Da qualche giorno è sulla bocca di tutti: Ello, il nuovo social network.
Ello, l'anti-Facebook.
Ello, finalmente un social senza pubblicità.
Ello, il social gay-friendly.
Approfondiamo meglio questi slogan (veritieri).
Ello è stato fondato nel 2013 da Paul Budnitz, Berger & Fohr e Mode Set; non è quindi una novità delle ultime settimane, ma in quest'ultimo lasso di tempo ha incrementato fortemente il suo bacino di utenza (i dati parlano di 30.000 richieste all'ora!).
Come logo ha uno smile nero senza occhi e ha una grafica minimale, pulita ed elegante (probabilmente donata al progetto dallo stesso Baudnitz, che è anche un designer di giocattoli e biciclette e un videomaker).
Al momento è ancora in fase beta e ci si può registrare solo se invitati da qualcuno già all'interno, oppure inviando esplicita richiesta.
A cosa è dovuta, dunque, questa impennata d'interesse?
Una grossa mano gliel'ha data Facebook stesso, quando ha deciso di sospendere le pagine personali di alcune drag queen americane (che per tutta risposta hanno sollevato un polverone mediatico che culminerà con una manifestazione il 2 ottobre a San Francisco).
Il fatto è che Mark Zuckerberg ha introdotto la Legal Name Policy sul suo social - una legge per cui non si può avere profili con nomi fittizi - e alcuni esponenti del mondo LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali ndr) si sono visti chiudere le proprie bacheche a causa dei loro nomi d'arte.
In loro soccorso è però giunto Paul Budnitz, dichiarando al Daily Dot:
"Non devi usare il tuo vero nome su Ello. Noi incoraggiamo le persone a essere chi vogliono essere".
A sostegno di quanto appena detto, si promette lotta dura contro i post d'odio e contro i troll, oltre all'istituzione di severe misure per la privacy e per la tutela degli utenti. Questa è una delle regole contenute nel Manifesto di Ello.
L'altra, forse quella che fa più clamore, è che Ello non ha pubblicità al suo interno (il claim infatti recita "Simple, beautifull and ad-free", "Semplice, bellissimo e senza pubblicità").
“Il tuo social network è di proprietà degli inserzionisti. Ogni post che condividi, ogni amicizia che stringi, ogni link su cui clicchi viene monitorato, registrato e convertito in dati. Gli inserzionisti acquistano i tuoi dati in modo da poterti mostrare più annunci pubblicitari. Tu sei il prodotto che viene comprato e venduto. Noi crediamo che ci sia un modo migliore. Tu non sei un prodotto”.
Tralasciando l'enfasi della frase - che non sfigurerebbe al fianco del claim di Fight Club "Non sei il tuo lavoro. Non sei il tuo conto in banca" - il concetto è di sicuro interessante e sta conquistando i moltissimi che iniziano a essere insofferenti per le pubblicità presenti su Facebook.
Ci si chiede quindi, di cosa vivrà Ello: a inizio anno ha ricevuto fondi pari a 435.000 dollari dalla FreshTracks Capital, ma di certo se i numeri dei nuovi utenti dovessero continuare a crescere, qualcosa si dovranno inventare (c'è chi già immagina una conversione servizio freemium).
Ma che il prodotto fossimo noi, in una realtà come quella di Facebook, non è certo una novità - "ma che strani questi annunci di scarpe, proprio quando ne ho bisogno!" - e chi vuole starsene in santa pace, senza mille avvisi promozionali, già lo fa su Google+, che, è bene ricordarlo, iniziò la sua vita solo su inviti e prometteva una piazza meno affollata di quella di Facebook... Fatto che si può dire sia rimasto tale!
Non crediamo, insomma, che Ello continuerà a togliere utenza a Facebook e siamo sicuri che non riuscirà a spodestarlo dalla vetta dei social. Ad oggi Facebook rimane la grande piazza generalista, e la stragrande maggioranza di coloro che la popolano l'apprezzano proprio per quello che è.
Ello è però un tentativo interessante, che può essere letto come un altro passo nell'evoluzione dei social.
La materia "social network" è ancora giovane e non è pensabile che si rimanga per sempre "a vivere" sul social che per molti è stato il primo passo verso il web (sarebbe come sposarsi con la prima fidanzatina avuta alle elementari!). E' giusto, quindi, cercare strade nuove e sperimentare!
Ma chi suona le campane per l'imminente funerale di Facebook, sta semplicemente cavalcando l'onda dello scoop.
Iscrivetevi a Ello, ma non credetegli!