Spazi di lavoro dinamici, postazioni non assegnate, ma ogni giorno occupate da chi ne ha bisogno, aree di collaborazione per momenti di condivisione e affiancamento, zone living per riunioni informali o meeting room classiche. È questo l'ambiente di lavoro che abbiamo scoperto entrando nei nuovi uffici di Zurich a Milano, per parlare di smart working con Federica Troya, Direttore Risorse Umane.
Ma abbiamo anche scoperto che smart working non significa solo spazi aperti e collaborativi, postazioni con sedute ergonomiche, luci antiriflesso e pannelli fonoassorbenti. Il lavoro smart, infatti, è fatto soprattutto di persone e di un rapporto di fiducia costante tra Manager e collaboratori, che oggi sono liberi di scegliere di lavorare fino a due giorni a settimana fuori dal consueto luogo di lavoro.
Smart working: cosa significa davvero?
La politica dello smart working, regolamentato anche in Italia grazie alla Legge 81/2017 pubblicata negli scorsi mesi sulla Gazzetta Ufficiale, fa il suo ingresso anche nei nostri luoghi di lavoro, per offrire un ambiente innovativo e di ispirazione per i dipendenti, basato sulla logica del dynamic working, e una modalità di lavoro che favorisce la comunicazione e l’interazione fra i team.
Ad appena un anno dall’implementazione dello smart working in Zurich, oltre il 70% dei 1.300 dipendenti in tutte le direzioni e sedi Zurich in Italia, ha aderito in modo volontario al progetto, riconoscendo quanto questa nuova modalità di lavoro sia un potente fattore di produttività e di efficienza.
Dati in linea con i risultati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano che ha registrato un aumento degli smart worker pari al 40% negli ultimi tre anni e alti livelli di soddisfazione fra i dipendenti che hanno aderito all’iniziativa.
Come ci ha raccontato Federica Troya durante il nostro incontro, la nuova modalità di lavoro è diventata parte integrante della vita aziendale ed è risultata particolarmente apprezzata dai dipendenti.
Tra i numerosi benefici offerti dallo smart working, quelli maggiormente apprezzati dai dipendenti riguardano, ad esempio, il risparmio di tempo dedicato agli spostamenti casa/lavoro, l’aumento di produttività ed efficienza, oltre alla possibilità di gestire il lavoro in maniera flessibile nell’arco della giornata.
Per l'azienda, dall'altra parte, lo smart working diventa una leva di retention e uno strumento per attrarre talenti, perché le persone non sono più interessate solo all'aspetto economico del lavoro, ma sempre di più guardano anche alla soddisfazione di altre esigenze di equilibrio tra vita privata e lavorativa.
Abbiamo, infine, chiesto al Direttore delle Risorse Umane di Zurich se rendere i dipendenti felici renda davvero felice anche l'azienda. Ecco cosa ci ha risposto in questa video-intervista alla scoperta dello smart working in Italia.