, si creeranno infatti nuovi formati per video sempre più corti e concisi atti a catturare l’attenzione di chi spende il proprio tempo sullo smartphone e sui social.
AdBlock e l’importanza di dare una scelta agli utenti - Till Faida, CEO di eyeo/AdBlock Plus e Caroline Louwette, Business Development di eyeo / AdBlock Plus
Benché in Italia solo il 23% delle persone dichiari di utilizzare AdBlock, il problema è molto sentito dai marketers in tutto il mondo. Quali sono le ragioni che portano un utente ad installare AdBlock? Ecco le principali:
- Intrusione nelle attività di navigazione;
- Privacy: soprattutto quando si tratta di retargeting;
- Sicurezza: raramente si possono incontrare banner che installano malware anche senza interazione;
- Costo dei dati: caricare i banner richiede l’uso di più dati;
- Velocità di caricamento delle pagine.
Tutto ciò causa non pochi problemi ai publisher, perché, attualmente, l’unico modo di monetizzare contenuti e audience è proprio tramite la pubblicità. Per questo motivo, Till Faida ha dato vita all’iniziativa "Acceptable Ads Initiative" in cui aziende e consumatori si uniscono per combattere la pubblicità intrusiva.
Alzi la mano chi di voi ha chiuso una pagina perché piena di pubblicità e pop up che si prendevano tutto lo schermo? Bene, adesso, grazie ad AdBlock Plus sarà possibile navigare con più tranquillità, vedendo solo pubblicità che rispetta determinate caratteristiche:
- Posizione: solamente all’inizio o alla fine o sulla destra del contenuto;
- Trasparenza: ogni banner dovrà avere la dicitura “Ad” per far capire agli utenti che si tratta di messaggi promozionali;
- Misure: il totale dei banner non potrà essere maggiore del 15% above-the-folder e 25% below-the-folder.
In conclusione, Caroline Louwette ricorda alle aziende e startup che è possibile fare pubblicità in modo consapevole, basta seguire le direttive vigenti, come ad esempio quelle dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria e dell’European Advertising Standards Alliance .
Se avete trovato questo primo articolo interessante, non perdetevi la seconda parte in cui parleremo di come usare i dati della vostra azienda in modo pragmatico, social media e nuovi trend, innovazione, IoT e consigli utili per diventare ottimi imprenditori!