Una mano che, accesa, si illumina ed emette un ronzio simile alle leggendarie spade laser di Star Wars, alle quali è ispirata. Il guanto di Iron Man con tanto di raggio repulsore. Una mano azzurra piena di lustrini ispirata ad Elsa, la protagonista di Frozen. Giocattoli? Nient'affatto: stiamo parlando di protesi per bambini privi di un arto.
Create da Joel Gibbard, giovane ingegnere di Bristol, in collaborazione con la Disney, queste protesi dall'aspetto di giocattolo hanno lo scopo di accompagnare i bambini nel lungo e difficile percorso di riabilitazione. Joel Gibbard ha trascorso tre mesi nel campus Disney di Los Angeles a che vuole cambiare la vita dei bambini amputati o nati senza una mano grazie a protesi sofisticate, divertenti ed economiche.
Leggi anche: La Rivoluzione? Il progresso tecnologico al servizio della disabilità
Tre mesi di lavoro, ottimi risultati
Lo sviluppo delle tre protesi, sviluppate nell'arco di tre mesi, ha visto la partecipazione di designer e tecnici che hanno lavorato a Iron Man, Frozen e al film di Star Wars in uscita a breve. Disney, oltre a mettere a disposizione il suo campus, ha rilasciato liberamente le licenze per mantenere i prezzi bassi.
Ispirate alla cultura pop, le protesi hanno funzioni che aiutano medici e parenti a capire come procede la riabilitazione. Per esempio, la mano di Iron Man ha la capacità di monitorare i segnali che i muscoli dei bimbi stanno inviando alla protesi, dati fondamentali per capire se il percorso sta dando buoni frutti.
Questo permette ai bambini di fare riabilitazione e allo stesso tempo divertirsi: mentre i bambini sparano un razzo dalla mano di Iron Man, un motore comunica la forza della sua stretta ai medici.
Protesi per divertire, protesi per riabilitare
"I bambini amano queste protesi" – ha detto Gibbard – "le indossano immediatamente. Le cose che li eccitano di più sono le luci e l'aspetto, ma subito dopo comincia la sfida con loro stessi: cominciano a prendere piccoli oggetti e a impilare cose."
Il problema, come sempre in questi casi, è lo sguardo degli altri: spesso i bambini privi di una mano si sentono osservati, compatiti e talvolta stigmatizzati.
"Una cosa che fa arrabbiare questi bambini è che la gente gli chieda come hanno perso la mano. Ma queste protesi cambiano la percezione della gente: non gli chiedono come hanno perso la mano, ma dove hanno trovato una mano robotica così cool."
Joel Gibbard, con il progetto Open Hand, vuole costruire protesi a basso costo e ad alto contenuto tecnologico. Le protesi realizzate in collaborazione con la Disney, in vendita entro il 2016, dovrebbero costare meno di 3000 dollari.