Che nella galassia bitcoin sia in corso una profonda e velocissima trasformazione è oramai un dato di fatto. Cosa, realmente, sta succedendo? La cosa più ovvia, quella che succede da sempre nella storia del mondo: la disgregazione del consenso. Spesso questa disgregazione degenera in guerre e rivoluzioni, un tempo combattute con lance e spade, poi con fucili e baionette, poi ancora con missili di precisione o attacchi cibernetici.
Cos'è un fork (for dummies)
Sulla blockchain, il libro mastro su cui “gira” il motore della criptovaluta di cui tutti iniziano e parlare e che ne regola e registra tutte le transazioni, nell'epoca della democratizzazione delle informazioni, questa guerra si combatte a suon di fork: a un certo punto un determinato gruppo di “miners”, coloro i quali estraggono e immettono sulla blockchain nuovi bitcoin attraverso la risoluzione di difficilissime equazioni matematiche (che richiedono una elevata potenza di calcolo, leggi: hardware), decide di prendere i propri asset, clonare il codice sorgente di bitcoin (che è open source), e fondare una nuova blockchain.
Un anello, o più anelli, si staccano dalla rete e ne formano una nuova. Una scissione in piena regola, che però, contrariamente a quanto avviene nelle dinamiche della politica, anziché sottrarre moltiplica. Infatti, più che di una scissione si tratta di una duplicazione.
Tecnicamente la spiegazione merita un ragionamento a parte, ma sostanzialmente possiamo dire che chi prima aveva una quota di bitcoin sulla blockchain “madre”, può ritrovarsi con un altro wallet sulla nuova rete. Gratis. Sì, soldi gratis. Come avveniva anche una decina d'anni fa, quando i primi bitcoin vennero addirittura regalati. Fortunati, quei signori: oggi, tra un'oscillazione e l'altra, 1 bitcoin in meno di un anno ha decuplicato il suo valore.
Perché nasce Bitcoin Gold
Scissioni, dicevamo. La prima è avvenuta lo scorso agosto, con la nascita di Bitcoin Cash. Adesso nella timeline evolutiva di bitcoin ne è prevista una nuova, probabilmente anche 2. La prima data certa è il 25 ottobre: tra dieci giorni nasce Bitcoin Gold. Un secondo fork dovrebbe avvenire nella seconda metà di novembre.
In ogni rivoluzione, almeno a parole, si vuole ridare potere al popolo. È a grandi linee quello che dicono gli animatori del nuovo fork. Il nuovo protocollo dovrebbe riprendere un principio che fu alla base di bitcoin alla sua nascita: un codice più leggero, che ridarebbe – dicono - la possibilità di fare mining con macchine meno potenti. Se non proprio dal pc di casa, comunque neanche con i server di una multinazionale. Infatti nel corso degli anni il mining, che nell'immaginario collettivo richiama a nerd/hacker che passano ore davanti al computer, è divenuto una profittevole e florida attività appannaggio di poche, grandi, aziende tecnologiche. Molte delle quali con sede in Cina e nei paesi orientali.
Il paradosso bitcoin: più lo indeboliscono più aumenta di valore
Per ora i fork, che implicitamente mirano alla graduale migrazione dei portafogli bitcoin verso nuove reti e, quindi, alla diminuzione del valore delle monete originarie, hanno contribuito paradossalmente a generare l'effetto contrario: al momento in cui scriviamo 1 bitcoin si cambia ad oltre 5.629 dollari. E a luglio, quindi soltanto tre mesi fa, alla vigilia del primo fork il suo valore era già schizzato a 2.500 dollari.
I veri possessori di bitcoin (di cui sappiamo poco o nulla) ne sanno più di noi che ne scriviamo, quindi questa ultima considerazione è più rivolta ai nuovi arrivati, a chi ha investito qualche piccola somma senza avere una reale conoscenza del fenomeno. La mamma prima e la vita poi ci insegnano che è sempre bene dubitare di chi ti vuole regalare qualcosa. "Perché se qualcosa è gratis probabilmente il prezzo sei tu".
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Riguardo Bitcoin Gold, gli stessi ideatori hanno fornito in questi mesi elementi discordanti, ed è da evidenziare innanzitutto una carenza di comunicazione. Tant'è che di questo questo disordine informativo ne hanno approfittato anche alcuni siti fake, che chiedevano le chiavi private dei wallet in cambio del rilascio di Bitcoin Gold (siti ovviamente denunciato dai creatori della nuova moneta).
E, va detto, persino bitcgpu.org, il sito ufficiale della istituenda criptovaluta ha cambiato più volte i suoi contenuti in queste settimane e, inoltre, non si menziona alcun programma di avvicinamento al giorno del rilascio.
Nel vocabolario italiano non abbiamo una parola che traduca fedelmente il termine inglese “disruption”. Un buon compromesso potrebbe essere “distruzione creativa”.
Occhi aperti, dunque, ma senza mettere da parte il coraggio. Ogni innovazione diventa buona o cattiva più per l'utilizzo che ne facciamo che dalle reali intenzioni di chi la immette in circolo. Che è poi peraltro uno dei principi alla base di bitcoin.