Planking, owling, cone-ing, balling, pillaring, teapotting & co, ovvero i giochi dell’estate 2011. Sembra quasi uno scioglilingua recitato dai bambini inglesi e invece è stata una delle tendenze dell’estate in corso.
L’obiettivo è sfruttare la rete per diffondere pose fotografiche e video virali che da un lato testimoniano il bisogno di notorietà e di affermazione degli utenti della rete e de “lo famo strano”, da un altro la potenza dei social media. Da un altro ancora, sviluppano nuovi canali ed idee di comunicazione spontanea o commerciale che sia.
Andiamo con ordine: il primo a diffondersi, ma il primato è di difficile attribuzione, sembra essere stato il planking. L’idea è quella di farsi fotografare stesi a pancia in giù poggiati sulle superfici più strane (in equilibrio su oggetti, sull’acqua, su un binario), a volte in maniera anche alquanto pericolosa.
A ruota segue il teapotting. Non è una pratica hard ma il farsi fotografare in posa “tazza da tè” riecheggiando una posizione gioco delle filastrocche inglesi per bambini.
Poi c’è l’owling che anche in questo caso è letteralmente “stare a gufo”, cioè accovacciati come farebbe un gufo su di un ramo. L’owling presenta altre varianti come il batting, che è invece assumere la forma del pipistrello; forse ne verranno altre, di mode animalesche.
Poi c’è il balling, ovvero il raggomitolarsi, e il pillaring, ovvero starsene fermi e dritti in piedi, più immobili possibili, e, dulcis in fundo, lo stocking ovvero la riproduzione di scenette da foto pubblicitarie vendute in stock (da cui il nome) dalle agenzie fotografiche per ogni evenienza. Il contrasto tra le due rappresentazioni può raggiungere anche il ridicolo!
Nella carrellata virale, fronte video, arriva il cone-ing, ovvero acquistare un cono di soft ice-cream da Mc Donald’s drive e schiacciarlo impugnandolo dal lato della crema o utilizzarlo per farsi decorazioni da commando sotto l’occhio incredulo del commesso.
http://www.youtube.com/watch?v=WygNjMSllLQ&feature=player_embedded#!
Insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta per decretare la moda della stagione, ma quello che è certo è che ancora una volta si dimostra la forza della rete e dei new media. Anche per veicolare simboli della nothingness, del nonsense e dell'assurdo.