In tema di marketing territoriale l'ottobre scorso ci siamo interessati ad un'idea di vintage trip in grado di promuovere il turismo con un diario digitale.
È stata la Basilicata la prima regione a credere nel format innovativo di Can't forget it, idea di Mikaela Bandini, imprenditrice a dir poco originale che ho avuto il piacere di incontrare a Matera, la città in cui attualmente vive.
Il lavoro-guerrilla della Bandini dimostra come sia possibile intrecciare gli interessi delle istituzioni pubbliche con quelli imprenditoriali grazie alla comunicazione non convenzionale: fatta di urban blogger.
"Sono a caccia di progetti nuovi, prospettive inusuali ed argomenti affascinanti per utenti come me, che hanno viaggiato molto, in cerca di idee urbane ed ispirazioni contemporanee, difficili da trovare attraverso i canali di vendita convenzionali".
Ripercorriamo le tappe principali del progetto analizzando le caratteristiche business di successo.
Come nasce l'idea di un Vintage Diary
Da un lato un "bando d'attacco" -secondo le parole testuali di Mikaela Bandini-, cioè importante ed estremamente coraggioso, perchè per la prima volta un bando pubblico parlava di innovazione attraverso una figura, quella del blogger.
Dall'altro un gruppo di 7 giovani videomaker, fotoreporter e blogger da tutto il mondo, arrivati in Basilicata per produrre in 7 giorni i loro 7 video-racconti.
La storia
Il risultato è stata una story travel, Digital Diary Basilicata, diffusa esclusivamente in rete e che, proprio attraverso il 2.0, ha saputo arrivare ai più importanti media nazionali offline, attraverso testate e riviste specializzate che hanno deciso di studiare la case history in maniera completamente spontanea.
Per aggirare l'ostacolo maggiore, quello di superare i confini italiani e arrivare ovunque, abbiamo coinvolto 7 esperienze internazionali che possono esportare all'estero questa idea di viaggio direttamente nei loro Paesi di origine, facendola conoscere agli altri.
Questi ragazzi, completamente differenti nelle specializzazioni e nelle caratteristiche soggettive, hanno potuto esprimere senza filtri e senza ricostruzioni artificiose i viaggi fatti in Basilicata.
Il linguaggio d'attacco, molto diretto, peer to peer, ha saputo farsi apprezzare perché ha comunicato al meglio il vissuto delle esperienze vere, fatte in strada, gli incontri con la gente del posto, valorizzando l'insieme di caratteristiche, abitudini e sapori locali visti con gli occhi dello "straniero".
Insieme alla demo e ai 7 video-racconti, alla fine del viaggio ci siamo ritrovati con un database di 2000 foto inedite della Basilicata che abbiamo deciso di rilasciate liberamente in rete, continuando a raccontare per immagini questa terra ancora molto sconosciuta.
Il format è piaciuto molto. Le idee del progetto sono altrettanto innovative, infatti tutti i materiali prodotti non sono coperti da copyright e il costo è definito direttamente dall'utente che visita il video del suo blogger preferito.
Riassumendo, Digital Diary Basilicata ha trovato vita grazie a:
- un'unica lingua del progetto: inglese
- un unico canale di diffusione: web
- un compenso: pay per click
La scelta è stata strategica e serve appunto a non limitare la diffusione dei contenuti ma, soprattutto, si è ritenuto che il contrario potesse trasmettere un errato messaggio di marketing territoriale.
Behind the scenes
Tutti i video di questo post non appartengono ai materiali del contest.
In particolare quest'ultima chicca. Godetevela comodi e se pensate di realizzare anche voi un'esperienza di travel blog alla scoperta di luoghi poco conosciuti, scriveteci, vi daremo lo spazio per la diffusione del vostro progetto.