Il valore dell'industria della cosmesi
L'industria della cosmesi e dei prodotti per la cura della persona vale 9.532 milioni di € (consumi nel 2013), coinvolge in Italia 600 imprese che producono il 65% del make-up distribuito nel mondo. Il persistere di una situazione economica generale sfavorevole si ripercuote anche sull'industria della cosmesi, dove, più che ad una riduzione effettiva degli acquisti, ha spinto il consumatore nella ricerca del miglior rapporto qualità/prezzo, e quindi a spostarsi verso prodotti appartenenti ad una fascia prezzo inferiore.
Le esportazioni di cosmetici sono continuano a crescere, segnando a fine 2013 un incremento del +54,% vs il 2009, di cui un +11% è stato registrato tra il 2013 ed il 2012. A trainare l'export sono i paesi emergenti come India, Cina, Estremo Oriente, nuovi membri UE, Paesi Arabi e America Latina, dove si registrano tassi di crescita estremamente interessanti (fonte Beauty Report 2014, Cosmetica Italia).
Come il web influenza il processo d'acquisto
Le imprese della cosmesi in Italia investono circa il 7% del loro fatturato in innovazione, tecnologia, ricerca e sviluppo - la media nazionale stimata per ciascuna azienda è del 3%. Il 44% degli investimenti "no food" in comunicazione è rappresentato dalla cosmesi (fonte Beauty Report 2014, Cosmetica Italia). Ma quanto questi investimenti influenzano realmente il processo d'acquisto?
Coloro che più influenzano ed orientano maggiormente gli acquisti dei consumatori sono gli utenti della rete con opinioni e recensioni, nel 34,4% dei casi per lo shopping online, nel 13,7% dei casi per chi si reca nei punti vendita. Seguono giudizi e consigli degli amici, che impattano al 24,4% sull'online e all'8,7% sull'offline.
A cercare informazioni su Facebook e Twitter sono l'11,8% degli acquirenti online ed il 7,5% dei consumatori tradizionali. I grandi media (tv e radio) influiscono sempre meno nel processo d'acquisto, quando questo avviene online infatti solo il 6,4% delle persone ricorda di aver visto alcune pubblicità, mentre nessuno si è ricordato di servizi ascoltati in televisione o in radio. I cosmetici sono prodotti che necessitano di essere provati e testati, il passaparola diventa quindi la leva su cui puntare.
In un'era sempre più digitale, dove anche il passaparola diventa globale, è necessario per le imprese rafforzare la propria presenza in rete, con focus sui social network che consentono l'interscambio di informazioni che i clienti vanno cercando.
La presenza dell'industria cosmetica sui social media
I brand della bellezza si raccontano sui social media attraverso i loro prodotti, presentandoli e mostrandone l'utilizzo grazie a partnership con make-up artist e beauty-blogger. I loro socil prediletti sono Facebook, YouTube e Twitter. Il Centro di Ricerca sui Media e la Comunicazione dell'Università Cattolica e Digital Pr hanno recentemente pubblicato unto il 5°Beauty Report dedicato alle 18 imprese di cosmesi e cura del corpo più rilevanti sul mercato italiano. Vediamo nell'infografica che segue il rapporto che questi 18 brand hanno con i social media.
E se tutto il make-up che troviamo sui social diventasse improvvisamente a portata di click?
Cosa accadrebbe se un giorno ciascuno di noi, dopo aver consultato blog e social vari alla ricerca dei nuovi trend della cosmesi, fosse in grado di autoprodurre rossetti ed ombretti restando comodamente seduto sul proprio divano di casa sorseggiando la propria bibita preferita? Ciò che scritto così sembra un futuro distante anni luce, è già realtà!
Mink, adesso la cosmetica si stampa in 3D
Grace Choi, laureata ad Harvard, è pronta a portare pigmenti di colore all'interno di rossetti, ombretti, blush e persino fondotinta.. con pochi semplici click! La sua arma segreta? Mink, la stampante 3D per il make up.
Il lancio della stampante Mink è previsto entro la fine dell'anno, con un prezzo al pubblico di 300 dollari. Saranno inoltre commercializzati cartucce e materiali collaterali.
1, 2 ... 3D la nuova sfida ai colossi della cosmesi
Come Mink rivoluzionerà il mondo della cosmesi? Come i grandi colossi difenderanno le loro nuance contraddistintive da questo attacco digitale? Quali opportunità di business si apriranno alle beauty-blogger grazie a Mink? Quanti nuovi brand-fai-da-te verranno commercializzati grazie alla combo Mink+e-commerce? In attesa di trovare risposta a questi quesiti vi lascio a meditare su quella che potrebbe essere una delle più grandi rivoluzioni della cosmesi.