L'algoritmo di Instagram non ci fa più paura come prima. È trascorso più di un anno dal lancio della nuova temutissima funzione che avrebbe sconvolto l'ordine cronologico naturale dei post sui nostri feed eppure non ci facciamo già più tanto caso; e se non ci facciamo più caso probabilmente è perché il cambiamento, in un certo senso, ha migliorato la nostra esperienza con l'app. Prima di spiegare il funzionamento dell'algoritmo di Instagram è importante capire il perché sia stato implementato.
Questione di numeri
Prima dell'avvento dell'algoritmo, i dati da Instagram raccontavano una storia diversa: solo il 30% del totale dei post sul nostro feed era veramente fruibile e il restante 70% rimaneva nascosto, in un certo senso inesistente. Questo perché essendo elencati in ordine cronologico, la quantità e qualità dei post precedentemente visibili dipendeva da due fattori: a che ora scorrevamo il feed e per quanto tempo.
L'idea dietro il progetto del team di Instagram era di offrire una user experience basata su contenuti specifici che rispecchiassero i nostri gusti a scapito del naturale ordine cronologico.
Ma come funziona questo "nuovo" algoritmo? Chiaramente non possiamo rispondere alla domanda attraverso digressioni tecniche specifiche ma possiamo spiegarvi quali sono i fattori determinanti per la performance di un post sul vostro feed e per il suo posizionamento.
Engagement
Non è una novità che post con un alto engagement (like, commenti, condivisioni, visualizzazioni, ecc.) sapranno posizionarsi più in alto rispetto a post meno considerati. Quando un post riceve una grande quantità di like o commenti, l'algoritmo riconosce questi segnali come caratteristiche di qualità che sicuramente più persone vorranno seguire. Spesso però non è solo questione di quanto engagement quel post riceve ma anche una questione di velocità, ossia in quanto tempo sarà ottenuto. Va da sé che se la quantità di engagement è inversamente proporzionale al tempo impiegato a ottenerla, il post sarà sicuramente in alto.
Eppure non tutte le azioni che si traducono in engagement hanno lo stesso valore: per l'algoritmo di Instagram i commenti hanno più potere dei like. Il che ha un senso solo se si ragiona in termini di effort: lasciare un like a un post richiede un dispendio di energia, e quindi di attenzione, minore rispetto a quello necessario per commentare (premere "commenti", pensare a cosa scrivere, scriverlo e postare il commento).
Tempo sul post
Esattamente come Facebook, l'algoritmo di Instagram è in grado di misurare per quanto tempo interagiamo con un contenuto: più tempo dedichiamo al post di un profilo, più i contenuti di quello stesso profilo compariranno in alto rispetto ad altri.
Catturare l'attenzione per più di un secondo non è semplice, servono scatti che su cui valga la pena soffermarsi o, più semplicemente, contenuti video o Boomerang che per definizione hanno bisogno di più tempo di fruizione.
Amici e parenti, cioè Community
L'algoritmo di Instagram raccoglie dati non solo in base al tipo di contenuto a cui prestate attenzione, ma anche alla quantità di scambi (meglio se frequenti) con un determinato contatto. Se interagite spesso con una cerchia di amici e parenti, l'algoritmo li riconoscerà come una community e vi mostrerà i suoi contenuti al top del feed. Lo stesso vale per coloro che molto spesso creano engagement con i vostri post: se commentano, mettono like o guardano spesso le vostre Stories, non passerete inosservati.
Timing del post
Un altro fattore che influisce sulla visibilità di un post è la sua prossimità nel tempo, ossia, quanto recente esso sia. L'algoritmo di Instagram tende a preferire contenuti recenti e a mostrarli più facilmente rispetto a quelli già "datati", ma come abbiamo già spiegato, non è sempre vero.
Questo tipo di fattore dipende molto dalla quantità di tempo che spendiamo su Instagram e da quante volte in un giorno lo consultiamo: se per esempio aprissimo Instagram solo una volta a settimana troveremmo sicuramente molti più post relativi a giorni passati che non se usassimo l'app più volte al giorno.
Tipologia del contenuto
Se l'algoritmo di Instagram si basasse esclusivamente sull'engagement il risultato sarebbe un feed sempre pieno degli stessi identici post. In realtà anche la tipologia dei contenuti ha il suo ruolo. Se, ad esempio, siete appassionati di moda e quindi seguite principalmente profili di brand del settore e create engagement con i loro post, l'algoritmo tenderà a mostrarvi in alto contenuti simili e a suggerirveli anche nella sezione "Esplora".
Ricerca diretta di un profilo
Ancora un altro fattore che determina il posizionamento di un post è la ricerca diretta del suo relativo profilo. Se siete alla ricerca di uno specifico user da seguire e scegliete di trovarlo attraverso lo strumento "Cerca", Instagram ricompenserà il vostro interesse con un boost dei contenuti del medesimo. Questo vale non soltanto per la ricerca ex novo del profilo ma anche per la sua consultazione temporale.
Condivisione post via DM
Ultimo, ma non per importanza, è il fattore "condivisione" via DM (Direct Message). Anche se non esiste ancora uno strumento per i profili in grado di rilevare quante volte un post sia stato condiviso per messaggio privato, l'algoritmo di Instagram è comunque in grado di tenerne traccia.
Quando condividete un post con la vostra community, Instagram valuta l'azione come una forma di engagement non solo nei confronti della persona a cui inviate il DM ma soprattutto per ciò che state inviando. Da quel momento, contenuti simili al vostro DM avranno maggiore visibilità sul vostro feed, provare per credere.
Probabilmente non sapremo mai tutta la verità celata dietro l'algoritmo di Instagram ma questi pochi strumenti che abbiamo messo a vostra disposizione vi aiuteranno a capire meglio i feed del vostro profilo personale e potranno essere un valido aiuto ai marketers che desiderano creare contenuti competitivi.