2001: odissea nello spazio lo avete visto? Nel film di Stanley Kubrick, tratto dall’omonimo romanzo di Arthur Clarke, uno dei protagonisti è HAL9000, il computer dotato di intelligenza artificiale che controllava l’astronave e dialogava con gli astronauti. Usavano un’interfaccia in linguaggio naturale per interagire, quello che oggi chiamiamo un chatbot.
L’idea di interagire con macchine e computer attraverso il linguaggio umano, dotandole della capacità di comprenderlo, è presente fin dagli albori dello sviluppo di computer e programmi.
I sistemi in grado di sostenere una conversazione non sono quindi una novità, esistono da molti decenni. Il famoso test di Turing infatti, ideato nel 1950 da Alan Turing consiste proprio in una conversazione a tre, in cui uno degli interlocutori è sostituito con una macchina intelligente (potremmo dire un chatbot) e gli altri due non riescono a distinguere, tra i partecipanti, chi sia umano e chi no. Hal era solo finzione cinematografica ma non Eliza, un programma (un chatbot!) creato nel 1964 dagli specialisti del MIT. Simulava uno psicologo rogersiano: se desiderate provarlo è ancora attivo qui.
Ma cos’è esattamente un chatbot?
La definizione più semplice è “un programma che simula una conversazione con un essere umano, usando un sistema di messaggistica.”
Qualcuno preferisce invece definirli un servizio, gestito da regole e da sistemi di intelligenza artificiale con cui si interagisce attraverso un sistema di chat. Già a marzo dell’anno scorso, durante l’annuale Microsoft’s Build conference, il CEO della Microsoft Satya Nadella dichiarò che l’elaborazione del linguaggio umano sarebbe stato il futuro della tecnologia, le conversazioni la nuova interfaccia. Dopo la rivoluzione della app, arriva la rivoluzione Bot, insomma.
Secondo un report di Business Insider, sono sempre di più gli utenti che usano sistemi di messaggistica non solo per conversare con gli amici, ma per interagire con i brand, fare acquisti, cercare e usufruire di contenuti. Il numero totale di utenti delle quattro app di messaggistica più diffuse supera il numero di utenti totale dei quattro social più importanti.
I tipi di chatbot
Ci sono due tipi di chatbot, quelli che funzionano in base a delle regole ben definite e altri che usano tecniche di intelligenza artificiale, o, più precisamente, di machine learning. Il programma impara un compito senza essere stato specificamente programmato per eseguirlo.
I chatbot definiti in base a regole sono generalmente limitati, rispondono a comandi specifici e possono non capire quello che l’utente dice o chiede. Sono abili e intelligenti tanto quanto sono programmati per esserlo.
I chatbot che adottano sistemi di machine learning (a volte etichettati come dotati di intelligenza artificiale) sono più flessibili, capiscono il linguaggio umano e non solo specifici comandi o scelte da menù. Sono chatbot che diventano più intelligenti (e utili) a mano a mano che imparano dalle conversazioni che sostengono con gli utenti.
Ma allora è complicato
Non necessariamente. I sistemi per sviluppare software e, in particolare, i chatbot si sono evoluti velocemente e ce ne sono per tutti i gusti e capacità. Ci sono sistemi potenti ed evoluti ma riservati a chi sappia programmare, come il bot framework lanciato da Microsoft o le API di Facebook dedicate a Messenger. In entrambi i casi occorre conoscere Node.js, per esempio.
Esistono però anche molti strumenti che permettono di creare un chatbot senza sapere nulla di programmazione e senza che sia necessario scrivere alcuna riga di codice. Tra tutti quelli disponibili vi presentiamo quelli che è possibile provare subito, senza sottoscrivere alcun tipo di abbonamento a pagamento. Con metodi diversi e risultati di livello variegati è possibile con questi strumenti creare chatbot in pochi minuti. Quasi sempre sia per Facebook Messenger e Telegram, alcuni anche per altre piattaforme di messaggistica.
I tool per creare chatbot e integrarli con i vostri canali di messaggistica
Chatfuel è stato uno dei primi strumenti disponibili a permettere la creazione di bot senza richiedere programmazione. Molto semplice da usare, permette di creare bot che interagiscono su Facebook Messenger e Telegram. I bot possono presentare all’utente schede con immagini, pulsanti e risposte preimpostate tra cui scegliere per interagire. Uno strumento ottimo per creare il vostro bot in pochi minuti
Motion.ai è ancora in beta e il loro piano gratuito offre la possibilità di creare due bot che ricevano massimo mille messaggi al mese. Molto interessanti le integrazioni possibili, poiché i bot creati possono interagire in piattaforme come Facebook Messenger e Slack, ma anche via SMS o email.
L’interfaccia visuale permette di creare facilmente l’albero delle azioni, il copione da seguire interagendo con gli utenti.
Gupshup è una piattaforma un po’ diversa dalle altre. Offre diverse alternative per costruire un chatbot, a seconda che siate programmatori o che non sappiate scrivere una riga di codice: in entrambi i casi potrete creare, sottoporre a test, lanciare e monitorare il vostro bot. L’ambiente di sviluppo (IDE) per chi vuole codificare possiede strumenti di analisi, elaborazione del linguaggio naturale, monitoraggio e testing. Lo strumento dedicato a chi non vuole scrivere codice, il Flow bot builder, utilizza un editor visuale. Ci sono modelli di bot già pronti all’uso e le API per integrare i bot creati con applicazioni esterne.
Flow xo permette di creare bot per Facebook Messenger, Telegram e Slack. Come altri strumenti simili, si utilizzano moduli per creare bot che condividano informazioni, facciano sondaggi o intrattengano semplici conversazioni. Si integra facilmente con Twitter, Salesforce, Mailchimp e Google Drive.
ManyChat permette di creare in pochi minuti bot per Facebook Messenger. I bot creati possono inviare contenuti pre-programmati, inviare messaggi a tutti gli utenti simultaneamente (broadcast) e chattare fornendo risposte pre-programmate alle domande più comuni.
Anche Sequel permette di creare bot usando moduli da compilare e una interfaccia “drag and drop” per creare il flusso di azioni. Ci sono modelli quasi pronti all’uso e si può usufruire dell’elaborazione del linguaggio. I bot creati possono essere usati su Facebook Messenger, Telegram, Kik e Viber.
Quelli qui citati non sono gli unici strumenti disponibili, certamente: alcuni sono ancora in fase di lancio e non è stato possibile avere informazioni precise. Altri, invece, sono a pagamento.
In ogni caso, sono tutti strumenti ottimi per creare bot per far interagire o tenere informati i vostri utenti attraverso quella che, per molti, è l’interfaccia del futuro (anche prossimo!): il linguaggio naturale.
Il progresso nelle varie discipline dell’intelligenza artificiale e gli investimenti in questo settore lo hanno reso possibile. E voi? Che ne pensate? I bot sono una minaccia o una opportunità?
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