Fortunatamente, avevo in borsa la mia fedele fotocamera ed ho potuto presto svelare il mistero di un ennesimo tombino, questa volta romano, protagonista di un'azione di guerrilla marketing realizzata per invitare a visitare la mostra Roma: Memorie dal sottosuolo, Ritrovamenti archeologici 1980/2006, che presenta, fino al 9 Aprile 2007, i ritrovamenti degli scavi archeologici degli ultimi venticinque anni e mai esposti prima al pubblico.
Si tratta quindi di antiche opere d’arte che ritrovano la luce a seguito di scavi d'urgenza o in via preventiva ( preliminarmente ad opere civili e di manutenzione ) o programmati ( per fini didattici e scientifici ).
A Roma con tutti gli scavi che stanno facendo per la costruzione della linea metro C, chissà quante ne avranno trovate !
Mi fa piacere constatare che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali abbia scelto anche questo tipo di comunicazione non-convenzionale per colpire in modo inconsueto il pubblico romano.
Il tombino è stato fotografato davanti le Olearie Papali, in Piazza della Repubblica, nei pressi della location della mostra.
La tecnica della guerrilla applicata ai tombini non è una novità. Infatti, quando mi apprestavo a fare qualche scatto al tombino romano mi è venuto in mente l’ultimissimo caso del tombino barbecue, quello del ferro da stiro Bosch o delle note mani imprigionate di Amnesty.
Insomma, pare proprio che il tombino abbia acquistato una nuova funzionalità !