Il wearable è stato uno dei trend del CES 2015. Tra tanta tecnologia internazionale, anche un prodotto italiano, Hiris (Human Interactive Reliable Integrated System), un orologio esagonale hi-tech dall’uso quotidiano che conta passi, calorie bruciate, temperatura e molto altro per migliorare il proprio stato di salute.
Hiris, attraverso applicazioni specifiche, si adatta alle necessità di chi lo utilizza. Ad esempio, nella riabilitazione può essere utilizzato per analizzare movimenti in real-time, nello sport può monitorare e migliorare le proprie abilità, nell’entertainment può essere utilizzato per mixare la musica e controllare un drone, nella domotica per alzare il volume dello stereo o accendere il condizionatore.
Hiris è stato sviluppato da Circle Garage, startup nata dall'idea di Marco Gaudina, già ricercatore dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, ed ora incubata presso l'Incubatore del Politecnico di Torino.
Questo dispositivo evidenzia un cambiamento nell'industria dei wearable computer verso un nuovo modo di intendere le tecnologie indossabili, non più esclusivamente tracker dei propri stati fisici, ma interfacce attraverso cui interagire con l'ambiente circostante.
Per comprendere meglio questa tendenza, abbiamo intervistato Marco di ritorno dal CES di Las Vegas.
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Smart Watch. Activity Tracker e poi... wearable computer. Come si distingue Hiris dal resto delle tecnologie indossabili?
Le tecnologie indossabili esistenti fino ad oggi concentravano la loro funzioni sul dirti quanti passi fai al giorno, come dormi la notte e quante calorie consumi.
Per noi questa è solamente un’applicazione. Vogliamo far capire alle persone che il corpo è molto di più che un numero di passi. Hiris è un estensione del nostro corpo, delle nostre passioni. Musica, videogame, motion tracking, fitness e così via.
Così come siamo abituati a utilizzare differenti applicazioni con il nostro computer, o il nostro smatphone, Hiris può fare la stessa cosa come tecnologia indossabile.
Fin dove possiamo arrivare non lo sappiamo neanche noi perché vogliamo lasciare libere le persone di sviluppare nuove applicazioni per utilizzare Hiris come preferiscono.
Quali sono i principali ambiti in cui Hiris può essere applicato?
Lo sport, il controllo remoto e l’entertainment. Le caratteristiche di espandibilità e customizzazione offerte da HIRIS consentono in realtà di poter spaziare in molti altri ambiti ma per il momento vogliamo concentrarci e fare bene in questi settori.
Quali sono le principali competenze necessarie e difficoltà incontrate nella realizzare di un wearable?
Le dimensioni, la vestibilità, il design, la durata della batteria. Sono tutti componenti chiave che devono essere ben bilanciati e trovare un equilibrio. Poi ci aggiungiamo tutte le difficoltà usuali per chi produce hardware.
Da una tesi di dottorato, vi hanno portato al CES di Las Vegas, quali sono state le tappe di questo viaggio?
Se non avessi trovato le splendide persone che fanno parte del team sicuramente oggi farei dell’altro. Da lì, insieme, siamo cresciuti, abbiamo iniziato a vincere riconoscimenti, siamo stati selezionati al Pioneers Festival di Vienna, siamo arrivati alla finale delle 25 migliori startup d’Europa a Dusseldhorf per finire recentemente appunto, al CES.
Il CES è incredibile, migliaia di persone, spazi giganti, persone che hanno sete di tecnologia. E’ stato bello confrontarsi con altre startup provenienti da tutto il mondo e avere la possibilità di dire la nostra.
E dopo Las Vegas?
Crowdfunding! Ovvero finanziamento collettivo. Siamo partiti il 20 con la campagna di crowdfunding su Indiegogo che terminerà il 1 Marzo, chiediamo alle persone di aiutarci per completare HIRIS e poterlo produrre. Stiamo salendo bene e stiamo mettendo tutto il nostro entusiasmo per raggiungere il nostro goal. Se non lo raggiungiamo infatti non vediamo neanche un centesimo e tutto viene restituito.
Perché avete scelto Indiegogo?
Il crowdfunding è un fenomeno in forte ascesa. E’ la piattaforma ideale per applicare il metodo delle tre F ovvero Family, Friends and Foolish. E’ un modo per dire al mondo “Ehi ci siamo anche noi!” e avere dei feedback diretti dal mercato.
Abbiamo scelto Indiegogo perché è uno dei due maggiori siti al mondo di crowdfunding e tra i due è quello più legato alla tecnologia.