Il Cluetrain Manifesto fu pubblicato nel 1999 come manuale di utilizzo del web. Una serie di 95 tesi che hanno cambiato il nostro modo di intendere la rete.
Agli albori del web, prima di Facebook e dei social network, Rick Levine, Christopher Locke, Doc Searls e David Weinberger hanno voluto donarci una chiave di lettura rivoluzionaria per quei tempi e differente da quella in uso per gli altri mass media: le conversazioni sono alla base dei mercati!
Oggi le considerazioni espresse nei clues sono di una disarmante attualità (come nella recente riflessione di Marco Fongaro), ma Searls e Weinberger hanno da poco pubblicato 121 nuove tesi, che offrono nuovi spunti di riflessione. Questa volta le tesi non somigliano a un manualetto d'istruzioni, ma a una lettera d'amore nei confronti di Internet, inteso come una rete libera.
Analizziamo qual è il messaggio che racchiude questa nuova release del Cluetrain.
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L'amore ai tempi della rete
Il nuovo Manifesto non è rivolto alle aziende e a chi vuole utilizzare il web a fini commerciali, ma vuole essere una guida per tutti: per prendere consapevolezza delle potenzialità della rete e dei rischi connessi a un cattivo utilizzo di quest'ultima perché, secondo i due autori, il web è sotto attacco da più parti. Ma la minaccia più pericolosa siamo noi!
Amare la rete vuol dire amare la libertà, perché il web permette una partecipazione democratica che gli altri media non consentono.
Noi siamo internet e internet non è niente
"We, the People of the Internet, need to remember the glory of its revelation so that we reclaim it now in the name of what it truly is".
Noi, il Popolo di Internet, dobbiamo ricordare la gloria della sua rivelazione, per poterlo rivendicare in nome di ciò che è veramente.
Con un tono nostalgico, si parte dall'inizio (Un tempo eravamo giovani nel Giardino…) per affermare che Internet siamo noi, connessi.
"Noi abbiamo Internet in comune, e non la possediamo". (clue 4) Non sono i provider o i governi a governare la rete, e nemmeno noi, perché Internet non è niente, e non ha scopo.
Un insieme di protocolli che non hanno un utilizzo specifico, solo uno scopo generico: "Questo significa che Internet non è fatta per niente in particolare. Non è fatta per i social network, né per i documenti, né per la pubblicità, né per il business, né per l’educazione, né per il porno, né per nulla. È progettata specificamente per fare tutto". (clue 13)
La rete non è contenuti, non è un medium, è un mondo
"Ci sono incredibili contenuti su Internet. Ma, perdiana, Internet non è fatta di contenuti". (clue 16)
"La Rete non è un medium più di quanto non lo sia una conversazione". (clue 19)
Tutto ciò perché siamo noi ad essere la rete, con la nostra forza vitale, i nostri vissuti. E noi dobbiamo essere l'unità di misura della rete: "Tenerci — contare qualcosa — è la forza motrice di Internet". (clue 24)
Internet è un mondo di cui noi siamo artefici: Il Web ricrea il mondo in un’immagine — la nostra — emergente e collettiva. (clue 32)
La conversazione come arma
Quando abbiamo perso la nostra innocenza? Quando siamo usciti dall'Eden e ci siamo ritrovati in una selva oscura?
"Ogni link da parte di una persona che ha qualcosa da dire è un atto di generosità e altruismo, che invita i lettori a lasciare la pagina, per guardare come appare il mondo agli occhi di qualcun altro". (clue 31)
Però non necessariamente troviamo generosità e altruismo, l'odio si diffonde in rete più facilmente che nel mondo reale: "L’odio è presente in Rete perché è presente nel mondo, ma la Rete lo rende più facile da esprimere e da sentire". (clue 37)
"Se la guardiamo freddamente, la Rete è solo tecnologia". (clue 41), "Nessuno possiede quel posto. Tutti possono usarlo. Chiunque può migliorarlo". (clue 43)
E la ricetta per riprendere possesso della rete è semplice: "Essere accoglienti: ecco un valore che la Rete ha bisogno di imparare dalle nostre migliori culture del mondo reale". (clue 51)
Che ruolo assume il Marketing in questo contesto? Che valore hanno in rete la nostra privacy e i nostri dati? Troverete le risposte nella seconda parte di questa analisi dei nuovi indizi del Manifesto.