Spoome è il professional network che riunisce tutte le figure del mondo sportivo: atleta, giornalista, manager e fan.
L’idea è nata intercettando i problemi tipici dello sport che impediscono ai professionisti del settore di essere informati e di interagire nella rete di contatti importanti.
Abbiamo parlato con il ceo, Massimo Bilancia, che ci ha raccontato come l’e-solution di Spoome realizza l’innovazione più importante nello sport professionale, risolvendo i suoi limiti di sempre.
Il mercato in cui si inserisce Spoome
“Il problema principale è che i canali di comunicazione sono tradizionalmente filtrati e bisognava trovare un modo per sbloccare l’accesso alle opportunità. Molti, troppi atleti non sanno come gestire le loro risorse, ma con Spoome diamo una risposta, cioè un’occasione.
Il suo ingrediente segreto contiene passione e interazione, valori in cui crediamo e che vogliamo trasmettere quando entriamo in contatto con i nostri professionisti.
I primi risultati raccolti ci stanno dando ragione: è questo il cambiamento in atto nel mondo sportivo”.
Spoome infatti ha individuato, da un lato, un forte gap tecnologico, perché oggi l’interazione tra altleti e giornalisti sportivi, per esempio, ancora avviene con mezzi obsoleti e non garantisce l’immediatezza comunicativa quando si riesce finalmente ad entrare in contatto con un nome. Dall’altro, ha analizzato la difficoltà dell’emergente di presentarsi ai manager, a causa di tutte le intermediazioni che troppo spesso decidono le sorti di un professionista, a discapito del talento come fattore davvero distintivo.
Lo scopo alla base di Spoome, invece, è che la personalità sportiva e tutte le sue migliori qualità affiorino immediatamente.
“Questa risorsa infatti non si limita ad essere un social network dedicato allo spot in senso vago, ma è un prodotto esclusivo, studiato da professionisti che confrontano le domande di mercato, a volte rimaste anche latenti, con tutta l’offerta disponibile e i canali tecnologici capaci di rispondere concretamente. Questo per noi significa non lasciare mai l’utente da solo, perché non solo arriviamo a lui con la nostra infrastruttura, ma li affianchiamo con una strategia comunicativa efficace, così ognuno può scegliere se usufruire in autonomia dei canali messi a disposizione da Spoome o se essere guidato dalle proposte interattive studiate ad hoc.
Spoome è là dove c’è sempre stato un vuoto”.
Ma la Vision di questa startup sembra suggerire valori che vanno ben oltre il mercato. Non a caso esiste un collegamento tra il valore educativo dello sport, che Spoome trova al centro di molti curriculum scolastici internazionali, e i classici luoghi in cui spesso si fatica ad incoraggiare ciò che spesso è visto solo come un hobby.
“Lo sport è per molti un lavoro, per altri una passione, ma resterà per tutti una metafora di vita. Sarà sempre un modello sano di competizione e collaborazione, capace di educare intere generazioni nonostante tutti i cambiamenti che la società subisce di continuo. E’ per questo che deve essere accessibile a tutti, ad ogni livello.
Spoome ha tutto il potere di essere una social innovation perché punta innanzitutto a trasmettere la cultura del lavoro sportivo, che è lavoro appunto, cioè qualcosa che deve essere accessibile per tutti. Siamo consapevoli che sognare autonomamente non porta da nessuna parte. Dobbiamo essere in molti a volere la stessa cosa perché il sogno si avveri”.
La Mission di Spoome perciò è crescere insieme alla rete, con l’obiettivo di diventare leader di mercato.
Il Team e il suo lavoro
“Pensavo a Spoome da diversi mesi, quando ancora non era ciò che è oggi.
Volevo creare un servizio gratis, facile da usare ma conforme ai bisogni del mercato target. Soprattutto, nascendo come informatico, pensavo ad un prodotto tecnologicamente avanzato e professionale. Ho iniziato a lavorarci per qualche mese quando, nell’estate 2011, senza essere riuscito a trovare gli alleati giusti, Domenico Tedone entra prepotentemente nel progetto. Ero soprattutto alla ricerca di qualcuno che seguisse il design e con lui Spoome ha trovato la spinta decisiva per essere un prodotto d’eccellenza.E’ stato poi il turno di Gerardo Iasparra, che ha portato le competenze specifiche sulla logistica dell’azienda e la creazione di valore business sostenibile. Abbiamo iniziato a confrontarci e a lavorare. Le nostre diverse esperienze professionali si sono immediatamente fuse in sinergia nel team, con competenza, passione e motivazione. Abbiamo capito che si poteva fare, qui ed ora e questo è stato il primo risultato”.
Facendo un primo bilancio dalla sua nascita, i risultati più importanti di Spoome sono positivi.
In questi ultimi quattro mesi, il team di Spoome ha rilasciato una versione beta privata, aperta agli utenti che si sono preiscritti alla prejoin. Attualmente il team sta testando attraverso strumenti di benchmarking la tenuta del servizio. Inoltre, per migliorare la user experience del servizio, sta analizzando il feedback ottenuto dai beta tester.
Al centro di tutto ciò sono in atto, di pari passo, l’applicazione di un design innovativo e lo studio di marketplace.
Per quanto riguarda il rapporto con la community, sono stati aperti alcuni canali di conversazione, tra i quali un gruppo di discussione facebook, in cui ci si confronta con gli utenti e si vuole creare insieme il valore social di Spoome.
“E’ questione di recuperare anche l’aspetto più spirituale dello sport, che ha un’anima. Trasmettere una nuova logica del business relazionale è tra gli obiettivi centrali di questo periodo, perché ormai il lancio completo della piattaforma si avvicina”.
Le prossime milestone del business plan
“Tra qualche mese lanceremo la beta pubblica e soprattutto scaleremo anche su mobile. Stiamo già iniziando a lavorare alle app, sia per Android che per iPhone e Windows Phone 7. Entro un anno saranno rilasciati tutti i servizi per gli utenti, perfezionati i profili esistenti e ampliato il pacchetto di alert, in base ai vari segmenti di mercato. Per fare questo, la squadra di Spoome, come si può immaginare, si sta allargando. Chiederemo soprattutto la presenza di sviluppatori e di partner adatti a condividere la strategia di crescita. Ne vedrete delle belle.”
Ma Spoome si prefigge anche un valore etico. Vuole che l’atleta torni ad avere il ruolo di protagonista.
“Con Spoome, atleta è sinonimo di talento vero e genuina passione, non freddo business”.
L’idea alla base del progetto, quindi, è di unire l'espansione delle opportunità sportive all’evoluzione del web, che obbliga a rivisitare le regole del mercato.
E, a quanto pare, questa startup ha tutte le intenzioni di non restarne fuori.
Continueremo a seguirla.