Turismo e applicazioni mobile sono indubbiamente un connubio vincente. Considerando poi che il nostro Paese è ricco di attrazioni turistiche e che noi italiani siamo fervidi utilizzatori dello smartphone, verrebbe logico pensare a una nutrita offerta di app mobile da parte della Pubblica Amministrazione.
Non è ancora così.
Nel Report e tourism 2017 (Terrorismo e web: quale impatto sul turismo straniero in Italia) BEM Research ha dedicato una parte all’analisi delle applicazioni mobile di quei siti storici statali a pagamento tra i più visitati in Italia, secondo il Ministero dei Beni Culturali.
Quel che è emerso è che solo 4 siti storico-artistici su 20 dispongono di un’applicazione mobile ufficiale, ovvero: Basilica di Sant'Apollinare, Rocca di Gradara, Galleria di Palazzo Reale e Forte di Bard.
Town Walls of Gradara, La Marche, Italy
Applicazioni fantastiche e dove trovarle
La cosa ancora più “interessante”, se possibile, è che in alcuni casi trovare le applicazioni ufficiali è stato abbastanza complicato, per alcuni motivi.
Innanzitutto negli store non esiste una categoria del tipo “applicazioni ufficiali” della PA. In altri casi, pur esistendo, l’applicazione non veniva (erroneamente) linkata dalle pagine del sito web dell’ente locale.
In altri ancora, altrettanto erroneamente, nella descrizione dell’applicazione non si faceva riferimento al fatto che fosse l’app ufficiale di un comune o di un sito archeologico.
A ciò si aggiunga che il settore turistico in generale è ricco di applicazioni mobile e cercando negli store la parola chiave di una destinazione è abbastanza facile trovare svariati risultati.
Per fare un esempio, provando a digitare in Google Play la parola “Roma” i risultati sono giustamente di “diversa natura” perché la parola chiave è decisamente generica.
Analizzando i suggerimenti che Google Play restituisce associati a questa parola ci si rende subito conto che gli utenti hanno specifiche necessità che, in alcuni casi, sarebbe opportuno venissero soddisfatte (anche) dalla PA: l’utente non è un “oggetto astratto”, l’utente può essere “il cittadino” o il “turista”.
Esistono diversi tool anche gratuiti che possono aiutarci nella ricerca dei suggerimenti, ad esempio Appkeywords.net. Digitando la parola Roma, selezionando Italia e tutte le categorie, il sistema restituisce l’elenco di parole chiave associate maggiormente digitate in Google Play.
Tra queste si trova “Roma audio guida”. Soffermiamoci su questa per cercare di capire quanto la PA avrebbe la possibilità di posizionare una sua applicazione mobile all’interno dello store e sulla search con questa specifica ricerca.
Il livello medio di competition di questa long tail ci suggerisce che, a parte l’ottimizzazione dei classici fattori on-site della scheda dell’app, sarebbe un’opportunità da non perdere quella di poter linkare una possibile app “audio guida” dai vari siti web tematizzati della PA, penso per esempio al sito del comune di Roma o Turismoroma.it (che ad oggi nella pagina dedicata alle applicazioni mobile commette ahimè qualche errore).
Ovviamente occorrerà anche un costante aggiornamento, oltre all’interazione con gli utenti che lasciano recensioni, soprattutto nel caso fossero negative.
In conclusione
Considerando alcuni punti fermi come l’aumento degli accessi ai siti web provenienti da dispositivi mobile e l’inequivocabile esigenza espressa da ricerche specifiche effettuate dagli utenti, appare decisamente importante fare in modo che la Pubblica Amministrazione possa offrire applicazioni mobile, realmente funzionanti, che siano veri e propri strumenti utili a diposizione di cittadini e turisti e non semplici vetrine dove riproporre, più o meno bene, gli stessi contenuti del sito web.
E questo non solo per un mero fattore di posizionamento sugli store (ASO) o sul motore di ricerca ma anche (e soprattutto) perché le applicazioni mobile potrebbero davvero sopperire ad alcune carenze che rendono il nostro Bel Paese un po’ meno bello e ancora troppo “Paese”.