Gestire un canale social richiede tempo che purtroppo, non sempre, tutti hanno a disposizione. La creazione di contenuti validi, la loro condivisione e la massimizzazione della reach sono tutte attività time consuming che hanno bisogno di concentrazione, risorse e tempo da dedicare.
Ecco perché, negli ultimi anni, è aumentata esponenzialmente la popolarità e richiesta di strumenti di “Social Media Automation”, in grado di automatizzare alcune operazione e snellire così, dopo un iniziale processo di set-up, la lista delle attività quotidiane che spetterebbero altrimenti all’intervento diretto dei gestori delle pagine.
C’è un piccolo problema, però: il loro uso indiscriminato può portare danni invece che benefici.
Il primo rischio è quello di de-personalizzare un canale, quello dei social, che proprio sulla costruzione e poi il mantenimento delle relazioni basa la sua forza e la sua identità. Programmare qualsiasi post mesi prima, ripubblicarli più volte e lasciar fare tutto a uno strumento non basta e anzi, concorre a creare la sensazione di “falso” che nessun utente social vuole vivere.
I social infatti sono fatti di persone. Pensate se programmasse, in anticipo, tutte le frasi che direste al vostro partner per la prossima settimana, magari con un “Buongiorno, come stai?” ogni mattino. Il risultato, nemmeno a dire, sarebbe un disastro e probabilmente una gran bella crepa in una relazione.
Perché dovrebbe funzionare quindi nel mondo dei social? La fase di programmazione dei contenuti e di un calendario editoriale è sì fondamentale, ma nemmeno può considerarsi di per sé sufficiente. I contenuti infatti devono essere considerati alla stregua di piante: vanno curati, fatti crescere e, talvolta, anche potati e travasati.
Un articolo scritto a maggio potrebbe contenere informazioni non più aggiornate o valide a giugno, un’immagine che ha funzionato a fine mese potrebbe, invece, far fiasco poco dopo. E viceversa: più volte noi Ninja vi abbiamo consigliato come riutilizzare, con piccole modifiche, contenuti di valore può portare enormi benefici alla vostra strategia social. Anche considerando che, purtroppo, la “vita media” di un singolo post si assottiglia sempre più.
Esistono persino strumenti di automation che, raggiunto un certo tasso di engagement, “boostano” un post sponsorizzandolo con piccole somme per ottenere ancora più visibilità: va da sé che è un meccanismo che potrebbe portare anche spiacevoli inconvenienti. Come? Rendendo più evidente un post che ha magari alcuni commenti molto negativi o, peggio ancora, un contenuto diventato “popolare” per via di un epic fail.
Una cattiva automatizzazione di un canale può quindi trasformarsi in un vero incubo e, invece che agevolare la vita dei gestori, portare a un maggior carico di lavoro e pesanti effort da sostenere. Ma soprattutto ci sono sempre alcuni fattori impossibili da automatizzare: la reazione degli utenti e le risposte da fornirgli per garantire una solida e - si spera - duratura relazione con loro.
Ciò non vuol dire che gli strumenti di Social Media Automation debbano essere demonizzati. Anzi, se ben utilizzati, possono essere un valido aiuto per attività di routine o di gestione “light” come, ad esempio, i messaggi di benvenuto o fine lavori di un canale Twitter dedicato al customer care. O, sempre su Twitter, per dare più visibilità a breaking news o articoli di attualità, ripetendo nell’arco della giornata la frequenza di pubblicazione di un link alla notizia che vogliamo abbia più click. O ancora, per programmare eventi che sicuramente saranno da valorizzare nella vostra strategia social, quali anniversari o ricorrenze specifiche.
Insomma, vale il solito vecchio adagio: ogni strumento ha i propri punti di forza, ma l’abuso è sempre causa di problemi, spesso anche pericolosi. E soprattutto, bisogna sempre ricordare la ragione che ha reso così popolari social network: la possibilità di mettere in relazione persone. Prima ancora di considerarli come vetrine per prodotti e servizi, insomma, tenete sempre a mente che state proponendo i vostri contenuti ad esseri umani in carne e ossa.