Quando si parla di nuove tecnologie digitali applicate al business, uno dei primi pensieri è rivolto quasi sempre al mondo del retail. Distribuzione, negozi e store hanno da sempre la profonda necessità di attirare e trattenere persone in loco per la vendita dei prodotti, e a prima vista l'avvento delle stesse tecnologie può sembrare un vero pericolo per la loro sopravvivenza. Pensiamo per esempio alle discontinuità nei tradizionali modi di fare shopping portate da colossi come l'ecommerce Alibaba (di cui abbiamo recentemente analizzato le principali ragioni del successo).
Ma non sempre questa preoccupazione si rivela fondata. A proposito, un report a cura di un gruppo di analisti di Forrester Research riporta alcune innovazioni oggi ancora poco diffuse ma che si riveleranno importanti per lo sviluppo futuro del mondo retail. Tra esse ne abbiamo scelte quattro: soluzioni di prossimità, wearable, tecnologie per lo scanning facciale e stampanti 3D. Esploriamole meglio, una ad una!
Soluzioni di prossimità
Con Kairos (καιρός) i Greci intendevano il momento buono, profittevole per svolgere una determinata azione o trarre vantaggio da una certa situazione. Su questa logica si fonda anche il successo delle tecnologie di prossimità, presenti da diverso tempo nelle strategie di marketing, comunicazione e business delle realtà più innovative ma che stanno conoscendo un'ampia diffusione soprattutto negli ultimi anni. La rivoluzione portata da Apple con gli iBeacon la dice lunga: un sistema di proximity messaging che riesce e individuare e localizzare lo shopper, aprendo le porte a nuove prospettive in termini di loyalty e personalizzazione dell'offerta.
Tecnologie indossabili
La seconda innovazione destinata a rivoluzionare il mondo del retail è quella dei wearable. Il grande vantaggio in questo caso è dato dalla bassa intrusività della soluzione, che permette al responsabile commerciale di acquisire dati molto preziosi per studiare e analizzare l'acquirente senza generare troppo disturbo allo stesso. Come sottolineato da retailtouchpoints.com nel post "Will Wearable Technology Shake Up The Retail Landscape?", Barneys New York e Kenneth Cole si stanno attrezzando in tale direzione, per non trovarsi impreparati al momento della loro esplosione. Le stime riportano una spesa complessiva di tecnologie indossabili a livello globale da parte degli utenti di 19 miliardi di Dollari entro il 2018. Orologi, indumenti, occhiali, monitor, sistemi di tracking fungeranno sempre più da estensioni naturali dell'esperienza di marca online e mobile.
Scanning facciale
Ecco un'altra tecnologia molto interessante, che permetterà nell'immediato futuro di personalizzare al massimo le comunicazioni pubblicitarie e le offerte agli specifici utenti. Non è un caso che colossi come Tesco siano da tempo impegnati nell'implementazione di sistemi di riconoscimento facciale, nel tentativo di parlare meglio e attraverso strategie più tailored con i propri clienti e consumatori.
Il New York Times riporta invece il caso di NEC Corporation, che ha deciso di implementare un software di V.I.P. identification abile a identificare con poco sforzo personaggi famosi e clienti premium.
Stampanti 3D
Il team di analisti Forrester Research cita anche le stampanti 3D, grazie alla continua decrescita del loro costo e al parallelo costante incremento delle potenzialità offerte. Per esempio, le stesse stampanti permetterebbero di diminuire i costi della supply chain e localizzare molte attività, migliorando al contempo time to market e reattività alla domanda dello shopper. Si passerebbe a un contesto di produzione in piccole quantitù ed in tempo reale, con conseguente mancanza di necessità da parte dei retailer di conoscere ex-ante le precise abitudini di acquisto dei propri clienti. Staples si sta dando già da fare: cosa aspettate?
Conclusioni: verso l'integrazione tra online e offline
Proximity marketing, wearable, scanning facciale e stampanti 3D: ecco solo 4 delle principali innovazioni destinate a rivoluzionare nel breve periodo il mondo del retail a livello globale. Certamente i limiti attuali sono ancora tanti, dalle grandi problematiche relative alla privacy fino alla poca precisione raggiunta oggi da alcune soluzioni citate.
Ad esse si aggiunge poi l'ulteriore sfida per i professionisti di (trade) marketing di sapere coniugare alla perfezione esperienza on e offline, offrendo percorsi multicanale capaci di 'traghettare' il consumatore verso il valore di marca. A sostegno di quanto detto citiamo anche il report 2014 dedicato all'argomento prodotto e distribuito da Walker Sands.
L'omnicanalità diventa una variabile determinante, come ben mostrato dalla presentazione di Gianluigi Zarantonello, Digital Marketing Manager del Gruppo Coin, all'ultimo Forum Retail organizzato dalla Fondazione CUOA.
Ninja, cosa ne pensate di queste tecnologie? Avete già visto casi virtuosi che vanno in questa direzione?