Non è facile essere una startup.
Senza un enorme budget da investire in campo pubblicitario, diventa molto complicato ottenere visibilità sui media.
Se questa operazione risulta difficile anche per attività o brand affermati, per le nuove imprese create o ancora in fase embrionale, può essere davvero scoraggiante, soprattutto se nessuno dei fondatori ha esperienza con la stampa.
Fortunatamente però, la maggior parte degli gravi errori a cui si può andare incontro causa inesperienza, si possono aggirare; ecco qui dieci disastri di relazioni pubbliche che le startup devono assolutamente evitare:
Un lancio troppo in grande stile
Il mondo delle startup è pieno di storie di grandi party celebrativi di aziende che ormai non sono più sul mercato.
Una presentazione esagerata può far nascere dei dubbi su quanto rimanga dell'investimento a seguito di una festa faraonica con champagne e caviale. Se non hai un buon prodotto, nessun trampoliere coreografico e nessun invitante cocktail con ombrellini variopinti potrà renderlo migliore. Gli invitati devono lasciare l'evento col tuo prodotto fissato in mente, non con l'immagine di una contorsionista.
Eccedere nel follow-up della startup
Questa è una fase temuta e delicata. Per un giornalista non c'è nulla di più noioso che ricevere quotidianamente la stessa mail, più e più volte. Questa strategia rischia di raggiungere l'effetto opposto: scoraggiare chi sarebbe stato interessato a parlare del vostro prodotto con una serie di mail degne di uno stalker.
Non puoi importunare qualcuno mascherando questo comportamento come persistenza. La morale: non esagerare.
Fare uno di questi errori tipici da posta elettronica
1. Scrivere una email sgrammaticata, piena di errori.
2. Inviare una email con una forma sgradevole, costruita con copia/incolla da testi diversi, ognuno con una formattazione differente.
3. Scrivere con eccessiva confidenza: iniziare la comunicazione con “Caro [nome]..”. Succede più spesso di quanto si possa pensare.
4. Inviare comunicazioni con troppi allegati o troppo pesanti. Oltre al serio rischio di venire filtrati da procedure anti-spam, intasare la posta di un giornalista può essere davvero controproducente.
Rendersi difficilmente reperibili
È incredibile quanto alcune aziende facciano il possibile per non rendere evidenti le proprie informazioni di contatto.
Non dovrebbero essere necessari più di 15 secondi per accedere alle informazioni di contatto una volta approdati sul tuo sito.
È impensabile che un giornalista, costretto da scadenze e tempi ridottissimi, possa sottoporsi a form di registrazione per accedere ad alcuni dati o per scaricare delle immagini del prodotto. Fatti trovare facilmente.
Sperare che un piccolo lancio diventi un evento enorme
Non puoi pensare di affidare la comunicazione ad un piccolo canale e poi sperare che, una volta coperto l'argomento, venga ripreso da mezzi di diffusione più grandi e appetibili.
Non comprendere e non rispettare i tempi tecnici
Se per una startup, sebbene sia tutto progettato e discusso da mesi, il lancio può essere complicato, è ancora più difficile per un giornalista scrivere un pezzo su un prodotto o un evento che, all'uscita della rivista, sarà già vecchio. Se riesci a comunicare uno scoop o una notizia dell'ultimo minuto, avrai maggiori probabilità di copertura.
Partire in un momento sbagliato
Scegliere il momento giusto è importante. Se già le grandi aziende sono sottoposte al rischio che eventi inaspettati possano compromettere il lancio di un servizio o un prodotto, questa possibilità si moltiplica a dismisura quando la protagonista è una startup.
Se tutta la stampa specializzata è indaffarata e concentrata sul lancio del nuovo prodotto Apple, ad esempio, è una mossa suicida pianificare una presentazione negli stessi giorni.
Questo errore può fare perdere grandi occasioni, è quindi necessario documentarsi ampiamente sugli eventi in corso.
Commenti negativi sui concorrenti
È un grande errore concentrare il proprio messaggio su ciò che i potenziali concorrenti stanno facendo male; le startup dovrebbero diffondere solo vibrazioni positive su quello che stanno facendo e come lo stanno facendo.
Le startup hanno spesso bisogno di collaborare, in quanto “piccoli pesci” in un mare sconfinato. Crearsi dei “nemici” è una mossa sicuramente sbagliata, decisamente poco professionale e porta a bruciarsi dei ponti che si potrebbe avere interesse ad attraversare in futuro.
Scambiare entusiasmo per partnership
È probabile che presentando il vostro elevator pitch le reazioni possano essere di approvazione ed entusiasmo. È necessario ricordare che “dobbiamo fare qualcosa insieme” è solo una frase, non un partenariato formale.
Poca attenzione alle dichiarazioni “fuori onda”
Alcuni soggetti compiono l'errore di lasciarsi andare a dichiarazioni poco lusinghiere o inappropriate perché non c'è nessun addetto della stampa nelle vicinanze. Attenzione a questo atteggiamento: con la condivisione sui social supportata perfettamente dalla tecnologia, ogni frase, dichiarazione, ammissione può facilmente finire in rete.