Se sin ora hai considerato sticker digitali come degli elementi comunicativi progettati unicamente per una comunicazione non professionale, posso dirti quasi con assoluta certezza che ti sei sbagliato. Parleremo di sticker marchiati (progettati da brand per la promozione di prodotti o servizi) e di come il fenomeno emoji abbia dato vita a delle strategie di marketing notevolmente interessanti.
Brand e personal consumer
Nei primi anni del 2000, quando si registrò la prima diffusione delle emoji parallelamente alla diffusione di internet, le emoji venivano impiegate quasi esclusivamente per la realizzazione di una comunicazione informale, simpatica e divertente.
Nel corso degli anni le cose sono naturalmente cambiate, le aziende hanno intuito le possibilità che le emoji celano, rivoluzionando quasi interamente il fenomeno delle faccine.
Ad oggi sono circa 41 miliardi in tutto il mondo gli sticker digitali marchiati condivisi ogni giorno nelle app di messaggistica istantanea e 6 miliardi al giorno sulle applicazioni di messaggistica mobile.
Un enorme potenziale comunicativo per tantissimi Brand, che negli ultimi mesi sono già corsi ai ripari pianificando delle vere e proprie Emoji strategies, per introdurre all’interno delle conversazioni private una comunicazione del tutto nuova ed ovviamente orientata, o come già detto ‘marchiata’.
Nel 2016 difatti l’incremento delle campagne con l’utilizzo delle emoji di grandi brand è stato pari al 609% rispetto all’anno precedente, con un invio medio di 800 milioni di faccine marchiate inviate.
Un dato che evidenzia quanto l’utilizzo delle emoji in questi anni sia diventato un fenomeno dai grandi o grandissimi numeri e di quanto questi elementi comunicativi siano entrati nel linguaggio comune, grazie anche a delle campagne pubblicitarie di noti brand internazionali.
‘Il risveglio della forza’ della comunicazione
In questi ultimi mesi le campagne promozionali basate sulle faccine si sono susseguite con medi e grani successi. Una delle prime campagne a livello strategico, forse la ricorderete, è quella che nel 2015 è stata organizzata per il lancio del nuovo episodio di Guerre Stellari: episodio VII – Il risveglio della forza.
Per l’occasione Twitter realizzò le #StarWarsEmojis: emoji pensate appositamente per il lancio internazionale del film. Una novità particolarmente apprezzata da milioni di fan in tutto il mondo.
Ecco la vera innovazione dell’intera campagna promozionale condotta su Twitter: per utilizzare le StarWarsEmojis era necessario avere un account Twitter ed utilizzare gli appositi hashtag pensati per l’occasione.
Una modalità che da un lato facilitò la diffusione degli emoji marchiate, ma dall’altro relegò l’utilizzo delle faccine esclusivamente su Twitter limitando nuove ed inedite possibilità comunicative.
Un emoji per una pizza
Nel corso del 2016 anche la catena di food delivery Domino’s, appropriatasi delle emoji del trancio di pizza, lanciò una vera campagna promozionale in modo nuovo, originale e del tutto inedito che segnò un nuovo modo di interagire con il brand.
Domino’s segnò la storia dell’emoji startegies tanto da entrare di diritto nella classifica delle campagne pubblicitarie più innovative dell’anno.
I principi di una buona Emoji strategies
Che le nuove espressioni comunicative basate su emoji e stickers siano di uso comune è un concetto chiaro soprattutto dopo aver visto con quanto rapidità in questi anni si sia evoluto e diffuso il fenomeno e l'utilizzo delle faccine.
Ma quali sono i principi per una buona emoji strategy? Esistono essenzialmente 3 concetti universalmente validi ai quali bisognerebbe sempre prestare una grande attenzione:
1. Crea sempre un'esperienza interattiva unica
Alcune delle campagne più riuscite in questi mesi ci suggeriscono che mediante un utilizzo inedito delle emoji è possibile creare un'esperienza interattiva ed è proprio quest'ultima che determina la carica virale della comunicazione mediante le emoji.
Una interattività che è possibile creare con singole emoji e con faccine già esistenti. È il caso di Domino's che nella campagna dello scorso anno, ha caricato il simbolo del trancio di pizza di una irresistibile interattività.
2. Utilizza le emoji responsabilmente
Sin ora ti ho parlato di un mondo fantastico: quello delle emoji. Ma ovviamente ci sono dei 'ma' che non dovresti sottovalutare se hai pensato di utilizzare faccine ed emoji:
- a - Il tuo pubblico di riferimento
Non tutti amiamo le emoji, ma soprattutto non tutte le emoji saranno adatte al tuo pubblico di riferimento. Fai molta attenzione al tuo pubblico di riferimento per evitare di ottenere un risultato contrario a quello sperato - b - Il messaggio da trasmettere
Anche in questo caso dovrai porre una grande attenzione sull'emoji da utilizzare per veicolare il messaggio della tua campagna. Assicurati di conoscere il significato delle emoji ed il contesto in cui andrai ad impiegarle soprattutto se la tua campagna sarà di carattere internazionale. Il significato delle faccine cambia in base al contesto culturale di riferimento, un elemento che potrebbe alterare il messaggio della tuia campagna.
3 - Testa con emoji, ma soprattutto senza!
Questo è essenzialmente un consiglio che mi sento di darti. A volte ci sembra tutto chiaro, tutto così limpido, ma purtroppo a volte l'apparenza l'inganna. Testa il tuo pubblico. Assicurati che il messaggio della tua campagna sia chiaro e che le emoji scelte completino (senza appesantire troppo la comunicazione) il tuo messaggio.
Ma come testare un messaggio veicolato da emoji? Newsletter, sms, post Facebook, Facebook Ads. Dunque con tutti quei canali che offrono un contatto diretto e tracciabile col tuo pubblico.
Conclusioni
Come già scritto in questo articolo le emoji hanno letteralmente travolto e rivoluzionato il linguaggio tra dispositivi mobili e non solo.
Ma qual è il futuro delle faccine? Come si evolverà questa tipologia di linguaggio basata essenzialmente su un aspetto così visuale quanto simpatico e frivolo?