Stimolare engagement, soprattutto se non siete i social media manager di marchi diversi da Coca Cola, Apple o Starbucks, non è semplicissimo e molto spesso il non vedere risultati immediati ci può abbattere, far venir voglia di abbandonare il nostro progetto o pensare che il nostro piano sia completamente sbagliato. Può essere, o forse no.
Come abbiamo già visto nell’articolo sui 5 errori di cui puoi far volentieri a meno quando creai contenuti digitali, la pazienza è la virtù dei forti ed è proprio di questa di cui dobbiamo armarci.
Molte persone si imbattono quotidianamente sui nostri post, tweet, pezzi o immagini e quelli che vi interagiscono attivamente con apprezzamenti o commenti sono solo la punta dell’iceberg, la maggior parte li vede e ci interagisce in silenzio.
Come Adam Schenfeld, CEO di Simply Measured, afferma: "Misurare i social è davvero una grande sfida, (...) concentrarsi esclusivamente sui "mi piace", sulle risposte e sulle metriche di misurazione dell'engagement di base, non ci racconteranno tutta la storia." Bisogna andare oltre, andare al di là della superficie.
Per questo motivo è saggio non fermarsi soltanto alla superficie ma scavare più a fondo, analizzare i dati che i numerosi strumenti che abbiamo a disposizione ci forniscono e studiare un piano d’attacco. Di seguito quattro consigli su come misurare l’engagement su Twitter per migliorare la nostra strategia da 140 caratteri.
1. Non fermarti ai Follower, Retweets, Risposte e Preferiti
Dal 14 luglio scorso Twitter ha messo a disposizione dei suoi utenti il Native Analytics (scaricabile all’indirizzo https://analytics.twitter.com/), uno strumento che permette di monitorare l’effettiva interazione sul nostro profilo al di là di tutti i dati evidenti che possiamo ricavare come il numero di followers, retweets, risposte e preferiti.
Twitter Analytics è, infatti, in grado di fornirci uno spettro di informazioni più ampio come il numero effettivo di click sui link condivisi, sugli hashtags, sulla nostra pagina profilo, etc.
Native Analitics è un componente gratuito a disposizione di tutti i social media manager, o comunque di chiunque abbia un profilo verificato, con cui è possibile aver accesso alle informazioni di tutte quelle azioni “invisibili” che accadono sul nostro profilo. Una volta installato il componente, saranno accessibili i dati dei trenta giorni precedenti, così da iniziar fin da subito il loro studio.
2. Connetti i diversi strumenti di monitoraggio
La sinergia, in generale nella vita, è sempre un’ottima strada verso il successo e lo stesso vale anche per il mondo digitale.
Ogni piattaforma, ogni social network ha i suoi strumenti per monitorarne traffico e interazione, alcuni di questi sono collegabili tra loro ricavando in questo modo dati ancora più precisi, soprattutto se il nostro interesse è capire come il flusso proveniente da questi ultimi vada a potenziare i risultati ottenuti dal nostro sito web, ad esempio.
E’ possibile, quindi, avere dati attendibili che ci permettono di verificare la conversione effettiva relativa a particolari campagne o contenuti specifici che ci interessa analizzare, cosa che si fa ancora più interessante soprattutto se abbiamo investito in pubblicità e vogliamo misurarne il riscontro.
Nel caso di Twitter, collegare i suoi dati con quelli di Google Analytics, permette di verificare se gli obiettivi che ci siamo prefissi in termini di traffico vengono raggiunti, in che termini e quali messaggi si sono rivelati più appetibili per il nostro audience.
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3. Gli amici “influenti” contano
Grazie alle statistiche che Twitter ci fornisce, siamo in grado di risalire anche a quali sono le persone che ci stanno aiutando amplificando il nostro messaggio attraverso menzioni, re-tweet o altro. Esistono vere e proprie star sui social network, persone che sono riuscite ad emergere dalla massa diventando il corrispettivo digitale delle celebrities di Hollywood.
Riuscire a creare una relazione con una di loro potrebbe davvero rilanciare anche il nostro profilo: ecco perché seguirli aspettando l’occasione buona per inserirsi nella conversazione creando un collegamento con il nostro prodotto/servizio potrebbe davvero fare la differenza, un utilizzo intelligente del mezzo al di là del mandare messaggi al mondo che fanno orbita soltanto intorno a noi stessi.
Individuate chi sono i più influenti nella categoria a cui appartiene anche il vostro prodotto/servizio, seguitene le mosse, scoprite cosa piace ai loro follower (che potrebbero essere potenzialmente anche i vostri) e come un cecchino aggiustate sempre più la mira, fino al loro vero e proprio coinvolgimento.
4. Misura il valore del cinguettio
Una volta mappato il traffico che da Twitter raggiunge il nostro sito, da dove arriva, chi l’ha influenzato e quali sono stati i messaggi più efficaci, sempre grazie alla sinergia con Google Analytics, è possibile risalire anche a dati più specifici. Di questi sicuramente interessanti sono il numero di pagine visitate per ogni utente raggiunto, il livello di bounce e il tempo trascorso nel sito.
Queste informazioni sono in grado di darci un’idea ancora più specifica del valore che il nostro audience Twitter ha e che cosa possiamo aspettarci dal nostro canale. Twitter, per sua costituzione, è un canale veloce che passa attraverso la sinteticità ma se da questo riusciamo a conquistare anche con contenuti più strutturati, allora abbiamo fatto davvero centro.
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Per chi solo a veder tutti questi numeri sente la testa che comincia a pulsare, è arrivato il momento di far pace con la matematica e mettersi all’opera e, ricordate, le parole d’ordine sono: sinergia e strategia. Voi ne avete, per caso, una terza da suggerire?