Non importa da quanto tempo le vostre imprese frequentino i social media, le mosse sbagliate sono proprio dietro l’angolo. È ormai assodato che per cavarsela non esiste una "tecnica segreta": oltre ai classici errori da principianti, vi sono anche quelli che nascono di volta in volta, frutto della costante evoluzione di questo mondo. Nessuno quindi si può sentire al sicuro dal commettere errori, neanche il Social Media Manager più navigato.
Una interessante infografica realizzata da Quill e riportata da Digital Information World ci insegna a riconoscere gli errori considerati più frequenti nel campo del social media marketing, ma soprattutto, ci fornisce alcuni utili consigli su come evitarli.
Ma adesso raccontami di te: la regola dell’80/20
Vi è mai capitato di avere un interlocutore che monopolizza la conversazione parlando solo di sé stesso? Nessuno vorrebbe questo tipo di dialogo, soprattutto se dall’altra parte si trova un brand. Il vostro pubblico si aspetta qualcosa in più oltre ai soliti messaggi invadenti che parlano di offerte commerciali e di prodotti.
I social media sono luoghi in cui ascoltare e stimolare le relazioni; non cogliere questo aspetto può trasformarsi in un errore. Occorre quindi bilanciare i contenuti proponendo sia quelli incentrati sull’attività dell’impresa, sia quelli dove la parola passa agli utenti.
Una soluzione può essere adottare la regola dell’80/20 in cui 80 è la percentuale di spazio da destinare ai contenuti che stimolano la conversazione come ad esempio informazioni rilevanti per il settore, suggerimenti da parte di esperti o contenuti per l’intrattenimento, mentre il restante 20 è la quota di post più focalizzati sul business dell'azienda quali aggiornamenti di prodotto e offerte speciali da utilizzar per scopi commerciali.
Una tattica per i commenti negativi sui social media
Il tema è stato affrontato in diversi articoli, un’errata gestione dei commenti o feedback negativi può esporre le aziende a dei seri rischi. È necessario adottare delle misure di sicurezza che a volte possono trasformare la scomoda vicenda in un’opportunità per stabilire una relazione.
Evitate di far scomparire i commenti negativi, sarebbe come gettare benzina sul fuoco. Cercate di rispondere sempre e in tempi brevi; se lo ritenete necessario contattate la persona privatamente, infine, guidate l’utente il più possibile verso la soluzione.
Hashtag, cosa fare e cosa non fare
Less is more direbbero gli inglesi, in poche parole: siate parsimoniosi. Sebbene l’hashtag sia un ottimo strumento per mostrare i propri contenuti ad un pubblico più ampio, farne un uso smodato risulta essere controproducente. Gli utenti hanno difficoltà a leggere un testo in cui sono presenti molti hashtag, il rischio è che venga addirittura ignorato del tutto. Non esiste un numero standard ma si possono fare alcuni esempi: un tweet dovrebbe contenere da uno a tre hashtag, mentre per Instagram se ne possono utilizzare fino a 30. Nel caso di Facebook si dibatte ancora sulla loro efficacia.
Evitate quindi di utilizzarli per qualsiasi parola presente nel testo del messaggio o peggio ancora di #applicarliainterefrasi. È buona prassi condurre una rapida ricerca per capire che uso ne fanno gli altri utenti e per individuare gli hashtag più rilevanti per la vostra comunicazione. Sentitevi liberi di inventarne di nuovi, magari relativi al brand o inerenti alle campagne che lanciate.
Cari lettori, errare è umano, anzi errare è social. Il social media marketing è fatto anche di tentativi ed è proprio grazie a queste sperimentazioni che i brand riescono a trovare il loro assetto e il loro “tono di voce”. L’obiettivo è quello di acquisire consapevolezza sugli effetti negativi provocati dalle mosse sbagliate, cercando di ridurre il più possibile le situazioni di incertezza.