Diciamoci la verità: quel che ci affascina di più dell'evoluzione tecnologica, è la sensazione di essere partecipi di una magia.
Chi non ha un'istruzione scientifica, percepisce come miracolosi alcune delle innovazioni che fanno parte della nostra quotidianità.
Pensiamo di tornare indietro nel tempo di 600, 100, 50 o anche solo 20 anni con le innovazioni di oggi: rischieremmo di essere guardati in modo bizzarro, come minimo, e nella peggiore delle ipotesi... sentiremmo un'inquietante innalzamento di temperatura!
Ma come non pensare a un sortilegio se qualcuno vi dicesse che potreste prevedere il successo di una vostra fotografia prima ancora di pubblicarla?
A dircelo è Aditya Khosla, giovane dottorato di ricerca al MIT Computer Science and Artificial Lab di Cambridge, che ha da poco concluso uno studio dal titolo tanto semplice, quanto complicata è l'analisi che racchiude: "Cosa rende un'immagine popolare?".
Khosla - e i colleghi Atish Das Sarma e Raffay Hamid - hanno analizzato 2,3 milioni di fotografie su Flickr e hanno sviluppato un algoritmo che ne comprende la popolarità e il numero di visualizzazioni e apprezzamenti che raccolgono, il tutto al netto della popolarità delle persone che scattano la foto.
È pacifico che anche la più brutta foto postata da un VIP o da un influencer otterrà più consensi del nostro migliore scatto, ma c'è un modo per capire se quel che abbiamo inquadrato otterrà il consenso del pubblico?
Come si legge su Entrepreneur, l'algoritmo sviluppato tiene conto di alcuni valori come i colori e le temperature presenti nelle immagini (il giallo, il rosso, il rosa riscuotono consensi, mentre i colori freddi lo fanno meno) e gli oggetti che vengono immortalati.
Cosa piace di più? Sì, avete indovinato...
E c'era bisogno di uno studio del MIT, direte voi?
Se la presenza di immagini sexy era scontata, e la pistola può essere facilmente compresa, stupisce invece la quantità di like raccolta da tazze e tazzine (e in maniera leggermente inferiore: profumi, animali vari e immagini dal mondo del basket).
Cosa piace meno invece al popolo della rete?
Spatole, sturalavandini e computer (seguiti a ruota da stufette e golf cart).
Che non vi venga mai in mente di farvi fotografare con questi oggetti, eh?! ;-) (Ma perché dovreste, poi?)
L'algoritmo è ancora grezzo, ma può essere già utilizzato ed è in grado di assegnare un valore alle proprie fotografie da 1 a 10.
In futuro sarà perfezionato per poter diventare uno strumento fotografico utile per chi lavora con l'advertising online, e potrà così mettere sul mercato immagini che sapranno intercettare il gusto di un bacino di utenza assai più ampio che in passato.
Come si legge sul New York Times, l'interesse di Aditya Khosla per il legame insito tra uno scatto e la sua popolarità non è nuovo: ha infatti fatto parte di un team di ricerca che ha sviluppato un algoritmo in grado di modificare i nostri primi piani, in modo tale che la foto risulti quanto più perfetta e difficilmente dimenticabile.
Khosla e il suo team stanno lavorando sodo per regalare al mondo della fotografia un tool che li renderà amati da chi usa le immagini per vendere o per raccogliere consenso, e detestati da chi ancora considera la fotografia un'arte basata sull'istintività di chi sa cogliere la poesia di un istante irripetibile.
E voi, da che parte state?