La startup di oggi è LiMiX, un business Made in Italy che si pone l'obiettivo di mettere al servizio di persone con disabilità la tecnologia moderna e lo fa partendo dal primo progetto in cantiere: Talking Hands, un cyber-guanto in grado di convertire in suoni il linguaggio dei segni.
Rispetto al passato, le nuove tecnologie hanno aperto moltissime porte e ampliato le possibilità di tante persone affette da disabilità fisica prima parzialmente escluse dal mondo del lavoro e seriamente condizionate anche nelle relazioni interpersonali. Abbattere queste barriere con l'ausilio degli strumenti moderni diventa più facile e immediato, e si trasforma in un obiettivo che non può essere più rimandato.
Leggiamo quello che ci ha raccontato Francesco Pezzuoli, Co-Founder di LiMiX.
Cos'è LiMiX e da quale bisogno nasce?
LiMiX è una start‐up italiana e spin‐off dell'Università di Camerino, fondata nel 2015. Utilizza la ricerca e le competenze coltivate nell'ambiente universitario per realizzare innovativi progetti industriali, soprattutto a sostegno delle persone con disabilità.
Il vostro progetto di punta è Talking Hands, di cosa si tratta?
In Italia vivono più di 100.000 persone sorde e, secondo la World Union of Deaf, circa 70 milioni in tutto il mondo che hanno grandi difficoltà nella comunicazione poiché non riescono a farsi comprendere dalle persone che non conoscono la Lingua dei Segni.
La nostra soluzione è Talking Hands, un guanto capace di tradurre la LIS in voce!
Registra i movimenti delle mani durante l’utilizzo della lingua dei segni (LIS), li traduce e li trasferisce ad uno smartphone, che pronuncia la frase tramite un sintetizzatore vocale.
I segni prendono voce!
Talking Hands è un progetto dal forte impatto sociale, che può migliorare la vita di tutte le persone sorde e di coloro che quotidianamente sono a contatto con loro.
La tecnologia di Talking Hands può essere utilizzata anche in altri ambiti: pilotaggio droni, controllo di realtà virtuali o realtà aumentata, comunicazione in ambienti di lavoro rumorosi.
Grazie ai suoi scopi, Talking Hands ha vinto lo scorso anno il R.O.M.E Prize, il premio della Maker Faire di Roma al miglior progetto maker con finalità sociali, selezionato da una giuria internazionale tra più di 700 progetti europei.
Qual è il mercato di riferimento per la vostra startup?
I potenziali clienti finali di Talking Hands sono le 70 milioni di persone sorde nel mondo.
Nel mondo ci sono numerose lingue dei segni, in modo del tutto analogo per le lingue parlate: ASL (American Sign Language), BSL (British Sign Language), CSL (Chinese Sign Language), etc.
Talking Hands può tradurre tutte queste lingue, grazie ad un facilissimo sistema di personalizzazione.
Versioni modificate di Talking Hands possono intercettare altri mercati.
Talking Hands può facilmente interagire con sistemi di realtà aumentata di qualsiasi tipo come ad esempio per l’addestramento di personale, interazione con musei virtuali, o semplicemente per il controllo nei videogiochi.
Un altro importante settore in cui può essere utilizzato è la riabilitazione di pazienti colpiti da ictus: indossando il guanto, il dottore può raccogliere dati molto precisi dei movimenti delle mani e braccia del paziente e verificarne i miglioramenti nel tempo.
Molto probabilmente lasceremo un protocollo open di comunicazione via bluetooth, così ognuno potrà usare i dati provenienti da Talking Hands per creare le proprie applicazioni vedendo cosa il meraviglioso mondo dei maker potrà creare!
Una prima versione open verrà quasi sicuramente rilasciata durante la campagna di crowdfunding che lanceremo presto su Indiegogo.
Dar voce a chi non ne ha: che traguardo vi ponete?
A breve lanceremo una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo, anche grazie al supporto della Arrow Eletronics.
I fondi raccolti saranno utilizzati per lo sviluppo e la realizzazione della pre‐serie di Talking Hands, che sarà distribuita agli utenti finali per una fase di testing.
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Su quali altri progetti siete al lavoro attualmente?
Abbiamo avviato due progetti in parallelo con caratteristiche e finalità simili a Talking Hands, che potranno aiutare persone con gravi disabilità a comunicare meglio. Siamo tuttavia ancora in fase di definizione, ed è ancora presto per svelare ulteriori dettagli.