Virali, campagne indimenticabili, crisi di PR ed epic win: il 2014 è stato pieno di sorprese ed iniziative di branding che finiranno dritte sugli annali del marketing management. Ecco la Top Ten dei marketing moments che hanno segnato l'anno appena finito.
10 - Il ritorno del Winner Taco
Al freddo di gennaio Algida sferra un colpo da maestro: un'immagine teaser sui social fa presagire il ritorno del Winner Taco - acclamato dai fan nostalgici degli anni 90. Poiché, si sa, non ci si bagna mai due volte nello stesso gelato - altrettanto velocemente è nata la corrente dei "nonèlastessacosisti". Sarebbe interessante vedere i dati di vendita del gelato a chiusura del 2014 (se ne sai qualcosa, scrivici: anonimità garantita) ma in ogni caso questo avvenimento rappresenta una piccola grande testimonianza delle digital pr che influenzano il marketing.
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9 - Facebook gioca con le nostre emozioni
Lo scorso giugno Facebook ci ha rivelato di aver intenzionalmente manipolato l'algoritmo di alcuni utenti per testare la reazioni a post positivi e negativi. Il risultato? I social network possono propagare i sentimenti. Le reazioni non sono state positive: gli utenti non avevano dato il loro consenso per partecipare alla ricerca e si sono ritrovati la home piena di status tristi senza volerlo. Ecco perché il 2014 segna la prima volta in cui la tecnologia mette noi in un laboratorio e non viceversa. Riusciremo, prima o poi, a trovare la quadra sull'efficacia e sulla coerenza del display advertising?
8 - Google e il diritto all'oblìo
In primavera tutto rinasce: anche il tuo personal brand. La Corte di Giustizia dell'Uniona Europa sentenzia sul diritto all'oblìo, permettendo agli utenti il diritto di chiedere ai motori di ricerca di eliminare dalle loro pagine dei risultati i link verso cose che li riguardano nel caso in cui li ritengano “inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati”. Se firmi, ti cancello. Altro che big data! Una decisione dalle pesanti implicazioni per il search engine marketing.
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7 - Tim Cook fa outing
Non sarà stato facile farlo quando il resto del mondo ha gli occhi puntati su di te dopo la morte di Steve Jobs. Un grande passo per l'uomo, un enorme passo per la libertà. L'uomo a capo del brand più potente rivela di essere gay, sfumando di fatto la distinzione tra sfera privata e sfera professionale, sperando di ispirare positivamente altre persone.
6 - Sony Hack - The Fappening
Il 2014 non sarà ricordato come un buon anno per la sicurezza dei dati aziendali. La prima grande avvisaglia si è avuta con il leak di immagini erotiche trafugate dagli "smart"phone di attrici e starlette di Hollywood. A dire degli hacker, le fotografie del The Fappening sono state recuperate semplicemente bypassando le facili domande di sicurezza e di recupero password. La risposta di Apple è stata più calma e placida del previsto: “Nessuno dei casi che abbiamo investigato dipende da una breccia nei sistemi Apple tra cui iCloud o Trova il mio iPhone". Semplicemente, usate password più forti o attivate la verifica in due passaggi. Incredibilmente, password e sistemi di protezione deboli si sono rivelati alla base anche dell'attacco hacker contro Sony Pictures, ad opera del gruppo Guardians of Peace. La ragione a quanto pare era evitare la release del film comico The Interview, fortemente ironico e critico di Kim Jong Un.
5 - Addio Nokia
I nostalgici del 3310 stanno ancora cercando di riprendersi dall'annuncio pubblicato sulla fanpage Nokia lo scorso ottobre: “Su tutte le scatole dei telefonini e degli accessori Lumia scomparirà il nome Nokia”. Il Lumia è oggi Microsoft, vi siete abituati all'idea?
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4 - Uber Evolution
Gli scontri con i tassisti sembrano nulla rispetto a ciò che Uber ha dovuto affrontare quest'anno: abbassamenti di prezzo, autisti accusati di violenza sessuale, problemi di PR, servizio uber pop sospeso in Francia e in Spagna. La concorrenza del car sharing inizia a ribollire sul serio, ma il prossimo baluardo sul percorso sarà il fenomeno driverless. Ci auguriamo che il 2015 sia meno burrascoso!
3 - Real Time Marketing
Tutto cominciò con l'Oreo moment durante il Super Bowl 2013. Nel 2014 abbiamo assistito ad una conferma del Real Time Marketing: agli Oscar, ai Grammys, in occasione dell'annuncio del Royal Baby II, i brand sono stati pronti a twittare e cavalcare l'onda della notizia in maniera accattivante e coinvolgente. Il momento più interessante è stato senza dubbio la partita Italia-Uruguay e il morso di Suarez. Esemplari i tweet di Snickers e i post su Facebook di Barilla. Epic win!
2 - Selfie, selfie everywhere
Cosa ci fanno Bradley Cooper, Ellen De Generes, Jennifer Lawrence, Brad Pitt & Co davanti ad una fotocamera interna di un Samsung? Un Selfie da Oscar, naturalmente, che ha superato il record di tweet più condiviso - spodestando il Presidente Obama e la First Lady. Selfie è stata decisamente tra le parole più utilizzate del 2014 - a tal punto da dedicarle anche una serie tv.
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1 - Happy e Ice Bucket Challenge
Che Top Ten sarebbe senza una menzione ai video virali dell'anno? Nel 2014 la beneficenza e la felicità sono diventate contagiose. Con l'Ice Bucket Challenge ci siamo gettati addosso dell'acqua ghiacciata per la lotto contro la SLA, mentre con Happy di Pharrell abbiamo assistito nel 2014 all'esplosione di un potete video-meme musicale.
Ecco qui la sintesi dei marketing moments 2014: stiamo sviluppando una fortissima capacità di empatica simbolica e digitale che dà vita ad un fascio di condivisioni velocissimo e denso: il 2015 inizia con #JeSuisCharlie, un segnale triste ma inequivocabile del nostro bisogno di sentirci uniti e fare fronte comune. Per una buona causa ma anche per un brand, se ne esistono i presupposti!
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