
Innanzitutto mi presento. Omar Rashid, classe '79, professione designer.
Nel 2003 ho fondato il marchio/negozio di abbigliamento street Gold, nato dalla voglia di voler proseguire a Firenze il cammino professionale fatto fino a quel momento nel mondo streetwear a New York. Lavoravo presso Zoo York, ma non sono potuto restare per motivi anagrafici (mio padre è irakeno e nel 2002 non piaceva agli americani). Negli anni, partendo dall'idea di voler creare un brand, ho sviluppato molti progetti paralleli basandomi sempre sul non-convenzionale. Ad oggi mi trovo ad essere uno dei fondatori del coworking Multiverso e del Logic, un piccolo club fiorentino.
Negli anni il mio marchio si è fortemente radicato nell'underground, specialmente nella scena hip hop e nell'immaginario locale e grazie al mio percorso ho iniziato a tenere lezioni di guerrilla marketing presso il Polimoda e lo IED di Firenze.
Inizialmente si trattava solo di raccontare la mia esperienza, ma con il passare degli anni le ore sono aumentate e mi sono trovato costretto ad approfondire l'argomento.
È li che ho incontrato, o meglio ho approfondito la conoscenza di Ninja Marketing attraverso il libro "Marketing non-convenzionale" prima e “Create! Progettare idee contagiose (e rendere il mondo migliore)" poi. (ndr se sei interessato ai prossimi corsi della Ninja Academy su come progettare idee contagiose clicca qui!)
Devo dire che quest'ultimo mi è stato di particolare ispirazione, soprattutto perché mi sono profondamente reso conto di come negli anni, deviato dalla voglia di realizzare tanti altri progetti non avessi portato veramente fino in fondo il mio principale obiettivo, ovvero la realizzazione e la promozione del mio brand.
Grazie ai messaggi riportati nel libro e le citazioni di molti maestri di vita, in particolare "La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e [...] di tutta l'umanità." (D.Ikeda), ho riflettuto su come poter applicare questa "filosofia professionale" alla mia azienda ed è così che mi è nata la voglia di riprendere il timone della "mia nave".
Negli anni avevo provato più volte a realizzare dei video virali, investendoci anche tante energie e risorse, ma con risultati spesso deludenti. Insieme ad altri ragazzi avevamo realizzato dei video su fenomeni di discipline underground come il breaking, il beatbox o il turntablism, ma il risultato rimaneva sempre e solo nella nicchia. Avevo provato a toccare anche un argomento "hype" come Lost, ma con scarsissimo successo.
Leggendo il libro di Mirko Pallera invece ho iniziato a riflettere sempre di più su quali fossero gli elementi che rendevano virale un contenuto. Ed è grazie a questa analisi che ho cominciato a notare come nel tempo avessi dato troppa poca importanza a due fattori in particolare: la tensione sociale e il seeding.
Durante gli anni, per promuovere il negozio, ho organizzato spesso feste legate al brand e in una di queste occasioni ho conosciuto Clementino, rapper napoletano fenomeno nel freestyle e dotato di una capacità recitativa impressionante.
In questo periodo ha iniziato ad uscire dal mondo dell'underground e, mentre riguardavo lo storico dei miei video su Youtube, notai di come i suoi video avessero ottenuto tantissime visite, in particolare uno in cui lui sfida il suo alter ego Iena White.
[yframe url='http://www.youtube.com/watch?v=gH-EI_WLaRA&feature=youtu.be']
È li che decisi di fargli realizzare, insistendo non poco, un video di una breve storiella da lui scritta che mi aveva raccontato una volta a pranzo. Si tratta di un'ipotetica lettera scritta al figlio da un padre fissato di calcio e che quindi confonde le parole con i nomi dei calciatori. Quale tensione sociale più forte c'è in Italia se non il calcio?
Guarda il video virale di Clementino e il calcio
[yframe url='http://www.youtube.com/watch?v=nGNZCsc0EXk&feature=youtu.be']
l video è girato in negozio, dove il logo è ben presente, ma senza essere troppo palese (forse anche troppo poco). Ho deciso di caricarlo sul mio blog il giorno in cui iniziavano gli europei e a farlo girare sui miei e sui suoi social network.
Il risultato è stato incredibile: 100.000 view in 24 ore (senza contare quelli che l'hanno scaricato e poi ricaricato sui propri canali) e una copertura mediatica impressionante. Tutto ciò prima ancora che lui lo retwittasse e lo ripubblicasse sui suoi profili.
Il giorno dopo era su tantissimi media, dai forum hip hop, a quelli calcistici, dalle testate locali a quelle nazionali, tanto che alla fine è finito anche nella trasmissione "Ciao Belli" di Radio Deejay.
Quando mi sono risentito con lui mi ha detto che un risultato così rapido e veloce non era riuscito ad ottenerlo neanche con la musica.
La forza del video infatti è la trasversalità. È piaciuto ai fan dell hip hop, è piaciuto al mondo dei tifosi ed è piaciuto anche a chi è al di fuori di questi due mondi.
Ovviamente qualche fan ha storto la bocca, ma si sa: non si può piacere a tutti.