Not Special Needs è la nuova campagna di CoorDown che ci pone una grande domanda: quali sono i bisogni speciali delle persone con la sindrome di Down?
La campagna parte da “special needs”, un modo di dire inglese per indicare le persone con disabilità: le persone con la sindrome di Down necessitano di “bisogni speciali”. Beh, non è vero.
Quello di cui hanno bisogno sono cose normali come avere un lavoro, innamorarsi, divertirsi con gli amici… insomma, bisogni non di certo speciali, anzi!
Ogni 21 marzo si celebra la World Down Syndrome Day con lo scopo di sensibilizzare e aumentare la consapevolezza su questa sindrome, conosciuta anche con il nome di Trisomia 21 (tre cromosomi invece di due nella coppia cromosomica 21) da cui nasce la scelta della data 21/03.
Il CoorDown (coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down) ha scelto di collaborare con l’agenzia Publicis New York per realizzare la campagna Not Special Needs andata online proprio il 21 marzo.
Sul progetto hanno lavorato due giovani menti tutte italiane, Luca Lorenzini e Luca Pannese (Executive Creative Directors dell’agenzia), che hanno risposto ad alcune nostre domande sul progetto:
Luca & Luca: parlateci un po’ di voi
Luca L. - Io e Luca ci siamo conosciuti 17 anni fa in una piccola agenzia specializzata in web marketing. Abbiamo scoperto di avere la stessa passione per la pubblicità e, da quel giorno, abbiamo sempre lavorato insieme. Prima in Young and Rubicam Milano, poi in Saatchi & Saatchi Milano, poi in Saatchi & Saatchi New York. E adesso, da pochi mesi, in Publicis New York dove lavoriamo come Executive Creative Directors.
Come nasce l’idea creativa dietro alla campagna Not Special Needs?
Luca P. - Come ogni anno, abbiamo fatto una lunga chiacchierata con il cliente, nel tentativo di trovare qualcosa di interessante di cui parlare per la Giornata Mondiale della Sindrome di Down. E abbiamo scoperto come il termine “special needs” (che generalmente viene utilizzato, soprattutto nel mondo anglosassone, per indicare persone con disabilità) non sia particolarmente amato all’interno della comunità. É un eufemismo controproducente che rende ancora più eccezionali le persone con disabilità in generale e con sindrome di Down in particolare. E ci abbiamo scherzato un po’ su.
L’attrice Lauren Potter, la dolce Becky di Glee, e John C. McGinley, il famoso Dottor Cox di Scrubs, hanno partecipato alla realizzazione del video. Com’è stato lavorare con loro?
Luca L. - Lauren è stata una presenza luminosa nel set. Nello spot è molto composta, ma nelle pause si lanciava in danze scatenate coinvolgendo gli altri attori e tutta la troupe. John McGinley è un grande professionista e da tale si è comportato. Una volta davanti alla camera ha improvvisato una serie di battute a raffica e in 10 minuti aveva già finito il suo lavoro: davvero un extraterrestre.
Qual è, secondo voi, il segreto del successo di questa Not Special Needs?
Luca P. - Innanzitutto il fatto che utilizziamo un tono umoristico per una campagna no profit. Il pubblico non è abituato a campagne che fanno pensare e allo stesso tempo sorridere. E quando qualcosa è diverso, di solito attira l’attenzione. Pensiamo poi che l’argomento sia molto interessante. Chi ha visto la campagna di solito è rimasto sorpreso: “É vero, hanno gli stessi nostri bisogni. Non ci avevo mai pensato…”
Quali sono state le difficoltà più grandi affrontate finora e quali le emozioni più forti?
Luca L. - Riuscire a produrre un film di questa portata con budget molto bassi è sempre una sfida. Fortunatamente, ogni anno troviamo registi e case di produzione che decidono di donare le loro risorse e il loro talento, ma è sempre una sfida. Per quanto riguarda le emozioni, con CoorDown ne abbiamo sempre provate tantissime. Sul set, ogni anno abbiamo l’occasione di incontrare non solo molti ragazzi con sindrome di Down, ma anche le loro famiglie. Ascoltiamo storie intense fatte di gioie, dolori, battaglie, sconfitte e vittorie. E ogni volta ne usciamo arricchiti.
Ultima domanda: avete, per caso, il numero di quel gatto massaggiatore? Sembra davvero bravo…
Luca P. - Non abbiamo il numero del gatto, ma abbiamo il numero dei cinque marionettisti vestiti di verde che lo hanno fatto muovere: così sono le produzioni low budget in America.
Credits
Advertising Agency: Publicis, New York, USA
Chief Creative Officer: Andy Bird
Executive Creative Directors: Luca Pannese, Luca Lorenzini
Copywriter: David Green
Art Director: Jen Wang
Director: Wayne McClammy