Quest’articolo è stato scritto da Valentina Falcinelli, Direttore creativo di Pennamontata e Docente del Corso Online in Content Marketing di Ninja Academy.
Una manciata di giorni fa ho letto, sul sito di Buzzsumo, un articolo sul principio del less is more applicato alla content strategy. Mi è piaciuto così tanto che ho pensato di parlartene, ovviamente aggiungendo quello che è il mio personale punto di vista.
La questione, in sostanza, è questa: in una strategia di content marketing la quantità non è tutto. Ripeto: la quantità non è tutto. Questo concetto può sembrare banale ma – ahinoi – a molte aziende ancora non è chiaro. Sono tanti gli articoli di scarsissimo valore che vengono pubblicati ogni giorno nei blog aziendali; troppe le DEM mascherate da newsletter; infiniti i post Facebook che sembrano più dei volantini commerciali che, per l’appunto, post pensati per Facebook.
In questa sede voglio concentrarmi perlopiù sui blog post e farti riflettere sull’approccio del less is more. Approccio che, io stessa, ho fatto mio con successo.
I tre punti cardine del principio “less is more”
Come ogni principio che si rispetti, anche quello del less is more ha i suoi punti cardine. Per me sono questi.
- Scrivere meno non significa risparmiare.
- Il principio “less is more” non va bene per tutti i brand.
- Scrivere meno non significa perdere traffico.
Vediamoli nel dettaglio.
Scrivere meno non significa risparmiare
Pensare che pubblicare meno articoli voglia dire risparmiare è un grave errore. Applicare alla propria content strategy il principio del “less is more” non fa risparmiare proprio un bel niente, né tempo né denaro.
Il motivo? Semplice. Less is more si applica solo al numero di articoli pubblicati e non, per esempio, alla loro lunghezza. In genere, infatti, i blog post di una content strategy che fa leva su questo principio sono dei veri e propri compendi. Sono delle guide. Sono sempre frutto di un lavoro di studio, ricerca, analisi, confronto, interazione con altri autori.
Ti faccio un esempio. Di recente, sul blog di Pennamontata, abbiamo pubblicato un post dedicato al SEO copywriting, nello specifico alle intenzioni di ricerca delle persone. Stefania, l’autrice, ha impiegato una settimana di tempo – ovviamente non piena – per realizzarlo; si è interfacciata con il SEO Gianluca Fiorelli, ha commissionato alla nostra graphic designer due grafiche, ha realizzato diversi screenshot di supporto al testo. Il risultato è un articolo molto, molto, molto lungo. Un articolo che è stato condiviso più di mille volte, con un tempo medio di lettura di oltre cinque minuti. Per me sarebbe impensabile riuscire a pubblicare ogni settimana un post del genere; infatti io e il mio team abbiamo abbracciato il “less is more” e pubblichiamo solo 2 articoli al mese. Probabilmente impiegheremmo meno tempo a scrivere 2 articoli a settimana con un taglio meno specialistico, ma ognuno sceglie la propria content strategy. E quella del less is more non fa sconti: meno articoli, più lavoro.
Il principio “less is more” non va bene per tutti i brand
Non tutte le aziende, così come non tutti i freelance, possono o, devono, far leva sul principio “less is more” per la propria content strategy.
Penso, per esempio, a quei professionisti noti non tanto per gli argomenti “tecnici” trattati nei loro canali, quanto per la loro personalità. A loro consiglierei una strategia di pubblicazione massiccia. Penso anche a brand che hanno bisogno di aumentare sensibilmente il traffico e hanno bisogno di premere sull’acceleratore della produzione.
Alcune ricerche condotte da Hubspot e da Neil Patel, infatti, dimostrano che una produzione elevata di contenuti può aumentare sia il traffico sia i lead. Nello specifico, Neil Patel ha dichiarato che, aumentando i blog post del sito Kissmetrics da 5 a 6 alla settimana, ha aumentato il traffico mensile del 18%. Cosa significa questo? Che pubblicare di meno ci fa perdere traffico? No.
Scrivere meno non significa perdere traffico
Se aumentare la produzione di contenuti può aiutare ad aumentare il traffico (il principio è semplice: più pagine indicizzate, più possibilità di accesso al proprio sito), diminuirla e puntare su contenuti con un certo tipo di taglio non va certo a dimezzarlo.
Ripeto: diminuire la produzione di contenuti, puntando su articoli con un certo taglio, non va a dimezzare il traffico del sito. Rileggi bene questa frase perché, al suo interno, ho inserito un elemento chiave: “un certo taglio”. Sì, perché come ti ho già detto, gli articoli di una content strategy basata sul less is more devono essere:
- densi di informazioni;
- ricchi di immagini a supporto del testo;
- originali, quindi frutto di studio, ricerca, analisi, confronto e interazione con altri autori.
Non basta di certo scrivere un articolo lungo. L’articolo lungo, nel suo piccolo, deve essere l’opera magna del topic trattato.
E ora, a te la scelta: “less is more” o “more and more”?
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