La startup educational AltSchool ha annunciato lo scorso 4 maggio di aver raccolto un round di investimento da 100 milioni di dollari, guidato dal CEO di Facebook, Mark Zuckerberg e comprendente anche Laurene Powell Jobs e Andreessen Horowitz.
Nel 2013, l'ex Googler Max Ventilla fondò a San Francisco una startup, AltSchool, con l’obiettivo di migliorare il sistema di istruzione negli Stati Uniti.
AltSchool, la scuola tra tecnologia e nuovi modelli didattici
L'iniziativa ha preso vita con lo sviluppo di una rete di scuole elementari tecnologiche e quella che era inizialmente una sola aula di 20 studenti è ora cresciuta, contado circa 500 studenti e con un piano per realizzare otto scuole entro la fine di quest'anno.
A guardarla così, attraverso i video pubblicati sul sito di AltSchool e sulla pagina Facebook, sembrerebbe una specie di mondo incantato, in cui i bambini entrando registrano la loro presenza su tablet e cambiano routine didattica quotidianamente, con un’attenzione particolare alle materie in cui nelle altre scuole gli alunni risultano carenti, come matematica e programmazione.
E così, mentre in Italia Governo e parti sociali continuano a scontrarsi proprio sulla riforma della Scuola, negli Stati Uniti si sperimentano nuovi modelli di istruzione. Modelli non necessariamente corretti ed efficaci - i risultati reali si potranno verificare solo quando questa prima generazione di alunni delle “microscuole” entreranno nelle high school –, ma sicuramente più attenti alle esigenze specifiche di ogni singolo studente e più fiduciosi nelle reali capacità didattiche e educative di quegli stessi insegnanti che nella scuola pubblica sono spesso sottovalutati, anche economicamente, anche in America.
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AltSchool utilizza metodi di insegnamento non convenzionali, con hardware e software sviluppati appositamente per gli studenti, che consentono agli insegnanti di pianificare strategie personalizzate in base alla capacità degli alunni, piuttosto che seguire un programma unificato. L’insegnante segue le inclinazioni naturali degli alunni e si trasforma sempre di più da babysitter che deve impartire disciplina, in un accompagnatore per la crescita dei suoi allievi, con una gratificazione lavorativa personale che lo porterà ad essere automaticamente più impegnato nel suo stesso lavoro.
"Microschool" e classi miste
La startup funziona con una rete di scuole dalla materna alla terza media e ogni scuola, la cosiddetta "microschool", conta circa 100 studenti di diverse fasce di età, senza direttori o presidi, pur avendo processi amministrativi centralizzati. Questo permette anche ai docenti di sentirsi molto più coinvolti e responsabili in tutto il processo didattico. Su base settimanale, viene programmata una rotazione di circa 20 attività miste, che vanno dai progetti di classe in piccoli gruppi a singoli progetti degli studenti per l'apprendimento potenziato.
Solo per fare un esempio dello stile di apprendimento di questa nuova scuola, il mese scorso gli studenti delle scuole medie hanno provato a dare una nuova interpretazione dell'Iliade, utilizzando la tecnologia di gestione e analisi dei dati per analizzare il testo partendo da una parola chiave.
I round di investimento e la scalabilità
La startup ha raccolto 33 milioni di dollari lo scorso anno ed ha raggiunto 100 milioni di dollari nell’ultimo anno, finalizzati all’ampliamento delle strutture scolastiche, con la previsione di nuove aperture anche a Brooklyn, New York, e in seguito a San Francisco e Palo Alto entro l'autunno 2015. Ciò che la rende particolarmente appetibile, come fa notare Kim-Mai Cutler su Tech Crunch, per gli investitori è soprattutto la scalabilità totale del modello.
Gli investitori del tech sono particolarmente interessati alle società che lavorano nell’ambito dell'istruzione, come ha registrato CB Insights, il database dedicato proprio a venture capital e angel investment. Lo scorso anno c’è stato un incremento del 55% di investimenti in startup didattiche, per un totale di 1,87 miliardi di dollari.
Soprattutto Zuckerberg sembra essere particolarmente attivo nei piani di investimento per migliorare il sistema educativo degli Stati Uniti.
Se è vero che una Scuola basata sugli investimenti delle aziende può destare il sospetto che si voglia in realtà costruire consumatori più che studenti, un altro aspetto delle AltSchool ne rimarca l’attenzione alle esigenze reali del mondo contemporaneo: se si parla di “microschool” è anche per le strutture didattiche. Non più enormi investimenti in campus appositamente costruiti in aree politicamente determinate, ma scuole e aule in grado di essere localizzate in locali già esistenti e con caratteristiche adeguate, ovunque ve ne sia necessità in base al numero di residenti effettivi.
Cosa significa re-immaginare l'istruzione
In una dichiarazione rilasciata da AltSchool, il managing partner di Founders Fund, Brian Singerman, ha dichiarato:
"Crediamo che sia giunto il momento di re-immaginare l'istruzione. Il sistema educativo degli Stati Uniti è rimasto in gran parte immutato per decenni. AltSchool ha una visione audace e soluzioni scalabili per accelerare il cambiamento nell’ambito dell’istruzione".
Mentre lo stesso Max Ventilla ha precisato:
“Abbiamo creato una cultura nella quale gli insegnanti si sentono responsabilizzati e valorizzati e dove studenti e genitori si sentono ascoltati. Ora, grazie al sostegno filosofico e finanziario da parte dei nostri investitori, molti altri insegnanti e molte altre famiglie di tutto il paese saranno in grado di provare ciò che può essere l’istruzione nel XXI secolo con AltSchool”.