Spotify ha annunciato pochi giorni fa di aver raggiunto i 50 milioni di abbonati al servizio. Un fenomenale aumento del 25% in soli sei mesi.
Fondata nel 2008 in Svezia, Spotify è diventata una delle app più utilizzate per lo streaming musicale, nonostante le numerose critiche al suo modello freemium da parte dell’industria musicale, secondo la quale la musica verrebbe svalutata a causa delle interruzioni pubblicitarie che permettono agli utenti di ascoltare gratuitamente le canzoni.
Un modello vincente però, considerando un tasso di crescita degli abbonamenti che non ha mai rallentato in questi anni.
Spotify, il leader della musica in streaming
Nel 2015 anche Apple ha fatto il suo ingresso nel mercato dei servizi di musica in streaming con Apple Music. Ciononostante, la crescita di Spotify non ha accennato a rallentare e al momento quest’ultima conta più del doppio degli abbonati a pagamento rispetto ai 20 milioni del rivale.
Ancora più indietro restano gli altri competitor, come Pandora e SoundCloud.
Spotify ha investito costantemente per migliorare la sua piattaforma e l’esperienza di ascolto, fidelizzando così i propri clienti.
Qualche anno fa, con l’obiettivo di perfezionare i suggerimenti delle canzoni, ha acquisito The Echo Nest, che ha avuto come risultato funzioni come la Discover Weekly. Lo scorso novembre è stata invece la volta di Preact, una startup che si occupa di acquisire e trattenere nuovi user.
Ancora più fresca è invece la notizia dell'acquisizione della startup inglese Sonalytic che permetterà di migliorare ulteriormente le playlist personalizzate.
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Spotify pronta all'IPO?
Nel 2016 è stato raccolto un miliardo in debito convertibile con la condizione che, dopo una eventuale proposta IPO entro i 12 mesi, i finanziatori possano convertire il prestito in azioni, valutate il 20% in meno del prezzo di vendita. In caso contrario, l’investimento costerebbe il 5% di interessi annui con un aumento di un punto percentuale ogni sei mesi.
Per questa ragione in molti si attendono l’entrata in borsa a breve. Nonostante questo però si vocifera che probabilmente l’IPO verrà rimandata al 2018, in maniera tale da bilanciare meglio il business model e incrementare i margini.