Il titolo di questo articolo è tratto da un post di circa 3 anni fa scritto da Ben Potter (noto digital marketer inglese) e pubblicato sul magazine Econsultancy. Il titolo di quell'articolo è "SEO: Search Experience Optimisation". Ho deciso di intitolare il mio articolo con quella frase proprio perché sintetizza perfettamente ciò che penso relativamente alla SEO.
In Italia siamo abituati a pensare alla SEO come a quell'insieme di tecniche e tattiche finalizzate a rendere il nostro sito (più) visibile sui motori di ricerca. Per anni i SEO strategist di mezzo mondo si sono cimentati nel trovare i migliori escamotage per "ingannare" Google facendogli credere che le proprie pagine fossero le migliori in assoluto. Il giochetto ha funzionato fino a quando Google è diventato quello che conosciamo oggi, cioè un sistema in grado di simulare il ragionamento e il modo di agire di un essere umano.
Questo ci porta a comprendere il motivo per cui la SEO dovrebbe essere pensata come Search Experience Optimization, ovvero come ottimizzazione dell'esperienza di ricerca. La SEO di oggi non deve più (solo) concentrarsi sulle linee guida di Google ma deve diventare utente-centrica, cioè individuare e rispondere alle reali esigenze delle persone. Vediamo insieme come.
Ottimizza l'esperienza di ricerca delle persone
L'obiettivo principale di Google (dopo quello di fare profitti) è quello di "regalare" la migliore esperienza di ricerca ai suoi utenti. Per raggiungere questo obiettivo deve fare di tutto per restituire i risultati migliori possibili per le ricerche svolte sul suo motore. Come?
- individuando l'intento della ricerca dell'utente;
- dando risultati pertinenti e rilevanti rispetto alla parole cercate.
Capire le intenzioni di ricerca di una persona non è così semplice. Se cerco la parola "calcio" su Google, quest'ultimo mi fa vedere nella prima pagina solo risultati che hanno a che fare con lo sport. Perché? Perché sa perfettamente che il 99% delle persone che cercano quella chiave, vogliono avere notizie sulla squadra di calcio del cuore, sulle ultime notizie del campionato di serie A e su tutto ciò che ruota attorno al mondo del calcio giocato e non.
Tutti quelli che invece sono alla ricerca di informazioni relative all'elemento chimico "calcio" dovranno specificarlo nel box di ricerca con una query più precisa e specifica come "calcio elemento" (o simili). Google nel corso degli anni ha studiato il comportamento di noi utenti e ha capito cosa vogliamo nella stragrande maggioranza delle query di ricerca e ci dà esattamente ciò che ci aspettiamo di trovare! O quasi...
Dare risultati pertinenti e rilevanti significa far sì che le persone trovino le fonti più autorevoli relativamente all'argomento cercato. Se sto cercando una ricetta, nella maggior parte dei casi Google mi farà vedere un sito (o un blog) di ricette perché è più autorevole/attendibile di un sito che mi dà le stesse informazioni ma che normalmente si occupa di tutt'altro.
Tutto ciò fa sì che le persone arrivino sui siti giusti nel momento giusto. Ma l'"esperienza di ricerca" non si ferma qui, anzi... se l'utente ha trovato ciò che si aspettava di trovare, dipende molto da come è fatta la cosiddetta pagina di atterraggio, ovvero al pagina che Google reputa migliore per rispondere alle necessità di chi cerca. Da qui in poi entra in gioco il SEO Copywriting.
Dai la giusta forma ai tuoi testi
La SEO Copywriting è quella parte della SEO che si occupa di studiare il modo in cui le persone interagiscono con le pagine web e per far sì che questa interazione sia ottimale. Partiamo dall'assunto che le persone leggono online in maniera molto diversa da come fanno sui libri o sulle riviste cartacee. Appena arriviamo su una pagina web, involontariamente facciamo una specie di scansione della pagina cercando di capire:
a) se siamo arrivati nel posto giusto;
b) se c'è una parte della pagina che ci interessa più di altre.
In pochi istanti siamo in grado di capire se la pagina risponde alle nostre esigenze a cominciare dal titolo e dall'immagine rappresentativa. Successivamente andiamo alla disperata ricerca di un "punto di aggancio" o di un "punto di partenza" per la nostra lettura. Non sto leggendo un romanzo... per cui la lettura non deve essere necessariamente sequenziale o seriale, ma può procedere secondo un percorso logico che decido io. Ma tutto ciò è possibile solo se il testo è strutturato in paragrafi e se ogni paragrafo ha un titolo che mi aiuta a capire cosa mi conviene leggere e cosa invece è opportuno saltare o ignorare.
Come faccio a strutturare una pagina web per catturare l'attenzione degli utenti? Come faccio a guidare l'utente nella lettura della mia pagina? Come faccio ad inchiodarlo sulla mia pagina e a fare in modo che prosegua la lettura delle altre pagine del mio sito? Queste ed altre sono le domande a cui io e Fabio Di Gaetano risponderemo nel Lab in SEO e SEM strategy del prossimo 24 ottobre a Milano. Non mi resta che darti appuntamento per la fine del mese nel capoluogo lombardo e... mi raccomando, non mancare! ;-)