Questo articolo è a cura di INWARD, osservatorio che svolge ricerca e sviluppo nell’ambito della creatività urbana (street art, urban design, graffiti), operando con un proprio modello di valorizzazione, attraverso attività di Ricerca e azioni di Sviluppo nei settori Pubblico, Privato, No profit e Internazionale
(di Francesca Cartolano)
Ancora in fase di elaborazione del lutto per l’eliminazione dalla competizione della nazionale italiana, i Mondiali, si sa, rappresentano un rito che, come tale, richiede partecipazione tramite formule codificate.
Una di queste è sicuramente la presenza di una lattina di Coca Cola ghiacciata, ad accompagnare la visione dei 90 minuti di partita e, qualunque sia il risultato, tutto sommato di festa.
È proprio su questo che ha puntato la Coca Cola, sponsor ufficiale della Fifa da ormai 40 anni, in occasione dei Mondiali, concedendo le chiavi di tutto l’universo concettuale che la contraddistingue allo street artista brasiliano Speto che, in collaborazione con lo studio BGO di Leeds, ha creato un nuovo visual, ad hoc, per gli incontri calcistici del campionato internazionale.
Le peculiarità che contraddistinguono il brand, a livello emotivo e istintivo, sono state rappresentate dall’artista attraverso il suo modo di leggere il mondo, con semplicità, immediatezza, universalità. Occorreva raccontare i valori della felicità, solidarietà, della condivisione per una festa alla quale tutti sono invitati.
Un’immagine da ricercare dentro al fondo di un bicchiere di bollicine: il suono delle risate, il calore di un abbraccio, la spensieratezza della condivisione.
Un vero e proprio storytelling, il cui contenuto è l’emozione estetica che si sviluppa attraverso quattro personaggi, uniti dalla passione per il calcio e, per sineddoche, dalla voglia di partecipazione.
Speto, che racconta di sentirsi vicino all’Arte Naif, è un artista autodidatta. La sua visione dell’arte come tecnica sociale del sentimento, è divenuta il manifesto, non a caso, attraverso cui il mega-brand Coca Cola ha deciso di omaggiare la Fifa World Cup.
Secondo l’artista poveri, ricchi, giovani e vecchi, tutti hanno il diritto (e la necessità) di esprimersi.
Volendo utilizzare metafore calcistiche, la realizzazione dell’opera è stata un assist dall’analogico al digitale. Come lui stesso racconta, dopo aver realizzato i graffiti e averli fotografati, li ha impressi su delle tavole di legno e in seguito finalizzati al computer, in post-produzione.
La sfida più grande era quella di coinvolgere e incantare il pubblico mondiale, come in una lunga e solare festa. Mostrando così che la Coppa appartiene a tutti, tanto quanto una lattina di Coca Cola.