Vi avevamo parlato qualche giorno fa di Educazione Fisica, una squadra studentesca sbarca su Twitter, ovvero di come un gruppo di ragazzi della stessa scuola, appartenenti alla squadra di basket stesse usando Twitter in maniera coordinata, per raccontare la vita e gli allenamenti in vista della prima importante partita.
In realtà, niente è ciò che sembra. Iniziando a seguire i ragazzi - tutti quanti - il mistero cominciava ad infittirsi: non si trovava la scuola "Aristide Gabelli" da nessuna parte e, da qualche giorno a questa parte, i ragazzi avevano cominciato ad essere più "esaltati" del solito, parlando di una grande partita e di una location un po' insolita per giocare: un teatro.
Il mistero è stato presto svelato - in realtà bastava cogliere tra le righe delle conversazioni tra i ragazzi: Educazione Fisica altro non è che l'esperimento di una compagnia teatrale che ha portato in scena, martedì 22 novembre lo spettacolo omonimo.
Un allenatore che cerca di forgiare, nel vero senso della parola, il carattere e la mente dei suoi giocatori, un rapporto nel quale si intravede in maniera inquietante il meccanismo proprio dei totalitarismi.
Lo spettacolo è andato in scena al Salone CRT di Milano, produttore della piece diretta da Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco e sarà in replica fino all'undici di dicembre.
L'esperimento #educazionefisica
Per circa un mese gli attori hanno vestito i panni dei personaggi dello spettacolo su Twitter: ognuno con una foto e una piccola bio ha provato a calarsi ulteriormente nel personaggio adolescente, componente di una squadra di basket dell’immaginaria scuola “Aristide Gabelli” di Milano.
Liti, lamentele, vita di scuola, riflessioni e schermaglie, ma soprattutto allenamenti durissimi (che altro non erano che riferimenti a quanto portato in scena) che i ragazzi hanno descritto con linguaggio adolescenziale.
Ogni componente della squadra/cast ha “twittato” i suoi pensieri accompagnati dall’hashtag #educazione fisica.
"Abbiamo scelto di sperimentare l’utilizzo dei social media - e in particolare Twitter - per avvicinare il mondo del teatro al web, ma anche per lanciare una sfida a noi stessi, per mettere alla prova le nostre capacità di attori al di fuori delle prove" - ci dicono i ragazzi del cast.
Dal CRT, invece, ci dicono "Non sappiamo se la cosa continuerà o meno. Di certo gli attori si sono affezionati agli avatar e ai loro profili su Twitter, spetterà a loro decidere cosa farne".
Certamente un esperimento interessante e unico nel suo genere, almeno in Italia, che richiede uno forzo artistico e professionale non indifferente. Metodo Stanislavskij 2.0?