Con il 2015 alle porte e un meraviglioso 2016 davanti è momento di bilanci, di tirare le somme su cosa abbiamo imparato per ingranare la marcia giusta fin da subito.
Abbiamo fatto due chiacchiere con Vincenzo Cosenza, Social Media Strategist, docente del Master in Social Media Marketing di Ninja Academy. Con lui abbiamo parlato di trend, di Real Time Marketing e molto altro, curiosi di scoprire cosa ci siamo detti?
Ecco le cinque domande che abbiamo posto per voi.
1. Real Time Marketing, micromomenti, trend… sembra che oggi il fattore “tempo” giochi un ruolo fondamentale nelle strategie di comunicazione sul web. Da quando e perché?
Da quando i social network hanno imposto il tempo reale come elemento caratterizzante della comunicazione moderna. Ormai come utenti siamo abituati ad aspettarci risposte o azioni immediate, anche dalle aziende.
Per cui saper padroneggiare il tempo diventa cruciale per chi si occupa di comunicazione professionalmente. Però alle aziende dico: non basta fare i simpatici su Twitter, bisogna sforzarsi di offrire un valore alle persone, ecco perché il Real Time Marketing più efficace è quello che si interseca col Social Caring.
2. Un'azione di Real Time marketing da prendere come esempio? Rispondere Oreo al SuperBowl non vale :)
Poco conosciuta è quella realizzata dal supermercato 7Di in occasione della famosa conferenza di Matteo Renzi, quella con le slide. In quel momento il neo presidente del consiglio apparve a molti come un mero venditore con le sue offerte commerciali. E allora il supermercato, citando Renzi scrisse un tweet ironico con l'immagine del proprio volantino "caro @matteorenzi le nostre offerte sono migliori".
Il tweet ottenne più di 300 interazioni, un numero rilevante se commisurato all'esigua base follower del brand. Una buona dimostrazione di come il RTM possa essere praticato anche da aziende non enormi.
3. Cosa sono i micro momenti e come possono questi esser un asset positivo quando si definisce la strategia di comunicazione di un brand?
Il marketing dei micro momenti è la capacità dell'azienda di sfruttare gli attimi in cui il consumatore è online per cercare informazioni utili ad un successivo acquisto. Oggi è fuorviante pensare ad un customer journey lineare, meglio pensarlo come composto da micro momenti che costituiscono tante opportunità di visibilità per le aziende.
Essere in grado di individuarli e sfruttarli con risposte di marketing utili per il consumatore può incrementare le possibilità di vendita.
4. Se parliamo di Social Caring, a che cosa ci riferiamo e perché credi questo sia importante?
Il social caring è l'insieme delle attività che permettono all'azienda di prendersi cura del cliente anche attraverso i social media. Se in passato le persone usavano il call center per porre domande, ora chi è in rete, lo fa scrivendo sulla bacheca dell'azienda o inviando un messaggio privato. Quindi le aziende devono farsi trovare pronte a rispondere, ma anche strutturarsi per scovare occasioni non palesi per essere utili ai clienti.
Ciò implica un ripensamento dei processi e nuovi strumenti di lavoro per gestire l'attività di caring.
5. Un trend da tenere d'occhio nel 2016?
Penso si inizierà a parlare molto insistentemente di social shopping (con la massificazione dei pulsanti di acquisto direttamente dentro i social network) e di realtà virtuale.
Il mio consiglio è di non inseguire a tutti i costi le mode del momento, ma lavorare per colmare le proprie lacune, scoperte grazie ad una indispensabile attività di misurazione delle azioni di marketing. Ovviamente chi ancora pensa di non misurare adeguatamente le attività di marketing, dovrebbe focalizzarsi su quello, prima di pensare ad altro.
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