Ci sono state civiltà che hanno ignorato la ruota, ma nessuna che non abbia conosciuto le storie - Luisa Carrada
Tutti siamo storyteller. Quando ci si dimentica di consegnare un compito a scuola, quando si raccontano gli avvenimenti importanti della propria vita agli amici, quando bisogna convincere il proprio capo ad approvare un progetto importante.
E siamo anche esposti agli storyteller fin dalla nascita. Nonni e genitori che raccontano fiabe, professori in grado di rendere interessanti anche le materie più ostiche, registi, scrittori, politici.
Ecco perché per un brand è importante più che mai diventare a sua volta storyteller. Perché l'essere umano è intrinsecamente legato alle storie e ai racconti. E in un contesto in cui sempre più è la componente immateriale di prodotto ad essere importante ai fini del consumo, una comunicazione di successo è basata proprio sul condividere la propria unicità al consumatore, coinvolgerlo, fargli provare emozioni, imporgli una pausa per concentrarsi sui valori del brand.
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In un mercato sempre più globale e con nuovi comportamenti di consumo, il 90% della popolazione non è interessata per niente al marketing, ma è interessata alla corporate identity, ovvero all'insieme di valori che un'azienda comunica e alle relazioni che è in grado di stringere col mercato.
Lo storytelling è l'arte di dare forma e significato a un'informazione che altrimenti sarebbe noiosa - Christian Salmon
Prendiamo prodotti che non sono, in sé per sé, in grado di emozionare più di tanto. Un paio di scarpe, un motore di ricerca e una multinazionale con un numero infinito di diversi sub-brand.
Eppure se vi dicessimo Adidas vi verrebbe subito in mente "Impossible is nothing".
Se vi dicessimo Google avreste subito l'immagine della campagna girata in India.
E se citassimo P&G tutti ricordereste lo spot per le Olimpiadi 2012.
Perché? Autenticità, semplicità, universalità, emozione. Sono questi gli elementi di uno storytelling di successo.
Con lo sviluppo dei social media, lo storytelling è sempre più vitale. Gli esperti di comunicazione lo ripeteranno fino alla morte: non bisogna prendere i social come l'ennesimo canale di comunicazione tradizionale, ma come un canale di conversazione.
Questo significa poter sfruttare molte piattaforme per fare storytelling, ma la difficoltà sta appunto nel declinare in modo preciso il racconto in base agli strumenti che si hanno.
In ogni caso i consigli generici per poter fare storytelling sui social sono i seguenti:
- Raccontare qualcosa sulla nascita del brand: tutte le grandi fiabe iniziano con "C'era una volta".
- Mostrare storie quotidiane, di persone reali: e il "vissero felici e contenti?". Bisogna mostrare cos'è successo alla vita dell'azienda, com'è lavorarci, cosa si fa.
- Condividere valori: le grandi cause spesso fanno parte dei valori aziendali. Che sia la battaglia contro lo spreco di risorse naturali, la difesa degli animali o dell'ambiente, il consumatore vuole saperlo.
- Integrare contenuti provenienti dagli utenti: quando si dice all'amico "Non sai cosa mi è successo ieri sera" è più interessante se questo propone a sua volta un racconto. Condividere le storie degli utenti è importante.
Per quanto riguarda le singole piattaforme invece:
E' possibile completare la timeline con contenuti storici, e aggiungere informazioni nell'apposita sezione evidenziando i valori aziendali.
Con Twitter si nota come lo storytelling sia sempre più importante, l'aggiornamento che aveva creato scalpore perché lo rendeva più simile a Facebook (più spazio alle immagini), è stato fatto anche per migliorare la possibilità di narrazione. Inoltre anche in questo caso avere una bio di impatto è sempre una carta vincente ed un buon biglietto da visita.
Un buon esempio di storytelling di successo è quello fatto da Obama nel momento delle rielezioni. Con una foto e tre semplici parole ha raccontato la fine di una storia e l'inizio di un'altra.
Su Instagram è possibile condividere immagini d'effetto o, come ha fatto Starbucks, creare un video che racconta una storia. "How we met", l'incontro di due persone in un bar. Sembra quasi l'inizio di un romanzo.
Concludiamo con una frase di Seth Godin che, da imprenditore e marketer, ha saputo fare dello storytelling un arte diventando anche autore e public speaker di successo.
Per essere un buon marketer bisogna essere un buon narratore: bisogna raccontare storie che si diffondano, creare prodotti rimarchevoli, vivere e far vivere il racconto