«La bellezza non ha età. La fertilità sì». È uno degli slogan della campagna del Fertility Day per richiamare l’attenzione pubblica sul tema della fertilità. Il 22 settembre sarà quindi il Giorno della fertilità, ma l’annuncio è stato accolto dal web con amara ironia.
Con una serie di critiche, su Twitter l’hashtag #fertilityday è diventato trend topic, mentre il sito ufficiale della manifestazione è andato per qualche ora off line, probabilmente per i troppi click (o forse per altre ragioni). A destare clamore sono le cartoline studiate apposta per il lancio della giornata: una serie di immagini accompagnate da didascalie esplicite, da «Datti una mossa! Non aspettare la cicogna» a «Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi».
Fertility down: Le immagini incriminate
La campagna di comunicazione messa in piedi dal Ministero della Salute per pubblicizzare la giornata del 22 settembre 2016 si è rivelata un boomerang. Quel “datti una mossa, non aspettare la cicogna” è risultato così offensivo che l’opinione pubblica si è letteralmente rivoltata con tweet, post, card satiriche.
La protesta ha unito chi ha figli a chi non li ha, chi li ha adottati a chi non li ha potuti avere. Tanto che l’agenzia Mediaticamente, che ha curato il progetto di comunicazione per il Ministero della Salute, per 113 mila euro, ha dovuto ritirare subito la campagna e non ha potuto rilasciare dichiarazioni ai media.
Si capisce anche che il progetto è un low budget. Infatti, le fotografie utilizzate per la campagna, per esempio, sono state acquistate su una banca di immagini, ad un costo che in totale supera di poco l'euro.
Forse si poteva fare di meglio
Provando a sospendere un attimo le opinioni di natura etica sul punto e quelle sull'esecuzione della campagna, ci siamo interrogati per riscontrare se effettivamente con un tema così delicato si potesse fare di meglio. Uno dei primi spunti ci viene dalla The National Campaing of Birth Control. Nello slogan si legge:
Prevenendo le gravidanze indesiderate siamo in grado di migliorare in modo significativo altri gravi problemi sociali come la povertà (in particolare la povertà infantile), gli abusi sui minori e l'abbandono.
Un punto questo su cui le reazioni hanno fortemente inchiodato la campagna del Fertility Day 2016.
Fallo per la Danimarca!
L'esempio più grande però di come fare una campagna a sostegno della natalità ci viene dalla Danimarca.
“Do It For Denmark” (fallo per la Danimarca) è il frutto di una trovata di marketing turistico danese, risultante dalla combinazione di due fattori: l’abbassamento del tasso di natalità in Danimarca e, un consistente +46% di cittadini danesi che farebbero più volentieri sesso in vacanza.
Il combinato disposto di questi due dai è stata evidenziato dalla compagnia di viaggi Spies Rejser, che l’ha poi trasformata in campagna pubblicitaria nazionale.
All’origine dello stuzzicante spot vi è un’idea molto semplice: visto che un’alta percentuale di danesi fa molto più sesso in vacanza rispetto a quando vive la routine quotidiana di casa e lavoro, la soluzione è quella di partire, invogliati da una promozione diffusa in rete e fare sesso nei luoghi di vacanza.
Fallo per Mamma!
Un anno dopo invece esce "Do It For Mom!" (Fallo per Mamma!) Un gran bell’esempio di come il settore pubblico possa affrontare un problema sociale con intelligenza, ironia e savoir faire. La natalità in Danimarca è troppo bassa? Il desiderio delle coppie è distratto e insufficiente? Facciamo leva sul desiderio dei loro genitori: quello di diventare nonni.
Il video è stato lanciato in occasione della Festa dei nonni e lo scopo è sempre lo stesso del precedente: incentivare i giovani a viaggiare e fare sesso per combattere l’invecchiamento demografico della Danimarca.
Insomma, gli spunti per incentivare le nascite ed agire sul tasso di natalità del Paese c'erano e ci sono ancora. Che ne dice, Ministra Lorenzin, impariamo a usare Google?