Proprio ieri, in piazza Duomo a Milano, hanno fatto la loro apparizione le palme e i banani promessi da Starbucks già da qualche tempo.
Il colosso americano del caffè che sta per aprire un megastore in piazza Cordusio, ha infatti sponsorizzato la risistemazione del boschetto con palme, banani e begonie che prenderanno il posto delle vecchie piante.
Nella visione dell'architetto che ha realizzato il progetto per il giardino, Marco Bay, le piante creano una vera e propria scenografia grazie alle loro grandi foglie sempreverdi contestualizzate nella base di piante perenni che durante le fioriture alternate nelle varie stagioni coloreranno la piazza in varie tonalità di rosa, mentre un tappeto di ghiaia scura, che coprirà il sistema di irrigazione automatica, creerà un contrasto cromatico.
Starbucks e Milano: piazza Duomo si trasforma
Starbucks ha vinto un bando di sponsorizzazione indetto da Palazzo Marino, e proprio ieri ha cominciato a realizzare le nuove aiuole che cambieranno il modo dei milanesi di percepire la piazza più amata, quella sulla quale si stagliano le guglie del Duomo.
Nei prossimi giorni, secondo il progetto dovrebbero essere piantati anche arbusti, graminacee e le piante perenni. L'area verde durerà tre anni, secondo i piani, ma non è detto che non diventi uno dei simboli di Milano proprio come la suggestiva stazione di Atocha a Madrid.
Per prevenire qualsiasi polemica social, postando una foto della piazza su Instagram il sindaco Giuseppe Sala ha commentato: "Milano si risveglia con palme e banani in piazza Duomo. Come nella tradizione ottocentesca. Buona o cattiva idea? Certo che Milano osa eh...".
Il successo del giardino di Starbucks è già evidente, dato che sui social sono subito comparse decine di foto, mentre turisti e milanesi cercavano di capire quale fosse la curiosa novità. LEGGI ANCHE: Di chi è la campagna del Palazzo Ghiacciato a Milano?
Palm beach?! Ah no #milano #piazzaduomo #italy #workinprogress #picoftheday #morning #goodmorning Un post condiviso da Ayrton Landeo (@ayr_the_king) in data:
L'operazione, a metà strada tra campagna pubblicitaria e riqualificazione urbana, tra ambient e green marketing, mostra che le forme di collaborazione pubblico-privato funzionano anche in Italia, mentre Starbucks punta a farsi già perdonare il suo caffè "esotico", che di certo non potrà mai competere con la tradizione napoletana, ma che permette a chiunque di sentirsi a casa in qualsiasi parte del mondo entrando in uno dei ristoranti della catena.