McDonald’s è stata costretta a ritirare il suo ultimo spot pubblicitario che promuoveva il Filet-O-Fish, l'hamburger di pesce, perché accusata di sfruttare il dolore legato al lutto per vendere i propri prodotti.
Proprio come accaduto qualche tempo fa per Pepsi e lo spot con Kendall Jenner, McDonald's ha peccato di scarsa sensibilità, perdendo di vista un elemento fondamentale della propria comunicazione: le persone.
Ecco cos'è successo.
McDonald's Dead Dad
Lo spot ci mostra un ragazzino che durante una passeggiata insieme alla mamma, le chiede di raccontargli qualcosa sul padre che non c’è più. Mentre la mamma racconta del padre, il volto del bambino si fa triste, perché sembra che i due non abbiano proprio nulla in comune. Il suo volto si illumina però nel momento in cui da McDonald's ordina un Filet-O-fish, e la mamma con un sorriso amorevole dice: “Era il preferito anche di tuo papà”.
Tralasciando il fatto che già sembra assurdo che due persone della stessa famiglia considerino il Filet-O-Fish come il proprio hamburger preferito, quello che più sbalordisce è ovviamente, il contenuto della pubblicità ideata dall'agenzia Leo Burnett.
I consumatori si sono fatti sentire a gran voce sui social, soprattutto su Twitter e gran parte dei commenti provengono da chi, purtroppo, ha perso un genitore. Rabbia e disgusto sono i sentimenti più evidenti, a parte qualche isolato commento positivo.
Le lamentele sono giunte anche da associazioni a sostegno dei bambini orfani e dall’Advertising Standards Authority: tutti i reclami ricevuti sottolineano come lo spot sia assolutamente inappropriato e come sia insensibile e cinico sfruttare il lutto e il dolore altrui per vendere i propri prodotti commerciali.
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Qualcuno ha fatto anche notare come l’uscita dello spot pubblicitario sia avvenuta in prossimità della festa del papà, che nei paesi anglosassoni quest'anno si festeggia il 18 giugno. Una combo simile per un bambino che ha già sofferto molto, può solo suscitare ulteriore dolore, altro che voglia di mangiarsi un hamburger di pesce.
L'importanza delle persone nell'advertising
Shelley Gilbert, psicoterapeuta e fondatrice della no profit Grief Encounter a sostegno dei bambini che hanno perso i genitori, afferma di aver ricevuto un considerevole numero di telefonate da parte di genitori preoccuparti del turbamento che la pubblicità ha causato nei propri figli. McDonald’s in quest’occasione non si è certamente guadagnata la simpatia di genitori e consumatori, che hanno etichettato il brand come una compagnia che manipola i propri consumatori attraverso le emozioni.
Ovviamente l'azienda si è profondamente scusata, dichiarando di essere desolata di aver urtato la sensibilità di chi per loro è più importante, i clienti.